Al via sabato 13
novembre, alle ore 10, l'attività di minirugby per i nati dal 2014.
• “Pochi sport come il rugby sembrano avere a cuore la formazione umana: uno sport che mette insieme il gioco di squadra, il contatto fisico, la velocità, l’agilità e la forza”.
Nicola De Cilia,
“Pedagogia della palla ovale”
• "Il rugby è fra
gli sport più completi in assoluto. Impegna sia le braccia sia le gambe, in
modo indipendente ma allo stesso tempo coordinato, migliorando le capacità di
movimento". Ma i benefici sono anche mentali: "Sviluppa la capacità
di lavorare insieme agli altri, perché definisce in modo sempre più preciso i
ruoli in campo e insegna a mettere le tue qualità al servizio del team".
Davide Susta,
specialista in Medicina dello sport all’Università di Dublino (Irlanda).
• Fino ai 12 anni,
nella fase “propaganda”, si gioca senza porte, senza mischie, senza “touche”
(rimesse laterali), senza colpi e con numero ridotto di giocatori, maschi e
femmine insieme. A quest’età la cosa importante è sviluppare gli schemi motori.
Per questo l’allenamento consiste nell’insegnare a correre, saltare, rotolare.
Si apprendono funzionalità che possono tornare utili in tutte le attività
sportive, infatti, si deve mettere in conto che magari un bambino dopo qualche
anno voglia cambiare sport.
Il rugby vuole
insegnare ai piccoli che vincere è partecipare. I bambini giocano per
divertirsi. Vincere vuol dire assegnare un compito a ciascun bambino e alla
squadra e portarlo a compimento, non arrivare primi nel torneo. Uno sport di
squadra per bambini che mira solo alla vittoria inevitabilmente sacrifica i
piccoli meno dotati. Invece, l’allenatore di rugby, che è anche un educatore,
deve aver cura di ogni bambino e non deve lasciare indietro nessuno.
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