martedì 27 giugno 2017


Durante l'Assemblea Ordinaria del Comitato Regionale FIR ligure è intervenuto anche Daniele Pacini, e noi abbiamo estrappolato alcune sue spiegazioni sulle future attività giovanili dell'alto livello.


Da quest’anno le Accademia del Rugby U18 saranno ridotte, mentre i Centri di Formazione presenti sul territorio saranno sostituiti da un nuovo progetto federale portato avanti da DANIELE PACINI, Responsabile Tecnico del Rugby di Base. Pacini è stato per molti anni preparatore tecnico delle formazioni giovanili in seno all’Unione Rugby Capitolina di Roma, portando il club laziale ai vertici nazionali. In effetti è un evoluzione del progetto di sviluppo dedicato alle attività giovanili Under 16 ed U18.  Modifiche mirate a migliorare l’Alto Livello del movimento nazionale. “Lo sport di Elite è uno sport di selezione – afferma DANIELE PACINI – sembrerà ovviamente banale, ma in effetti quanti giocatori a livello statistico  possono entrare in questa fascia per poter avere la possibilità di arrivare all’alto livello? E poi quali sono gli obiettivi dello sviluppo? Quali sono gli obiettivi dell’Elite?  Unendo il tutto dopo l’inserimento di un gruppo tecnico che si è aggiunto a quello già esistente, è stato valutato che il nostro sistema aveva bisogno di una visione piu’ efficace, e così si è puntato ad una riduzione del numero  dei Centri di Formazione Permanenti, o meglio Accademie U18, una contrazione perchè operare che con una base piu’ ampia, ed anche qualitativa  è necessario che quei giocatori lavorino con standard piu’ elevati.

(nella foto da sin. Fabrizio Gaetaniello, Federico Olivieri e Stefano Bertirotti: CUS Genova U16 premiato con la Coppa Walter Piccoli)

 E le Accademie funzionano se oltre ad avere risorse qualitative,  mettono a confronto giocatori  dello stesso livello. Ed in questi anni purtroppo si erano riscontrate troppe diversità, ed alla fine quando c’è una eterogeneità di livello  si tende a metterere una asticella intermedia,  e comunque quella che sta piu’ in alto  non soddisfa l’esigenza, rasentando così il livello medio. Pero’ questa non è una Accademia, non è un sistema legato alla formazione all’alto livello.”
Anche le attività dei Centri di Formazione dedicati agli Under 16 hanno subito un radicale cambiamento. Il problema principale di queste attività era la marginale copertura del territorio, in quanto non venivano coperte le attività di tutti i club: “ Alcune aree dovevano essere supportate fra sistemi diversi – prosegue PACINI – e questo era un programma poco facile da portare avanti. L’altro aspetto invece che è piu’ legato alla nostra cultura italiana, il sistema al club, che è un dato di fatto, l’aver scelto un club in cui collocare anche se solo dal punto di vista logistico/organizzativo, non certo per altri motivi, una sede di un CdF ha generato, e non parlo della Liguria, all’inizio gelosie, poi invidie. Poi non sempre c’è stata la possibilità che il livello tecnico si concentrasse sulla parte tecnica, e che non ci fossero altre interferenze. Gli stessi tecnici, ed io ho vissuto direttamente questo in quanto ero all’interno di un CdF vivendo da D.T. del mio club, la diffidenza di alcuni tecnici ad approciarsi  al sistema che interpretavano, lo  percepivano troppo vicino al club e poco legato al sistema federale.”
E arrivati a questo punto evidentemente era venuto il momento di cambiare, c’era bisogno di dare una svolta a questa attività, comunque importante.


(Oscar Tabor, Presidente CR Ligure FIR nel suo intervento)

 “ Il progetto così è stato cambiato – riprende DANIELE PACINI – c’è stata una evoluzione in quanto i tempi sono cambiati, questo senza rinnegare quello che si era fatto in precedenza. Ad un certo punto tutti i progetti devono essere analizzati, e devono subire anche una evoluzione, insomma bisogna capire cosa serve a noi in questo momento. Senza dubbio a noi serve che ci sia una percezione  maggiore per il sostegno tecnico alle Società in quanto sono loro le depositarie, delegate, le responsabili della formazione dei giocatori. In qualche caso c’è stato anche una certa deresponsabilizzazione nei club, d’altra parte ho percepito che FIR non supportasse questo ruolo principale di formazione. Quasi come se FIR potesse sotituirsi alla formazione da parte dei club, e questo è proprio impossibile.  La formazione di base, la formazione di sviluppo deve essere gestito dai club. “
Ma la F.I.R. dove e come interverrà allora ?
“ Interverrà nell’ambito Elite, pertanto con una percentuale minima, in quanto i club non hanno bisogno di qualcosa di meglio, ma di diverso. E questo lo puo’ fare Fir in quanto questo sarà da completamento per quella fascia elite. “
Questo in sistensi è il nuovo processo, il nuovo percorso del giocatore italiano dal momento in cui Fir inizia a supportarlo in maniera diversa, a partire dall’Under 14. Dove l’obiettivo è la prima formazione, compreso quello della preparazione degli educatori e allenatori.
“ In questo caso Fir supporta questo con uno step successivo che favorisce un’attività regionale, in zone limitate ad aree, in territori che raggruppino a livello geografico un numero adeguato di club. “

Il percorso del giocatore dopo l’Under 14 proseguirà poi con gli stessi principi, con la stessa organizzazione anche se con obiettivi che via via aumentano perchè per la formazione di base  deve esserci la ricerca di un atleta di elite, il giocatore identificato entra nell’U18. Ma anche chi non è riuscito ad entrarci sarà comunque seguito, e su quei ragazzi che non riusciranno ad entrare in Accademia la FIR dovrà  essere pronta immediatamente ed  operante, intervenendo al piu’ presto. Un gruppo denominato riconosciuti.
“ Il percorso FIR termina poi in una percentuale di atleti ancor piu’ ristretta, che è quella dei giocatori che rientreranno nelle due accademie U20 le quali dovranno essere collegate alle due Franchigie, per generare un sistema di maggior vicinanza dei giocatori elite all’alto livello.  Sicuramente la loro capacità di prestazione della loro formazione elite avrebbe un ulteriore impulso. Alcuni già pronti di competenze fisiche, tecniche, strategiche potranno entrare già al  massimo livello assoluto che è la franchigia, e poi qualcuno che non sarà ancora pronto potrà andare nell’inserimento successivo legato al campionato di Eccellenza.”
“Ci sarà bisogno di collaborazione, di confronto con gli allenatori e noi. Non c’è nessuno che sta sopra e uno che sta sotto. Avremo ruoli ed esperienze diverse che si confrontano, ed allora avremo generato una differenza che culturalemente fa la differenza. La formazione non ha solo la parte didattica, c’è la formazione quotidiana e la formazione puo’ avvenire a livello orizzontale, perchè nessun allenatore italiano puo’ avere sempre  un  tutor accanto a se. E’ il territorio che da se  culturalmente, generando questo, puo’ crescere nello step successivo. Sarà un confronto interno, poi dall’esterno arriveranno gli input. Ci saranno ovviamente  i confronti con i tecnici federali per la formazione, poi ci saranno le riunioni con i tecnici regionali, che coordinano il progetto  e quindi poi il sistema dalla centralità, Steven Abound che è il responsabile dei contenuti si allarga sino alla base il sistema di moltiplicatore. “


(nella foto Daniele Pacini durante il suo interessante intervento all'Assemblea ligure)

“Inoltre ci saranno dei momenti per AREA di  raggruppamento di giocatori – prosegue PACINI – e l’allenatore sarà responsabile di dare consistenza alla scelta, poi i ragazzi lo dovranno confermare con l’impegno questa scelta. Due volte al mese i ragazzi U16 dovranno confrontarsi per fare l’attività diversa, rispetto a quella del club. Pero’ questo è l’obiettivo minimo, ci sono alcune Aree che per vicinanza possono farla addirittura una volta alla settimana. Allo stesso principio chi si impegna e chi merita  fara’ parte degli allenamenti congiunti di Area, poi ci saranno gli allenamenti della rappresentatriva regionale. In Liguria considerando il numero dei club presenti, ci sarà una sola formazione, altre piu’ grandi ne avranno anche tre o quattro. Sono previsti confronti diretti tra Aree e Regioni, e questo da gennaio prossimo, sempre che la proposta sarà accolta positivamente. Logicamente si inizierà a giocare tra Regioni vicine, poi  secondo step  per allargare lo step finale sono previsti momenti che siano a livello.”

Alla fine della stagione un certo numero di atleti entrerà nei Centri di Formazione Permanenti, altri no, ma proprio per questi sarà attuato un piano di sviluppo personale.  

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