Rugby............
Un gioco da ragazze. Sabato scorso al campo “Marco Calcagno” di Cogoleto si è
sviluppata una giornata dedicata al movimento rugbistico regionale femminile.
La Federazione Italiana Rugby cerca d’incrementare le attività in questo
particolare settore della palla ovale, anche se le difficoltà che si presentano
sono piuttosto pesanti. Al convegno ligure, organizzato dal Comitato Regionale
capitanato da Oscar Tabor, presente all’evento, hanno preso parte anche il
Responsabile regionale ligure delle attività al femminile, Carlo Fossati, il
Responsabile della Commissione TecnicaFabio Nardi, e da Roma è arrivata Maria
Cristina Tonna, Responsabile del movimento femminile nazionale. Numerosi gli
argomenti trattati per porre le basi adatte a migliorare queste attività. La
dirigente nazionale è intervenuta in apertura del convegno asserendo che: “
quello che si cerca di fare con questo nuovo progetto al femminile, è
cercare di comprendere per quali motivi le donne, abbandonata l’attività
agonistica, si estraneano del tutto dal movimento rugbistico. Nel maschile
esiste una piu’ forte tradizione rispetto al femminile, anche se i numeri negli
ultimi tempi sembrano proprio parlare a nostro favore. Nel giro di pochissimo
tempo, dal 2005, quando eravamo solo in seicento, ad oggi, che le praticanti
hanno raggiunto il numero di novemila atlete, si comprende che questo
settore ha assunto un’importanza sempre piu’ consistente.”
I numeri parlano chiaro, il rugby è sempre maggiormente
praticato dal sesso femminile, e questo a tutte le età. Anche nel
minirugby e negli istituto scolastici le bambine e le ragazze sono sempre
piu’ interessate a questa disciplina sportiva. Nel minirugby, questo da sempre,
nei tornei di categoria non esiste distinzione di sesso, e questo senza dubbio
agevola lo svolgimento dei raggruppamenti che si organizzano nelle
regioni.
“ La maggior parte di persone che ora entrano
nel nostro mondo – riprende la TONNA - non pensano che la nostra storia ha
delle radici ben precise, certo non è come il rugby maschile che vanta una
lunga storia, ma già nel 1978 nel nostro Paese avevamo già scuole di rugby al
femminile ben organizzate.
(Tutte in campo a Cogoleto con il Touch Rugby, il rugby per la famiglia)
C’era attività a Treviso, Roma, Milano e
addirittura a Benevento, e nel 1985 si è potuto disputare il primo
campionato nazionale. In quel primo periodo la FIR si era estraneata da
questa attività, e le prime ragazze praticavano rugby sotto l’egida della
UISP, magari con divise di fortuna, e così anche la prima nazionale si presento’
sotto la pertinenza UISP. In quel periodo economicamente non era certo facile
destreggiarsi a modo, essendo costrette anche a pagarsi da sole tutte le lunghe
e costose trasferte, ma non ci si arrese e i risultati alla lunga ci
hanno dato ragione. Solo nel 1992 questo movimento pionieristico è stato
riconosciuto ufficialmente dalla Federugby, e dopo sette anni di
sacrifici, nel 2005 spinti anche da movimenti internazionali, nasceva il
settore femminile, e veniva organbizzata anche la prima Coppa Italia. La
creazione di questo trofeo ci ha comunque permesso di dilatare a nostro
favore i numeri nel settore seniores.”
Nel 2005 si contavano duecento atlete seniores
in Italia, numero comunque limitato e comunque in aumento, ma nel 2007 di
seguito alla disputa del Sei Nazioni Femminile, si è avuto l’input
decisivo, con i primi successi. Nel 2010 è arrivata anche la clamorosa
vittoria in Galles, dove in precedenza nessuna altra nazionale femminile era
riuscita a prevalere.
“Poi, di seguito,
sono arrivate altre tre sorprendenti affermazioni consecutive – riprende MARIA
CRISTINA TONNA – che hanno sicuramente convogliato nuove leve, nuove speranze.
Fino ad arrivare al 2017 tanto da raggiungere le venti squadre
partecipanti all’attuale Campionato Nazionale. Quello che manca ora al
settore femminile è proprio questo ciclo continuo al femminile, appunto, dove
le bambine cominciano al minirugby, praticando poi per tutte le categorie ma,
una volta smesso di giocare, non si ricollocano piu’ nei rispettivi club.
Alcune ragazze fanno le educatrici, nel minirugby, in tutto sono
circa 300 in Italia, ma c’è bisogno anche di dirigenti al femminile.
Il problema è che non esiste la crescita parallela della presenza femminile al
campo. Probabilmente i club non studiano un’accoglienza a loro volta specifica
per le bambine, pertanto il nostro compito, delle ex o ancora giocatrici sarà
sicuramente quello di tramandare queste tradizioni ed i loro valori, i valori
del rugby delle donne.”
Il convegno, che si è svolto nella accogliente Club
House del CFFS Cogoleto Rugby, è stato seguito con molto attenzione e viva
partecipazione dalle persone presenti, analizzando e progettando nuove
idee cercando d’individuare le esigenze del rugby locale.
Ad un certo punto è intervenuto Carlo Fossati che ha
voluto informare le presenti di un nuovo progetto, che senza dubbio potrebbe
diventare un modo pratico per invogliare all’attività rugbistica un certo
numero di praticanti al femminile.
“ Questo è il momento di chiedervi una
collaborazione – chiosa lo stesso - in quanto abbiamo avviato un progetto
tutto al femminile a quindici atlete e, per poterlo portare avanti
con successo, abbiamo bisogno della Vostra insostituibile collaborazione.
Questa attività esula dalla Serie A, ed è praticabile anche dalle ragazze
che hanno già giocato nella Coppa Italia, o che ci giocheranno, e anche ragazze
che hanno anche già giocato in Serie A e attualmente sono ferme. Al di la delle
vostre esperienze di club siamo riusciti già la scorsa settimana ad unire tre
Società liguri formando delle squadre di categoirie diverse e prendendo parte
attivas ad un torneo giocato in Piemonte. “
Questo nuovo team in teoria potrebbe definirsi come
un XV del Comitato, e sarà attuato su tutto il territorio nazionale. La domenica,
dopo l’ufficiale convocazione da parte dei rispettivi Comitati Regionali FIR,
si formeranno queste formazioni a quindici giocatrici, e si
confronteranno con altre realtà regionali.
“ Tutta l’attività deve viaggiare verso il rugby
a quindici – interviene la TONNA – la Coppa Italia a sette giocatrici è un
adattamento effettivamente tutto italiano, creato comunque unicamente per
cercare di aumentare il numero delle atlete. Questo progetto ritengo che
potrebbe risultare decisivo per aumentare i numeri anche nella vostra
Regione.”
Nel pomeriggio, dopo la chiusura del Convegno, il
folto gruppo di atlete si è confrontato in alcuni allenamenti specifici, e
soprattutto nel touch rugby, un’attività che puo’ essere praticata a tutte le
età, senza distinzioni di sesso.
P.S.
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