Pietro Dallù
IL GIOCATORE
La storia sportiva di Pietro Dallù,
una delle figure più importanti del Rugby Parabiago, inizia nel settembre del
1956, quando con un gruppo di amici lesse dei manifesti sui muri che invitavano
ad andare al campo Libero Ferrario di Parabiago per fare dei test di atletica.
In quel campo c’era anche la squadra
di rugby del paese che si allenava. Fu in quel momento che Pietro, avvicinatosi
ai giocatori per vederli fare esercizio, si interessò della prima volta al
mondo di quello sport. Iniziò tutto con delle partitelle tra amici, finché
Pietro, un ragazzetto di 14 anni e di 64 chili, non prese la decisione di
iscriversi al centro sportivo rugbistico, andando a piedi al campo due volte a
settimana, partendo dalla sua abitazione in via Toti.
Tra il 1956 e il 1957, quando la
squadra di rugby, che al tempo si chiamava Termozeta Parabiago, era in serie A,
Pietro si allenava con i giocatori, ma senza avere ancora la possibilità di
giocare una partita.
Tra il 1957 e il 1958 lui e i più
giovani venivano chiamati ogni tanto in squadra a giocare la domenica per
sostituire i veterani assenti, anche se quando uno di loro alla fine si
presentava al campo pronto per il gioco, i ragazzi dovevano lasciargli la
strada libera e ritirarsi negli spogliatoi.
Tra il 1958 e il 1959, ritirati
tutti i veterani, per Pietro e per altri venne l’occasione di entrare in
squadra. Da quel momento in poi iniziò il suo periodo delle partite in serie A,
la prima ufficiale con lui fu la partita contro il Monza Chiolo.
Con i nuovi arrivati la squadra
retrocesse in serie B e in seguito in serie C, ma la cosa non deteriorò il
carattere forte di Pietro, che intanto sperimentava alcuni dei ruoli principali
del gioco del rugby: fece il mediano d’apertura, il primo centro e, dopo tantissimi
anni, assunse in via definitiva il ruolo che lo consacrò come grande giocatore,
e cioè il ruolo dell’estremo, l’ultimo uomo. Pietro era molto scattante, bravo
nella presa al volo e a contrattaccare, per questo il ruolo di estremo gli
calzava a pennello.
Il ritiro dalle scene sportive
arrivò nel gennaio 1967, quando divenne venditore alla ditta Uniclever, una
multinazionale molto importante. Per paura di farsi male, dovette abbandonare
il gioco in prima squadra, ma continuò ad allenarsi coi suoi compagni fino al
1977, anno del vero ritiro, definitivo, quando passò di grado e divenne
ispettore della stessa azienda per cui lavorava. Aveva 35 anni e gli ultimi due
prima di ritirarsi li passò nel campionato riserve, dividendo il suo tempo
libero tra le partite e il lavoro dentro il consiglio della società sportiva.
IL DIRIGENTE
Ritirati gli anziani, per necessità
occorreva rifare coi giovani un nuovo consiglio direttivo per la società
rugbistica di Parabiago.
Fu così che Pietro, quando ancora
giocava in squadra, divenne un giovane consigliere, già nel biennio 1959/1960,
per poi diventare segretario due anni dopo.
In seguito, a partire dagli anni
Settanta, col Luciano Marazzini presidente, Pietro divenne vicepresidente,
ruolo che svolse fino al 1985, anno in cui assunse la carica di presidente,
dopo che il suo predecessore, appunto Luciano Marazzini, aveva deciso di
prendere un periodo di riposo.
Pietro rimase presidente fino al
1992, anno in cui Luciano Marazzini, affettuosamente chiamato “Cassa”, riprese
in mano le redini del Parabiago Rugby.
Pietro ritornerà presidente per
altri sei anni, dal 2007 al 2013, per poi lasciare la carica a Marco Marazzini,
figlio di Luciano.
Anche negli anni della sua
presidenza ricevette diversi riconoscimenti, come l’ovale di bronzo, l’ovale
d’oro e l’ovale con frangia per il suo lavoro.
Oggi Pietro Dallù fa parte ancora
del consiglio come presidente onorario, non ha abbandonato in via definitiva il
rugby, e svolge con impegno e dedizione diverse mansioni, come le pubbliche
relazioni col comune di Parabiago, con la Federazione Italiana Rugby e col
comitato regionale.
La sua passione per questo sport
continua ad essere quella degli anni della gioventù, resistente al tempo,
perché, come dice Pietro, il rugby è uno sport meraviglioso, ricco di
educazione e di rispetto, nei confronti della società, dell’avversario e dei
compagni di squadra. Il rugby vuol dire coraggio e dedizione per ciò in cui si
crede.
Innumerevoli sono i piatti, le
targhe e le onorificenze che ha collezionato in tanti anni di servizio, e due
premi molto importanti per lui li ha ricevuti nel 2014: la stella di bronzo al
merito sportivo data dal Coni e la targa di bronzo della battaglia di Parabiago
consegnatagli dal comune, per la sua dedizione sportiva.
Questo è Pietro Dallù.
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