Eredita
la carica da Roberto Corvo: “Lo ringrazio immensamente per averci guidato in
acque difficili, io vorrei essere una figura di raccordo tra le varie anime del
club e vorrei più genitori coinvolti nelle decisioni”
Svevo
Valentinis è
il nuovo presidente della Rugby
Roma. Succede a Roberto Corvo. Passato per Cus, Lazio e Primavera,
poi da studente a lavoratore, da Porta Pia all’Eur, l’arrivo alla Rugby Roma
del presidente Renato Speziali nel 1982, dove rimase fino al
1986. Successivamente socio, poi consigliere e da martedì 1 luglio presidente.
Una figura che in un club con la storia della Rugby Roma alle
spalle assume un valore che va ben oltre la rappresentanza istituzionale. “Non è facile,
considerando le figure inarrivabili del passato, come Renato Speziali e Alberto Emett”,
dice Valentinis. “Non si può pensare di eguagliarli, ma si deve essenzialmente
lavorare per l’unico valore immutabile: la crescita del club”.
L’assemblea dei soci ha designato Valentinis presidente e Fabrizio
Pollak vice, pur mantenendo la carica di direttore
sportivo. “Bobo
Corvo - spiega il presidente Valentinis - ci ha
comunicato che per i suoi impegni non riusciva più a fare le cose seriamente,
come piace a lui, quindi ha dato le dimissioni. Io devo innanzi tutto
ringraziarlo immensamente per tutto quello che ha fatto, per avere mantenuto la
barca con il timone sempre a dritta, anche in acque difficili, e per non aver
mai perso l’obiettivo di portare in alto la Rugby Roma”.
Ora, però, tocca a Svevo: che presidente sarà? “Dal mio punto
di vista, il presidente deve essere la summa di tutte le necessità. Io vorrei
essere una figura di raccordo tra le varie anime del club e allargare il
processo decisionale”. Sul coinvolgimento, Valentinis ha le idee
molto chiare: “Mi
piacerebbe avere più associati e mi piacerebbe che ci fossero più genitori, per
coinvogerli ancora di più nel processo decisionale, devono aiutarci e sentirsi
attori principali nello sviluppo del club”. La dirigenza, ricorda
il presidente, “deve
supportare la crescita della Rugby Roma, il settore tecnico, le squadre, gli
atleti, i tesserati. E avere atleti e genitori come soci porterebbe nuovi
stimoli, una visione diversa”.


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