mercoledì 3 giugno 2020

CUS GENOVA..... Gli Alberi del Ragazzi e la storia del Chiodo.


GLI ALBERI DEI  RAGAZZI.

Nel parco limitrofo all’impianto sportivo comunale del paese di Voltaggio, nel basso alessandrino, solcato dal torrente Lemme, si possono notare fra gli altri due alberi (fotografati ieri mattina) che per alcune persone conservano un particolare significato.

Il primo, un robusto platano e di fianco un piu’ minuto albero di noce, sono stati collocati in tempi diversi, e comunque nel 2016 e nel 2017, in ricordo di tre giovani rugbisti del CUS Genova mancati prematuramente ai loro cari. Le famiglie di Michele, Eric e  Mauricio, furono colpite in tempi e situazioni diverse dalla sfortuna e, nel giorno del 2 giugno, era ormai abituale ritrovarsi tutti per l’annuale richiamo del “VIVA MIKI”, dedicato appunto a Michele Arnulfo, per giocare a rugby coinvolgendo tutte le categorie, dal minirugby ai veterani. Era anche occasione di chiudere la stagione agonistica con un interminabile terzo tempo, sempre bene orchestrato dagli addetti ai lavori. Dopo il decennale di questo significativo evento che coinvolgeva atleti, tecnici, dirigenti, ma anche genitori e amici della palla ovale del CUS Genova e dei Cavalieri di San Giorgio, fu deciso si spostare la manifestazione in città, ovviamente allo stadio Carlini, la vera culla del rugby genovese. 
“VIVA RUGBY”, purtroppo, quest’anno non si è potuto svolgere per il ben noto lockdown per la tragica pandemia del Covid 19 ma, un pensiero destinato a questi tre ragazzi siamo certi  che proprio in questo giorno è ugualmente salito alto in cielo!
Negli ultimi “VIVA RUGBY” era diventato ormai abituale assegnare il simbolico “CHIODO”, piantato in un piccolo tronco di legno, ad un atleta o ad un dirigente del CUS Genova che si era distinto durante la precedente stagione agonistica  per serietà ed impegno. Prima il massaggiatore Gianni D’Agostino con la consorte Nicoletta, che vantano circa cinquant’anni di attività con lo stesso club biancorosso,  l’anno successivo l’attivissimo dirigente Riccardo Melone, hanno così ricevuto il caratteristico, quanto inconsueto  riconoscimento, che a dire il vero era stato ideato a suo tempo dal coach neozelandese IAN SNOOK per altri motivi. 
In pratica questo CHIODO veniva assegnato, partita per partita,  al Man of the Match del team cussino. Quest’anno l’ambito premio è stato attribuito a STEFANO BERTIROTTI, Presidente della Sezione Rugby del CUS Genova, sempre in prima fila sia con il “bello” che con il “cattivo tempo”. Intanto ieri  sera allo stadio Carlini si è svolto un primo raduno della prima squadra universitaria e della squadra giovanile Under 18. Un primo contatto con il sintetico di via Tagliamento, seguendo le rigide ma indispensabili disposizioni governative e federali. Squadra affidata ai due tecnici Gian Luca Sandri e Francesco Bernardini, con Piero Zaami per l’Under 18, con il capitano della senior Francesco Imperiale e il preparatore atletico Alberto Cànneva. 










(nella foto da archivio ante COVID 19 i due tecnici del CUS, GianLuca Sandri e Francesco Bernardini)

In questo periodo è molto importante il rispetto delle direttive, che a causa delle circostanze, bisogna obbligatoriamente seguire per la tutela di tutti. Sono direttive che se rispettate come dovute, permetteranno di tornare il prima possibile a poter riprendere una normale attività. I due gruppi di atleti alternativamente, come da orari convenuti, scenderanno in campo per portare avanti un allenamento di atletica individuale ancora senza la possibilità  dell’utilizzo del pallone e rispettando le distanze. Successivamente saranno organizzati dei momenti con il pallone che obbligatoriamente dovrà essere del tutto personale e logicamente non potrà essere prevista  la condivisione e il passaggio.
Era proprio impensabile chiudere in tal modo tutte le attività del rugby, ma logicamente la tremenda pandemia del Coronavirus che ha colpito l’intero globo ha costretto allo stop qualsiasi momento di aggregazione, modificando radicalmente in modo drastico la vita sociale di milioni di persone. A dir poco atroce il numero dei decessi sopportati dalle popolazioni, a conferma di questo evento mai registrato in tempi moderni. La ripresa delle attività nel rugby hanno bisogno di molta attenzione principalmente a livello sanitario e, augurandoci che “tutto andrà bene”, il motto che è andato di moda questa primavera, consola la volontà di molte Società, già pronte a scendere in campo anche se in considerazione delle esigenze dei protocolli governativi, non si potrà certamente ripartire come se nulla fosse accaduto!












  (foto archivio con il coach IAN SNOOK, primo in alto da destra, ideatore del classico CHIODO cussino )

Si dovrà riprendere gradualmente e con le dovute attenzioni, e seguendo le linee guida federali non si potrà mancare ai futuri appuntamenti agonistici. Intanto durante questo storico, quanto infelice periodo di tempo, molti club della palla ovale da Nord a Sud hanno contribuito in tempi e modi diversi a rendersi utili alla società, ai piu’ bisognosi, all’emergenze sanitarie, insomma rendendosi utili a tutto tondo al collettivo. Il rugby è anche questo. (rr)

(foto piu' sopra il corridoio di entrata al Carlini)









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