Ore 15.30 all’ingresso carraio custodito da
guardia giurata: “Buon giorno siamo Cavalieri di San Giorgio, attesi per un
incontro di Rugby Old. Alzi la sbarra indicandoci per piacere il posteggio più
vicino agli spogliatoi, grazie”:
entrata in scena per la
XI EDIZIONE DEL TORNEO DI RUGBY OLD DELLE
REPUBBLICHE MARINARE
A Tirrenia, Centro Sportivo Coni, il 17 giugno
2013 ad ore 17.00
ovvero
LA TORTA DI RISO E’ FINITA
Al comando del Capo delle Guerra Kaiser Franz
hanno servito con dedizione:
Arnulfo II, Bagnara, Berlinghieri, Bernardini,
Boero, Calandri, Calcagno, Canale, Cavallo, Corinni, Dapino, Della Scala,
Elies, Felici, Fili, Galiberti, Gatti, Grillo, Gropplero I (Capitano),
Gropplero II, Juvara, Lercari, Maggiolo, Mantovani, Marchi, Martino,
Martuccelli, Massa, Mazzucchi, Micco, Mignone, Monaldi, Morasso, Nardi, Odone,
Olivieri Alfredo, Palomba, Patrone, Pizzagalli, Razore, Rocca, Sandri,
Saturnino, Silenzi, Tabor, Torre.
(nella foto la Franchigia di Genova)
Caduti sul Campo dell’Onore: Corinni (menisco
mediale del ginocchio sinistro partito senza salutare); Gropplero II (caviglia
destra molto, molto gonfia e tendini d’Achille infiammatissimi); Lercari (coste
ammaccate); Nardi (due coste rotte con insufficienza respiratoria lato destro);
Rocca (polso sinistro su cui ha passeggiato un bussolotto amalfitano).
Assente giustificato il nostro Cianni dallo
scatto fulminante, dalle mani d’oro e dalle pozioni miracolose, trattenuto in
città da un piccolo impedimento familiare.
Sarebbe stato bello avere con noi il paziente
Gattaka perché constatasse di persona come anche gli angeli mangiano fagioli.
In un caldo impietoso, per niente attenuato
dalla vicinanza del mare e dagli ombrosi pini, si è dispiegata sui meravigliosi
campi del Coni la undecima edizione di questo Torneo che è diventato il più
longevo ed il più importante del panorama Old.
(ALCUNI GENOVESI INFORTUNATI)
Sotto l’occhio vigile del Supremus Rigidus
Dictator e del Capo della Guerra sono sfilate le Aquile per la presa di
possesso degli spogliatoi assegnati. Le fila crociate sono state pervase da una
ventata di simpatia, presto sfociata in euforica caciara, all’arrivo della
Legio Tertia Felix su un Fiat Ducato condotto da Lercari la cui stazza ha
impedito agli occupanti delle file posteriori di scorgere la strada con
conseguenti attacchi di nausea. Pittoresco e caloroso ma molto ordinato anche
l’arrivo sul campo della Legio Sexta Decima Cogo Firma condotta dal competente
Quaestor Lux. Sobri e composti i valorosi insigniti dell’Ordine dei Cavalieri
di Bagnoli oggi inquadrati nella Legio Vicesima Prima Rapax. Preparati e rapidi
gli effettivi della Legio Duodevicesima Nanda Victrix.
Da segnalare la prima volta in trasferta di
Berlinghieri, la prima presenza in assoluto in un test match di Adrian, con
avversari degni della sua capacità e bravura ed infine il rientro giocato del
Chierichetto mestruato, battezzato subito da una testata amalfitana in ruck.
In tutto questo viavai tra spogliatoi e campi si
è perso un po’ di tempo a causa dei punti ristoro a latere delle aree di gioco,
al cui allettante richiamo pochi hanno saputo resistere ma, tant’è, alle 17.00
quasi spaccate iniziano le operazioni in contemporanea sui due campi.
La prima partita, la più difficile dopo un anno,
contro i vincitori del Torneo 2016:
Genova 3 – Amalfi 0
con mete di Palomba, Marchi, Dapino
(l'avv. Ferdinando Saturnino, atleta genovese, con gli armigeri - foto archivio)
Così, per caso o per volere delle divinità,
quegli uomini appartenenti alla repubblica che aveva inflitto ai nostri colori
l’unica sconfitta del torneo dell’altr’anno diventano i primi a scontarne il
castigo.
*
La seconda partita, la più difficile perché
contro i padroni di casa:
Genova 3 – Pisa 0
con mete di Cavallo, Sandri, Della Scala
Chapeau per la presenza in campo di due
braghette rosse.
*
La terza partita, la più difficile, contro
quelli che sin da piccoli vengono cresciuti a pane e rugby:
Genova 3 – Venezia 0
con mete di Elies, Sandri, Della Scala
*
I cultori delle statistiche parlano di Grande
Slam con tre vittorie su tre partite, senza incassare nemmeno una meta. Perché
la verità è questa: l’innesto della Legio Tertia Felix è stato importantissimo
per i nostri colori:
- a) per il morale,
galvanizzando tutti gli altri contubernali nello sforzo di non essere da
meno di Gian e Stefano;
- b) per l’ordine in
campo. Negli anni 60, i meno giovani ricorderanno, c’era la pubblicità che
invitava all’acquisto di una nota marca di benzina perché con essa avresti
messo un tigre nel motore facendolo girare meglio ed a una più elevata
velocità. Il tigre nel nostro motore è’ stato Carlo che all’alba dei suoi
43 anni ha sempre messo la squadra sul piede avanzante indirizzando la
palla dov’era più conveniente e che ha talvolta ovviato col mestiere a
qualche piccola pecca in touche;
- c) per la difesa; Nico
e Francesco non ne hanno fatto passare uno rimbalzandoli come bambini sui
gommoni;
- d) per l’opera da
guastatori delle altrui trame; Andrea ne ha fatto incazzare più d’uno
portandolo in giro per il campo quand’era in attacco e soffiandogli il
biscotto di mano quando in difesa ne provocava la caduta per le terre.
(Stefano Rocca, della Franchigia di Genova, e l'ambìto Trofeo delle Antiche Repubbliche Marinare)
Sugli arbitri non dico nulla perché il mio
pensiero è noto (tengon ‘e ccorna); solo di sfuggita evidenzio che uno di
questi, non so come ma sicuramente non lo sa nemmeno lui, s’era messo in testa
che non si può calciare in touche anche se a seguito di un calcio a favore (ma
quando mai)!!!!!
Merita un cenno il furto compiuto dal dolorante
ma vispo Felice ai danni del gigante pisano che stava per ricevere, anzi aveva
già ricevuto la palla dal mediano e stava assicurandosela al petto, quando il
tonitruante Diomede gli è entrato nella difesa strappandogliela in malo modo e
lasciandolo con l’espressione “come di quello a cui glie lo hanno visto”.
Già a fine partita, senza nemmeno il ristoro
delle docce, la Comissione per le Onoreficenze, omisso medio, ha deliberato
all’unanimità di insignire tutti i partecipanti alla campagna del titolo di Cavalieri
di Tirrenia e del Gran Ducato di Toscana che si sommerà ai titoli ed alle
onorificenze per chi già ne possiede e che, a differenza di quelli sin’ora
assegnati, sarà trasmissibile jure hereditatis. A breve l’emissione di un
francobollo commemorativo con annullo in club house.
La posseditrice della mensa del centro Coni, al
termine delle code dei vassoianti in prossimità della magiatoia, ha deciso di
omaggiare, così, improvvisamente e senza apparente motivo, Ziotarzàn di un
gagliardetto FIR appeso nell’arco più alto innanzi al bar. “Meglio in dono al
più intraprendente della spedizione vittoriosa che lasciarlo qui all’offese
della polvere e del tempo” sono state le sue parole a coronamento della quali
ha dato disposizione al suo paggio cameriere di dispensare tazze di caffè ai
richiedenti tra i quali spiccava l’assetato, ma composto e sobrio, Andrea
Maggiolo.
Il prossimo anno a Genova.
O’mero Stanco
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