lunedì 9 dicembre 2019


“ECHI DAL MEMORIAL BESIO MASSA”  (DUE)

Al V memorial dedicato quest’anno a formazioni regionali Under 16, e sviluppatosi al campo Carlo Androne di Recco, erano presenti anche due formazioni lombarde che senza dubbio hanno ben figurato contrastando l’agevole passo delle selezioni toscane, favorite d’obbligo.

(in foto la Lombardia Est Under 16)

“ Personalmente a livello federale mi occupo della Lombardìa Ovest – afferma EUGENIO MALOSSI, tecnico lombardo – e bisogna tenere presente che contemporaneamente al torneo di Recco in questa domenica altre quattro formazioni di pari categoria erano impegnati all’altro torneo di Calvisano. In tutto una giornata con una ottantina di ragazzi impegnati sul campo e, infatti, il nostro grande problema è proprio questo. Siamo certo fortunati dal punto di vista quantitativo, ma nel tempo stesso questo fatto non ci permette soprattutto dal primo quadrimestre di preparazione avere un preciso focus su tutti i ragazzi, e comunque cerchiamo di coinvolgere tutti, senza lasciare nessuno indietro.”
L’ideologia del rugby lombardo ovviamente è quella giusta, del resto già consigliata a livello federale, pertanto spazio di esprimersi è possibile per tutti i giovani.


(in foto da sin. Enrique Podestà, Francesco Sanfilippo e Eugenio Malossi)

“ Un’esperienza di questo tipo fa sicuramente crescere questi ragazzi – prosegue il tecnico di Cologno Monzese – e sicuramente dalla giornata trascorsa a Recco si  è evidenziato soprattutto non il pro della nostra attività, bensi il contro del nostro lavoro! Dovendo lavorare ad ampio raggio abbiamo dovuto concentrarci sulla parte aggregativa, cercando di migliorare il gruppo, in fondo questi ragazzi per la  prima volta in assoluto giocavano insieme, nella stessa squadra. Anzi sottolineo che all’appuntamento organizzato in precedenza a Rho, avevamo messo in campo sei squadre miste, per cercare di vederne piu’ possibile, quindi anche per loro era  la prima esperienza insieme. 

(in foto gli Under 16 della Lombardia Ovest)

A Recco purtroppo, senza scusanti ovviamente, alcuni meccanismi sono venuti a mancare. Dall’altro canto  mi è dispiaciuto un poco in quanto queste situazioni cominciano a diventare  delle piccole scuse, quindi la giornata di Recco ha detto che  bisognerà lavorare molto rispetto ad altre realtà. Abbiamo ancora tanta strada da fare.”
Torneo senza risultati ne classifiche, tanto gioco pero’ e comunque grande divertimento sia per il pubblico che in campo per i ragazzi !
“ Da quest’anno lo spirito della federazione in merito a queste attività  è proprio puntata a cercare di coinvolgere piu’ possibile il ragazzo,  l’atleta come persona che partecipa ad un evento, quindi fargli vivere un’esperienza dal punto di vista tecnico il piu’ possibile formativo, e non tanto soffermandosi sul risultato che lascia il tempo che trova. Avendo oltre tutto tante realtà differenti, in quanto la Liguria lavora in un modo, il Piemonte idem, data la territorialità, noi abbiamo esigenze differenti, quindi mettere di fronte ad un risultato questi ragazzi puo’ farti dare dei parametri che sono poco reali.
 Importante è la qualità del gioco espresso, e lo si è potuto constatare in campo al di la del risultato. “
Si lavora molto a tutti i livelli e in tutte le categorie in tutto il Paese, e sempre piu’ spesso soprattutto nelle attività della Propaganda, a concludere i test programmati si mischiano le formazioni, magari fra tre o quattro squadre, facendo giocare alternativamente tutti i ragazzi. Lo spettacolo è sempre assicurato!
“ Noi in Lombardia lo stiamo già seguendo - replica MALOSSI – anche con gli Under 16, nei momenti di attività FIR, quindi anche nelle giornate come quella di Recco abbiamo spesso mischiato ragazzi delle aree diverse. Come dicevo prima pero’ ci sono dei PRO  ed in questo iniziale momento si stanno vedendo  dei CONTRO, pero’ sono sicuro che la strada giusta sia questa. In Under 14 nei classici Festival abbiamo portato le nostre rappresentative di Area all’evento, e all’evento stesso abbiamo cercato di mischiare le squadre cercando di far vivere a questi giovani la migliore esperienza possibile, quindi decisamente concedendo meno enfasi al risultato.

 Far vivere piu’ rugby al ragazzo senza dargli la percezione  di..... sei hai vinto, se hai perso, perchè le caratteristiche morfologiche a queste età possono trarre in inganno per il futuro. Il ragazzo che è già ‘cresciuto’ a tredici/quattordici anni ha piu possibilità di fare bene, ma questo non vuol dire che gli altri quando saranno un poco piu’ grandicelli non potranno dire la loro. “  (rr)

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