Giallo Dozza: termina l’esperienza di Stefano Cavallini e Eddy Venturi
I soci del Giallo Dozza Bologna Rugby comunicano
con grande dispiacere che Stefano Cavallini ed Eddy Venturi hanno
definitivamente confermato la decisione di terminare la loro esperienza
all’interno dell’Associazione nei rispettivi ruoli di Presidente e di
Responsabile Tecnico.
A Eddy Venturi va
un sincero ringraziamento per i quattro anni di collaborazione. Sotto la sua
guida il Giallo Dozza ha raggiunto risultati sportivi di grande valore,
concludendo nella stagione 2018-2019 il Campionato di serie C2 in terza posizione
con 42 punti, alle spalle di Noceto e Guastalla e davanti a formazioni ben più
titolate come le cadette di Colorno, Modena e Romagna.
Stefano
Cavallini merita poi un riconoscimento speciale:
da quando è subentrato alla guida del Giallo Dozza, Stefano ha saputo portare
avanti il progetto con passione, tenacia e competenza. E’ grazie a queste sue
qualità e al lavoro svolto in tutti questi anni che oggi la Federazione
Italiana Rugby riconosce il progetto “Rugby
Oltre le Sbarre” come uno dei punti più qualificanti del suo
programma di Responsabilità Sociale.
Auguriamo a
Eddy e Stefano tutto il meglio per il futuro. Con lo stesso spirito, facciamo
un “in bocca al lupo” ai nuovi dirigenti che sono già al lavoro per preparare
la prossima stagione sportiva.
LA STORIA
DEL GIALLO DOZZA
L’idea del
Giallo Dozza nasce il 18 Maggio 2013, in occasione
di un incontro conviviale tra Pietro Buffa, allora
Provveditore agli Istituti di Pena Emilia-Romagna, e Francesco
Paolini, Presidente del Rugby Bologna 1928. Assieme, si
ripromettono di replicare l’esperienza della Drola di Torino, iniziata qualche
anno prima e condotta con grande passione da Walter Rista.
A questo
primo incontro ne fanno seguito altri: in primis, con Claudia
Clementi, Direttrice della Dozza, e con Giancarlo
Dondi, allora Presidente della Fir, che confermano con
convinzione il loro supporto.
Seguono gli
incontri con Daniele Ravaglia, Direttore
Generale di Emilbanca e Gianluca
Pavanello, Amministratore Delegato di Macron, entrambi già sponsor del Rugby
Bologna 1928; entrambi aderiscono con entusiasmo al progetto.
Infine, gli
incontri con i tanti amici rugbisti, molti dei quali si affiancano ai soci del
Club assumendo un ruolo nel progetto: allenatore, accompagnatore, preparatore
atletico, medico, ecc..
A marzo 2014
i dirigenti della Casa circondariale Dozza e del Rugby Bologna 1928
sottoscrivono un Protocollo d’Intesa, che permette di mettere a punto le
procedure autorizzative e iniziare i lavori di allestimento del campo;
finalmente, il 21 luglio 2014 viene formalmente costituita l’Associazione.
Tra i soci
fondatori figurano Marcello Zanetti e Francesco
Dell’Aera, già soci del Rugby Bologna 1928. A ricoprire il
ruolo di Presidente viene invitato Stefano Cavallini, già
dirigente del CUS Ferrara, padre di rugbista, persona molto attenta alle
tematiche sociali.
All’Associazione
viene dato il nome di “Giallo Dozza” grazie alla
intuizione di Carlo Castagnola, anche lui
dirigente del Rugby Bologna 1928 ed esperto di comunicazione sociale: il
cartellino giallo del rugby, che comporta uno stop temporaneo – 10 minuti – per
il giocatore che commette un fallo, è una perfetta metafora della condizione
dei detenuti e del valore rieducativo della pena.
All’interno
della Dozza parte il reclutamento iniziale: i detenuti interessati a partecipare
al progetto vengono sottoposti a test atletici, condotti da Massimo
Tomasetti, e attitudinali, condotti dallo staff di assistenti
sociali guidati da Massimo Ziccone. Vengono così
selezionati i primi 30 atleti, ammessi a far parte della squadra che
parteciperà al primo campionato di Serie C nella stagione 2014-2015. A loro,
Paolini e Clementi fanno sottoscrivere un codice etico-comportamentale, che gli
atleti sono tenuti a rispettare rigorosamente per far parte della squadra. Il
primo allenatore è Massimiliano Zancuoghi, già
giocatore e poi allenatore del Rugby Bologna 1928.
La storia di
quel primo campionato è raccontata in un bellissimo docu-film, “La prima meta”,
ideato e prodotto da Giovanna Canè, mamma di un
giovane atleta del Rugby Bologna 1928, che si innamora dell’idea e coinvolge
nel progetto la sua amica Enza Negroni, nota regista
bolognese.
Con il
passare dei mesi, agli sponsor iniziali si aggiungono Illumia e Faac, aziende bolognesi molto attente
al sociale, oltre a tante altre piccole realtà che intendono sostenere un
progetto di così grande valenza morale.
Nel corso
degli anni, grazie anche ai periodici interpelli presso gli altri Istituti di
Pena della Regione, 142 atleti, di 16 nazionalità e 5 religioni diverse,
entrano a far parte del progetto: ad oggi, sono stati disputate oltre 100
partite ad ognuna delle quali è seguito, grazie alla generosità di Marina Barbi
e Orazio Perini, l’ormai famoso terzo tempo all’interno della
palestra del carcere!
Per dare
continuità al progetto e aiutare i detenuti meritevoli a reinserirsi nel mondo
sociale e lavorativo, nel 2018 il Rugby Bologna 1928 stipula una convenzione
con la Casa Circondariale per permettere ad atleti di fruire della modalità
trattamentale del lavoro all’esterno ex art. 21 O.P., accogliendoli all’interno
del Centro Sportivo Bonori. Ad oggi, 5 atleti del Giallo Dozza hanno usufruito
di questa possibilità.
Nel corso di
7 anni il Giallo Dozza ha avuto tanti riconoscimenti da parte del Comune, della
Regione Emilia-Romagna, del CONI, dei Ministeri dello Sport e degli Interni;
oggi, il progetto “Rugby Oltre le Sbarre”, condotto assieme agli amici della
Drola di Torino, è indicato in Italia e all’estero come esempio da seguire per
chi crede all’importanza di offrire una seconda opportunità a chi ha commesso
uno sbaglio e ha avuto un “cartellino giallo” dalla società.
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