venerdì 18 giugno 2021

RUGBY BOLOGNA - Cavallimi e Venturi lasciano la Giallo Dozza, subentrano Dell'Aera e Guermandi.

 

Giallo Dozza: termina l’esperienza di Stefano Cavallini e Eddy Venturi

I soci del Giallo Dozza Bologna Rugby comunicano con grande dispiacere che Stefano Cavallini ed Eddy Venturi hanno definitivamente confermato la decisione di terminare la loro esperienza all’interno dell’Associazione nei rispettivi ruoli di Presidente e di Responsabile Tecnico.

Al loro posto subentrano Francesco Dell’Aera nel ruolo di Presidente pro-tempore e Fiorenzo Guermandi nel ruolo di Responsabile Tecnico, mentre Andrea Bisagni è il nuovo Responsabile Amministrativo. Sono infine confermati, nei rispettivi ruoli di Team Manager, Responsabile Acquisti e Responsabile Terzo tempo, Chiara Benfenati, Orazio Perini e Marina Barbi.

Eddy Venturi va un sincero ringraziamento per i quattro anni di collaborazione. Sotto la sua guida il Giallo Dozza ha raggiunto risultati sportivi di grande valore, concludendo nella stagione 2018-2019 il Campionato di serie C2 in terza posizione con 42 punti, alle spalle di Noceto e Guastalla e davanti a formazioni ben più titolate come le cadette di Colorno, Modena e Romagna.

Stefano Cavallini merita poi un riconoscimento speciale: da quando è subentrato alla guida del Giallo Dozza, Stefano ha saputo portare avanti il progetto con passione, tenacia e competenza. E’ grazie a queste sue qualità e al lavoro svolto in tutti questi anni che oggi la Federazione Italiana Rugby riconosce il progetto “Rugby Oltre le Sbarre” come uno dei punti più qualificanti del suo programma di Responsabilità Sociale.

Auguriamo a Eddy e Stefano tutto il meglio per il futuro. Con lo stesso spirito, facciamo un “in bocca al lupo” ai nuovi dirigenti che sono già al lavoro per preparare la prossima stagione sportiva.

LA STORIA DEL GIALLO DOZZA

L’idea del Giallo Dozza nasce il 18 Maggio 2013, in occasione di un incontro conviviale tra Pietro Buffa, allora Provveditore agli Istituti di Pena Emilia-Romagna, e Francesco Paolini, Presidente del Rugby Bologna 1928. Assieme, si ripromettono di replicare l’esperienza della Drola di Torino, iniziata qualche anno prima e condotta con grande passione da Walter Rista.

A questo primo incontro ne fanno seguito altri: in primis, con Claudia Clementi, Direttrice della Dozza, e con Giancarlo Dondi, allora Presidente della Fir, che confermano con convinzione il loro supporto.

Seguono gli incontri con Daniele Ravaglia, Direttore Generale di Emilbanca Gianluca Pavanello, Amministratore Delegato di Macron, entrambi già sponsor del Rugby Bologna 1928; entrambi aderiscono con entusiasmo al progetto.

Infine, gli incontri con i tanti amici rugbisti, molti dei quali si affiancano ai soci del Club assumendo un ruolo nel progetto: allenatore, accompagnatore, preparatore atletico, medico, ecc..

A marzo 2014 i dirigenti della Casa circondariale Dozza e del Rugby Bologna 1928 sottoscrivono un Protocollo d’Intesa, che permette di mettere a punto le procedure autorizzative e iniziare i lavori di allestimento del campo; finalmente, il 21 luglio 2014 viene formalmente costituita l’Associazione.

Tra i soci fondatori figurano Marcello Zanetti e Francesco Dell’Aera, già soci del Rugby Bologna 1928. A ricoprire il ruolo di Presidente viene invitato Stefano Cavallini, già dirigente del CUS Ferrara, padre di rugbista, persona molto attenta alle tematiche sociali.

All’Associazione viene dato il nome di “Giallo Dozza” grazie alla intuizione di Carlo Castagnola, anche lui dirigente del Rugby Bologna 1928 ed esperto di comunicazione sociale: il cartellino giallo del rugby, che comporta uno stop temporaneo – 10 minuti – per il giocatore che commette un fallo, è una perfetta metafora della condizione dei detenuti e del valore rieducativo della pena.

All’interno della Dozza parte il reclutamento iniziale: i detenuti interessati a partecipare al progetto vengono sottoposti a test atletici, condotti da Massimo Tomasetti, e attitudinali, condotti dallo staff di assistenti sociali guidati da Massimo Ziccone. Vengono così selezionati i primi 30 atleti, ammessi a far parte della squadra che parteciperà al primo campionato di Serie C nella stagione 2014-2015. A loro, Paolini e Clementi fanno sottoscrivere un codice etico-comportamentale, che gli atleti sono tenuti a rispettare rigorosamente per far parte della squadra. Il primo allenatore è Massimiliano Zancuoghi, già giocatore e poi allenatore del Rugby Bologna 1928.


La storia di quel primo campionato è raccontata in un bellissimo docu-film, “La prima meta”, ideato e prodotto da Giovanna Canè, mamma di un giovane atleta del Rugby Bologna 1928, che si innamora dell’idea e coinvolge nel progetto la sua amica Enza Negroni, nota regista bolognese.

Con il passare dei mesi, agli sponsor iniziali si aggiungono Illumia Faac, aziende bolognesi molto attente al sociale, oltre a tante altre piccole realtà che intendono sostenere un progetto di così grande valenza morale.

Nel corso degli anni, grazie anche ai periodici interpelli presso gli altri Istituti di Pena della Regione, 142 atleti, di 16 nazionalità e 5 religioni diverse, entrano a far parte del progetto: ad oggi, sono stati disputate oltre 100 partite ad ognuna delle quali è seguito, grazie alla generosità di Marina Barbi e Orazio Perini, l’ormai famoso terzo tempo all’interno della palestra del carcere!

Per dare continuità al progetto e aiutare i detenuti meritevoli a reinserirsi nel mondo sociale e lavorativo, nel 2018 il Rugby Bologna 1928 stipula una convenzione con la Casa Circondariale per permettere ad atleti di fruire della modalità trattamentale del lavoro all’esterno ex art. 21 O.P., accogliendoli all’interno del Centro Sportivo Bonori. Ad oggi, 5 atleti del Giallo Dozza hanno usufruito di questa possibilità.

Nel corso di 7 anni il Giallo Dozza ha avuto tanti riconoscimenti da parte del Comune, della Regione Emilia-Romagna, del CONI, dei Ministeri dello Sport e degli Interni; oggi, il progetto “Rugby Oltre le Sbarre”, condotto assieme agli amici della Drola di Torino, è indicato in Italia e all’estero come esempio da seguire per chi crede all’importanza di offrire una seconda opportunità a chi ha commesso uno sbaglio e ha avuto un “cartellino giallo” dalla società.

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