Paolo Ricchebono, ex rugbista a livello
nazionale ed internazionale,dalla stagione 2020-2021 è responsabile tecnico
del Sanremo Rugby. Unanno difficile ma tanti progetti per il futuro
che ci racconta in questa
intervista.
I tuoi inizi al Sanremo Rugby
Nascono nel 2020, in una stagione particolare
sotto tutti i punti di vista. Ho avviato con soddisfazione la mia
collaborazione con la società sanremese che non solo ha un grande carico di
ambizione, ma soprattutto
è predisposta a crescere. A suo favore due
elementi principali: la struttura e il parco dei dirigenti, molto
attento e pronto per poter dare nuove risorse al rugby. Ho cercato di
portare a Sanremo la mia conoscenza rugbistica con l'obiettivo di far
diventare il Sanremo Rugby un punto di riferimento italiano e non solo.
Come sta andando questa avventura?
Il campo è decisamente appetibile così come la
club house e i ragazzi che la stanno frequentando la vivono molto bene.
Continuando ad aumentare i numeri dei partecipanti avremmo la
possibilità di allenarci
in modo sempre più performante per ogni
categoria. Sarà importantissimo,
trascorsa l'emergenza Covid, che tutta la
famiglia del Sanremo si metta a disposizione per far sì che oltre alla
qualità, già presente, aumenti anche la quantità degli aderenti. E' un nostro
obbiettivo dichiarato.
Come si gioca a rugby in epoca Covid?
(foto da archivio)
Praticando lo sport all'aria aperta ci siamo autolimitati dal momento che non è possibile avere un vero contatto, come prevede il rugby. Con le giuste attenzioni che abbiamo messo in pratica, questo sport diventa interessante anche per i bambini che sono rimasti tagliati fuori dalle attività di palestra. Il rugby è una realtà nuova e dal momento che incontra non si abbandona più, perché ha il suo stile e la sua cultura
di accoglienza e rispetto. Invitiamo tutti a
venire a provarlo.
Come vedi il Sanremo Rugby fra 10 anni?
Sarà una società completa che avrà l'autonomia
in ogni suo settore, avendo già da ora una buona base. Il Sanremo
Rugby può diventare un grande punto di riferimento, sia per la
struttura, sia per il clima, sia
anche per la vicinanza con la Francia dove la
cultura del rugby è molto sviluppata. Tutto questo grazie ai dirigenti che
si occupano della società con una grande passione che è quella che
nel rugby fa la differenza: una società nuova e in crescita
fatta di persone che non hanno alcun interesse economico ma vivono per
questo sport e la sua crescita.
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