giovedì 21 giugno 2018


 “Il rugby è uno sport per tutti, ci viene sempre detto. È per maschi, femmine, ragazzi.. quest’anno, come non mai, ho avuto conferma che è anche per genitori e bambini piccoli e pazzi. Amavo questo sport inizialmente solo perché lo praticavo.. ma questa società mi ha dato modo di scoprire che, in realtà, il rugby è da amare sotto ogni punto di vista. Da atleta, da educatore, da amico e da avversario..
L’emozione più forte l’ho provata con i miei bimbi, con tutto quello che si è creato attorno a loro... concentramenti, allenamenti con la pioggia, tifo spietato e terzi tempi imbattibili! Arrivare al campo e sentire tutte quelle vocine che ti chiamano, quegli scriccioli che ti saltano addosso per salutarti.. entrare in campo per una partita, accompagnati da uno di loro, sapere che quella mano è il futuro e tu stai facendo qualcosa per renderlo grande e un pizzico divertente! Essere il motivo per cui tuo figlio da oggi in poi mangia zucchine, stare seduta a vederli giocare quando,di punto in bianco, uno ti si siede sulle tue gambe dicendo che vuole stare un po’ con te. Riuscire a calmare uno dei loro momenti di difficoltà, e ricevere un abbraccio come ringraziamento. Vedere Tommaso che sceglie la maestra gnocca con cui dormire al torneo. Sentire per la prima volta la voce del più timido, assistere al primo salto senza far cadere l’ostacolo di Giacomo. I termini più impensabili come il “sei cavallosa” di Chiara, c’avremmo scritto un libro. Arrivare a fine anno che nessuno ha più paura del fango, anzi, quasi lo mangiano. Guardare con gli occhi che ridono Edoardo che raccoglie margherite durante una partita! 
Girarsi verso gli spalti e sorridere ancora perché, insieme a te, in quest’avventura ci sono dei genitori strepitosi. Alla fine di questo percorso ho capito che sono stati i bambini ad insegnare qualcosa a noi, la spensieratezza, l’importanza di un sorriso, ma anche il pianto dopo una partita persa.. perché mettiamolo in chiaro, anche a 5 anni si rosica quando si perde!! Oltre alla tanta pazienza, come educatore, in campo ho cercato di trasmettere il giusto spirito, di costruire un bel gruppo di bambini e di genitori.. ma indietro ho ricevuto tanto di più! Piccoli gesti che non ti fanno mai mollare, che ti fanno sentire gratificato, utile e grande. il miglior regalo che mi hanno fatto i genitori è stato la loro gioia nel seguire la follia dei figli e delle educatrici, nel praticare questo immenso sport. Seguire il gruppo UNDER 6? La sfida più azzeccata di questo anno, ma la vera sfida l’avete accettata voi fidandovi di noi. È stato un percorso davvero tosto, l’unico rimpianto che ho è quello di non aver insegnato la vera pronuncia del mio nome, perennemente storpiato!
 Ringrazio nuovamente tutti, sopratutto le scotti’s angels e papà scotti, le mitiche e gnocche dirigenti, che mi hanno accompagnato in questo bellissimo anno. Un infinito grazie ai bambini, che mi hanno fatta sentire sempre al centro del cerchio!” Arianna Corbucci, allenatrice Under 6.

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