CALVISANO-ROVIGO UNA PARTITA? NO E' "LA
PARTITA"!
Parola di Gabriele Morelli
Il Capitano sabato sarà in tribuna a seguito
dell'infortunio patito con le Fiamme Oro. Gli abbiamo chiesto di presentare la
partita.
Calvisano-Rovigo da dieci anni ormai è la
“classica” per eccellenza del campionato italiano di Rugby, Eccellenza, Top 12
o Top10 che sia. Tu questa partita la guarderai dalla tribuna causa infortunio,
quali emozioni evoca in un giocatore del Calvisano il match con Rovigo?
"La prima sensazione sarà di grande
rammarico in quanto le tribune vuote ad un Calvisano-Rovigo non si erano mai
viste. Purtroppo il sostegno dei tifosi non ci sarà e i tifosi sono una
componente importante di questa partita e tutto questo sarà molto triste.
Nonostante ciò, tutti i 46 giocatori andranno in campo con la certezza di
giocare la partita più importante della stagione che segnerà inevitabilmente la
leadership di questo primo TOP10"
Questa è una stagione particolare, nella
quale la componente agonistica non è l’unica a riempire il tempo e la testa dei
giocatori. Cosa possono dimostrare i giocatori Kawasaki nella partita di sabato
prossimo?
" Noi giocatori siamo comunque dei
priviligiati perchè possiamo lavorare e, a differenza di altri, continuare fare
ciò che più ci piace nella vita, giocare a rugby, e per il rispetto degli altri
non possiamo dimenticarlo in nessun istante. Le difficoltà organizzative e di
protocollo vanno affrontate con serenità e vissute come un corollario
necessario. Sabato prossimo, proprio per il rispetto dovuto a tutti e in primo
luogo a coloro che ci supportano con il loro affetto di appassionati dovremo
scendere in campo pronti a dare tutte le nostre energie sul prato del San
Michele. Ogni giocatore avrà la possibilità di dimostrare che chi l'ha scelto
per essere un giocatore del Calvisano non si è sbagliato"
Tu li hai vissuti tutti questi anni di battaglie decennali con Rovigo, quale giocatore rossoblu ti ha più colpito per correttezza, bravura o senso di appartenenza?
" Sono molti in verità i giocatori di
Rovigo affrontati sul campo che meritano di essere ricordati, ma dovendo restringere
il campo citerei Luke Mahoney e Stefan Basson da un lato e Matteo Ferro e
Andrea Bacchetti dall'altro. Due generazioni differenti ma che credo
simboleggiano il rugby di queste nostre sfide che quasi sempre hanno segnato
l'assegnazione dello scudetto"
L’ultima di Gianluca Guidi a Calvisano fu la
famosa epica finale di Rovigo in cui, con l’uomo in meno per 50’ minuti, la
personalità di quella squadra ebbe la meglio su 6.000 tifosi sugli spalti e su
un allenatore, Filippo Frati, che non riuscì a trovare il bandolo della
matassa. E’ ormai storia sepolta o qualche insegnamento può venire ai giocatori
di oggi da quel Calvisano?
" E' la partita delle partite,
memorabile e indimenticabile per noi giocatori che l'abbiamo giocata
vincendola, forse un po' meno per i tifosi rossoblu che avevano fatto il tutto
esaurito al Battaglini. Io poi ho un ricordo indelebile di una partita
tatticamente perfetta dove in superiorità numerica costruimmo il vantaggio e
poi per 50 minuti difendemmo il risultato con una dedizione e sacrificio
incredibili e memorabili. Cuore e difesa, cuore e difesa. L'insegnamento
scolpito sulla pietra è che le partite bisogna giocarle fino all'ultimo senza
calare mai la tensione e la determinazione anche se giochi nella squadra più
forte del campionato.
Ciò che non è successo a Viadana sabato
scorso"
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