Nessun successo è più meritato di quello conquistato, in questa stagione, dalle api olbiesi. La ricetta? Possiamo dirlo con convinzione: l’umiltà.
L’umiltà dei giocatori, quella dello staff tecnico, e infine quella della dirigenza. È l’umiltà che ti spinge a lavorare duro, a non dare nulla per scontato, a non sentirti mai arrivato. Neppure dopo una vittoria.
Nel luglio del
2024, quaranta giocatori — sudati, stanchi, ancora lontani da una forma
accettabile — si allenavano sul campo di via Giuliano Lissia. Forse qualcuno,
osservandoli, intuiva che da quel gruppo sarebbe potuto nascere qualcosa di
buono. Forse. Ma nessuno poteva immaginare quanto.
(una foto al termine del test fra Olbia e GISPI Prato)
Era il gruppo
a colpire. L’affiatamento. Quell’intesa, quel feeling raro che nemmeno le
grandi squadre, spesso, riescono a trovare. Da quella coesione è nata la forza
delle api.
Sono tornati
in campo giocatori che avevano giurato di aver appeso le scarpette al chiodo.
Sono tornati perché hanno sentito il richiamo della famiglia. Dell’alveare. A
fine allenamento, il gruppo non si scioglieva mai davvero. Nessuno aveva voglia
di andar via.
Poi è arrivato
il momento decisivo. Il campionato. La prova del campo. Atleti diversi si sono
alternati, ma tutti con la stessa luce negli occhi. Con la stessa forza nel
cuore che solo una vera squadra sa coltivare. E sono arrivate le vittorie.
Tante quante le partite giocate.
Ma il meglio doveva
ancora venire. Perché, si sa, le squadre sarde — quando affrontano avversari
del continente — spesso tornano a casa con batoste pesanti.
Eppure,
durante le festività natalizie, nessuno si è concesso il lusso dell’ozio. Il
campo era sempre vivo, sempre giallo. Sì, ogni tanto si faceva festa, ma solo
dopo aver tastato il terreno. Solo dopo aver onorato il sudore.
La prima
partita, quella sì che metteva tensione. Si giocava in trasferta, a Livorno. Ma
quando i ragazzi sono usciti dagli spogliatoi, prima ancora del fischio
d’inizio, si è capito subito: erano loro, le api, la squadra da battere.
Lo si leggeva
sui volti. Era chiaro che, malgrado fosse solo l’esordio, quella partita
avrebbe segnato qualcosa. E infatti, sul campo, è andata in scena una vera battaglia.
Una battaglia combattuta ad armi pari. Senza timori, senza inchini. Con
coraggio. Con rispetto. Ma anche con fame.
È arrivata la
vittoria. Cinque punti. Ma soprattutto, la consapevolezza. Da quel giorno, da
quella partita, da quel terzo tempo, abbiamo capito che si poteva arrivare fino
in fondo.
È stata una
lunga cavalcata. Infortuni, trasferte faticose, delusioni. Ma mai, nemmeno una
volta, qualcuno ha abbassato la guardia. Mai.
Così, partita
dopo partita, si è arrivati al traguardo. Con una giornata d’anticipo. Dieci
partite. Dieci vittorie.
Le api hanno
vinto perché ci hanno sempre creduto. Le api hanno dimostrato che, con umiltà e
lavoro, nulla è impossibile.
Grazie, api.
Il campionato
non è ancora finito, e noi dell’Olbia Rugby vogliamo chiuderlo nel migliore dei
modi.
Domenica sarà
una giornata speciale, e non solo per il rugby: la città sarà in festa per San
Simplicio, il nostro Santo patrono, e noi vogliamo aggiungere energia e
allegria a questo momento così sentito.
Al campo Basa,
in via Giuliano Lissia, non andrà in scena una semplice domenica di campionato,
ma una grande festa di sport: centinaia di ragazzi si alterneranno sul campo,
tra partite, passione e spirito di squadra.
Intorno al
campo, vi aspettano panini caddozzi da urlo, musica, sorrisi e tanto
divertimento per tutte le età.
Vi aspettiamo
per vivere insieme una giornata di sport, comunità e festa. Non mancate: il
rugby è più bello se lo viviamo insieme!






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