Durante l'Assemblea Ordinaria del Comitato Regionale FIR ligure è intervenuto anche Daniele Pacini, e noi abbiamo estrappolato alcune sue spiegazioni sulle future attività giovanili dell'alto livello.
Da quest’anno le
Accademia del Rugby U18 saranno ridotte, mentre i Centri di Formazione presenti
sul territorio saranno sostituiti da un nuovo progetto federale portato avanti
da DANIELE PACINI, Responsabile Tecnico del Rugby di Base. Pacini è stato per
molti anni preparatore tecnico delle formazioni giovanili in seno all’Unione
Rugby Capitolina di Roma, portando il club laziale ai vertici nazionali. In
effetti è un evoluzione del progetto di sviluppo dedicato alle attività
giovanili Under 16 ed U18. Modifiche
mirate a migliorare l’Alto Livello del movimento nazionale. “Lo sport di Elite
è uno sport di selezione – afferma DANIELE PACINI – sembrerà ovviamente banale,
ma in effetti quanti giocatori a livello statistico possono entrare in questa fascia per poter
avere la possibilità di arrivare all’alto livello? E poi quali sono gli
obiettivi dello sviluppo? Quali sono gli obiettivi dell’Elite? Unendo il tutto dopo l’inserimento di un
gruppo tecnico che si è aggiunto a quello già esistente, è stato valutato che
il nostro sistema aveva bisogno di una visione piu’ efficace, e così si è
puntato ad una riduzione del numero dei
Centri di Formazione Permanenti, o meglio Accademie U18, una contrazione perchè
operare che con una base piu’ ampia, ed anche qualitativa è necessario che quei giocatori lavorino con
standard piu’ elevati.
(nella foto da sin. Fabrizio Gaetaniello, Federico Olivieri e Stefano Bertirotti: CUS Genova U16 premiato con la Coppa Walter Piccoli)
E le Accademie funzionano se oltre ad avere risorse
qualitative, mettono a confronto
giocatori dello stesso livello. Ed in
questi anni purtroppo si erano riscontrate troppe diversità, ed alla fine
quando c’è una eterogeneità di livello
si tende a metterere una asticella intermedia, e comunque quella che sta piu’ in alto non soddisfa l’esigenza, rasentando così il
livello medio. Pero’ questa non è una Accademia, non è un sistema legato alla
formazione all’alto livello.”
Anche le attività dei
Centri di Formazione dedicati agli Under 16 hanno subito un radicale
cambiamento. Il problema principale di queste attività era la marginale
copertura del territorio, in quanto non venivano coperte le attività di tutti i
club: “ Alcune aree dovevano essere supportate fra sistemi diversi – prosegue
PACINI – e questo era un programma poco facile da portare avanti. L’altro
aspetto invece che è piu’ legato alla nostra cultura italiana, il sistema al
club, che è un dato di fatto, l’aver scelto un club in cui collocare anche se
solo dal punto di vista logistico/organizzativo, non certo per altri motivi,
una sede di un CdF ha generato, e non parlo della Liguria, all’inizio gelosie,
poi invidie. Poi non sempre c’è stata la possibilità che il livello tecnico si
concentrasse sulla parte tecnica, e che non ci fossero altre interferenze. Gli
stessi tecnici, ed io ho vissuto direttamente questo in quanto ero all’interno
di un CdF vivendo da D.T. del mio club, la diffidenza di alcuni tecnici ad
approciarsi al sistema che
interpretavano, lo percepivano troppo
vicino al club e poco legato al sistema federale.”
E arrivati a questo
punto evidentemente era venuto il momento di cambiare, c’era bisogno di dare
una svolta a questa attività, comunque importante.
(Oscar Tabor, Presidente CR Ligure FIR nel suo intervento)
“ Il progetto così è stato cambiato – riprende
DANIELE PACINI – c’è stata una evoluzione in quanto i tempi sono cambiati,
questo senza rinnegare quello che si era fatto in precedenza. Ad un certo punto
tutti i progetti devono essere analizzati, e devono subire anche una
evoluzione, insomma bisogna capire cosa serve a noi in questo momento. Senza
dubbio a noi serve che ci sia una percezione
maggiore per il sostegno tecnico alle Società in quanto sono loro le
depositarie, delegate, le responsabili della formazione dei giocatori. In
qualche caso c’è stato anche una certa deresponsabilizzazione nei club, d’altra
parte ho percepito che FIR non supportasse questo ruolo principale di
formazione. Quasi come se FIR potesse sotituirsi alla formazione da parte dei
club, e questo è proprio impossibile. La
formazione di base, la formazione di sviluppo deve essere gestito dai club. “
Ma la F.I.R. dove e
come interverrà allora ?
“ Interverrà
nell’ambito Elite, pertanto con una percentuale minima, in quanto i club non
hanno bisogno di qualcosa di meglio, ma di diverso. E questo lo puo’ fare Fir
in quanto questo sarà da completamento per quella fascia elite. “
Questo in sistensi è il
nuovo processo, il nuovo percorso del giocatore italiano dal momento in cui Fir
inizia a supportarlo in maniera diversa, a partire dall’Under 14. Dove
l’obiettivo è la prima formazione, compreso quello della preparazione degli
educatori e allenatori.
“ In questo caso Fir
supporta questo con uno step successivo che favorisce un’attività regionale, in
zone limitate ad aree, in territori che raggruppino a livello geografico un
numero adeguato di club. “
Il percorso del
giocatore dopo l’Under 14 proseguirà poi con gli stessi principi, con la stessa
organizzazione anche se con obiettivi che via via aumentano perchè per la
formazione di base deve esserci la
ricerca di un atleta di elite, il giocatore identificato entra nell’U18. Ma
anche chi non è riuscito ad entrarci sarà comunque seguito, e su quei ragazzi
che non riusciranno ad entrare in Accademia la FIR dovrà essere pronta immediatamente ed operante, intervenendo al piu’ presto. Un
gruppo denominato riconosciuti.
“ Il percorso FIR
termina poi in una percentuale di atleti ancor piu’ ristretta, che è quella dei
giocatori che rientreranno nelle due accademie U20 le quali dovranno essere
collegate alle due Franchigie, per generare un sistema di maggior vicinanza dei
giocatori elite all’alto livello.
Sicuramente la loro capacità di prestazione della loro formazione elite
avrebbe un ulteriore impulso. Alcuni già pronti di competenze fisiche,
tecniche, strategiche potranno entrare già al massimo livello assoluto che è la franchigia,
e poi qualcuno che non sarà ancora pronto potrà andare nell’inserimento
successivo legato al campionato di Eccellenza.”
“Ci sarà bisogno di
collaborazione, di confronto con gli allenatori e noi. Non c’è nessuno che sta
sopra e uno che sta sotto. Avremo ruoli ed esperienze diverse che si
confrontano, ed allora avremo generato una differenza che culturalemente fa la
differenza. La formazione non ha solo la parte didattica, c’è la formazione
quotidiana e la formazione puo’ avvenire a livello orizzontale, perchè nessun
allenatore italiano puo’ avere sempre un tutor accanto a se. E’ il territorio che da
se culturalmente, generando questo, puo’
crescere nello step successivo. Sarà un confronto interno, poi dall’esterno
arriveranno gli input. Ci saranno ovviamente
i confronti con i tecnici federali per la formazione, poi ci saranno le
riunioni con i tecnici regionali, che coordinano il progetto e quindi poi il sistema dalla centralità,
Steven Abound che è il responsabile dei contenuti si allarga sino alla base il
sistema di moltiplicatore. “
(nella foto Daniele Pacini durante il suo interessante intervento all'Assemblea ligure)
“Inoltre ci saranno dei
momenti per AREA di raggruppamento di
giocatori – prosegue PACINI – e l’allenatore sarà responsabile di dare
consistenza alla scelta, poi i ragazzi lo dovranno confermare con l’impegno questa
scelta. Due volte al mese i ragazzi U16 dovranno confrontarsi per fare
l’attività diversa, rispetto a quella del club. Pero’ questo è l’obiettivo
minimo, ci sono alcune Aree che per vicinanza possono farla addirittura una
volta alla settimana. Allo stesso principio chi si impegna e chi merita fara’ parte degli allenamenti congiunti di
Area, poi ci saranno gli allenamenti della rappresentatriva regionale. In
Liguria considerando il numero dei club presenti, ci sarà una sola formazione,
altre piu’ grandi ne avranno anche tre o quattro. Sono previsti confronti
diretti tra Aree e Regioni, e questo da gennaio prossimo, sempre che la
proposta sarà accolta positivamente. Logicamente si inizierà a giocare tra
Regioni vicine, poi secondo step per allargare lo step finale sono previsti
momenti che siano a livello.”
Alla fine della
stagione un certo numero di atleti entrerà nei Centri di Formazione Permanenti,
altri no, ma proprio per questi sarà attuato un piano di sviluppo
personale.
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