“ECHI DAL MEMORIAL
BESIO MASSA” (DUE)
Al V memorial dedicato
quest’anno a formazioni regionali Under 16, e sviluppatosi al campo Carlo
Androne di Recco, erano presenti anche due formazioni lombarde che senza dubbio
hanno ben figurato contrastando l’agevole passo delle selezioni toscane,
favorite d’obbligo.
(in foto la Lombardia Est Under 16)
“ Personalmente a
livello federale mi occupo della Lombardìa Ovest – afferma EUGENIO MALOSSI,
tecnico lombardo – e bisogna tenere presente che contemporaneamente al torneo
di Recco in questa domenica altre quattro formazioni di pari categoria erano
impegnati all’altro torneo di Calvisano. In tutto una giornata con una
ottantina di ragazzi impegnati sul campo e, infatti, il nostro grande problema
è proprio questo. Siamo certo fortunati dal punto di vista quantitativo, ma nel
tempo stesso questo fatto non ci permette soprattutto dal primo quadrimestre di
preparazione avere un preciso focus su tutti i ragazzi, e comunque cerchiamo di
coinvolgere tutti, senza lasciare nessuno indietro.”
L’ideologia del rugby lombardo
ovviamente è quella giusta, del resto già consigliata a livello federale,
pertanto spazio di esprimersi è possibile per tutti i giovani.
(in foto da sin. Enrique Podestà, Francesco Sanfilippo e Eugenio Malossi)
“ Un’esperienza di
questo tipo fa sicuramente crescere questi ragazzi – prosegue il tecnico di
Cologno Monzese – e sicuramente dalla giornata trascorsa a Recco si è evidenziato soprattutto non il pro della
nostra attività, bensi il contro del nostro lavoro! Dovendo lavorare ad ampio
raggio abbiamo dovuto concentrarci sulla parte aggregativa, cercando di
migliorare il gruppo, in fondo questi ragazzi per la prima volta in assoluto giocavano insieme,
nella stessa squadra. Anzi sottolineo che all’appuntamento organizzato in
precedenza a Rho, avevamo messo in campo sei squadre miste, per cercare di
vederne piu’ possibile, quindi anche per loro era la prima esperienza insieme.
(in foto gli Under 16 della Lombardia Ovest)
A Recco
purtroppo, senza scusanti ovviamente, alcuni meccanismi sono venuti a mancare.
Dall’altro canto mi è dispiaciuto un
poco in quanto queste situazioni cominciano a diventare delle piccole scuse, quindi la giornata di
Recco ha detto che bisognerà lavorare
molto rispetto ad altre realtà. Abbiamo ancora tanta strada da fare.”
Torneo senza risultati
ne classifiche, tanto gioco pero’ e comunque grande divertimento sia per il
pubblico che in campo per i ragazzi !
“ Da quest’anno lo
spirito della federazione in merito a queste attività è proprio puntata a cercare di coinvolgere
piu’ possibile il ragazzo, l’atleta come
persona che partecipa ad un evento, quindi fargli vivere un’esperienza dal punto
di vista tecnico il piu’ possibile formativo, e non tanto soffermandosi sul
risultato che lascia il tempo che trova. Avendo oltre tutto tante realtà
differenti, in quanto la Liguria lavora in un modo, il Piemonte idem, data la
territorialità, noi abbiamo esigenze differenti, quindi mettere di fronte ad un
risultato questi ragazzi puo’ farti dare dei parametri che sono poco reali.
Importante è la qualità del gioco espresso, e lo si è potuto constatare in
campo al di la del risultato. “
Si lavora molto a tutti
i livelli e in tutte le categorie in tutto il Paese, e sempre piu’ spesso
soprattutto nelle attività della Propaganda, a concludere i test programmati si
mischiano le formazioni, magari fra tre o quattro squadre, facendo giocare
alternativamente tutti i ragazzi. Lo spettacolo è sempre assicurato!
“ Noi in Lombardia lo stiamo già seguendo -
replica MALOSSI – anche con gli Under 16, nei momenti di attività FIR, quindi
anche nelle giornate come quella di Recco abbiamo spesso mischiato ragazzi
delle aree diverse. Come dicevo prima pero’ ci sono dei PRO ed in questo iniziale momento si stanno
vedendo dei CONTRO, pero’ sono sicuro
che la strada giusta sia questa. In Under 14 nei classici Festival abbiamo
portato le nostre rappresentative di Area all’evento, e all’evento stesso
abbiamo cercato di mischiare le squadre cercando di far vivere a questi giovani
la migliore esperienza possibile, quindi decisamente concedendo meno enfasi al
risultato.
Far vivere piu’ rugby al ragazzo senza dargli la percezione di..... sei hai vinto, se hai perso, perchè
le caratteristiche morfologiche a queste età possono trarre in inganno per il
futuro. Il ragazzo che è già ‘cresciuto’ a tredici/quattordici anni ha piu possibilità
di fare bene, ma questo non vuol dire che gli altri quando saranno un poco piu’
grandicelli non potranno dire la loro. “
(rr)

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