“Domenica 20 ottobre il team multirazziale delle Tre Rose rugby di Casale
Monferrato ha ricominciato l'avventura in un campionato federale di Serie C/2 ,
questa volta la squadra è stata inserita nel girone Ligure/Piemontese insieme
quindi a DF Ferroviaria ITALIA Spezia, CFFS Cogoleto, Lions Tortona, Saluzzo,
CUS Piemonte Orientale. Prima uscita sul difficile campo del Valtanaro,
formazione già incontrata varie volte.
(il folto gruppo delle Tre Rose con Paolo Pensa accolti in Vaticano da Papa FRANCESCO)
La partita è stata molto combattuta
soprattutto sul piano fisico, purtroppo per i neroverdi casalesi si sono
evidenziati molti errori di gestualità che non hanno permesso agli stessi di
esprimere un gioco veloce e avanzante. La mischia chiusa dei casalesi ha avuto
la meglio sugli avversari, mentre la touche è apparsa titubante e inefficace. Il
risultato è stato è in bilico fino alla fine e si è risolto con il
punteggio 18 a 15 a favore dei ragazzi del valtanaro . Alla partita ha
assistito in qualità di sostenitore delle Tre Rose il nazionale italiana Maxime
Mbanda'.” Così si è espresso Raffaele Contemi, tecnico del club multietnico che
domenica prossima osserverà un salutare turno di pausa, mentre riprenderà il
cammino domenica 3 novembre sul proprio terreno di gioco del Ronzone ricevendo
l’ostico Spezia.
(in foto da sin. Lifredi capitano del team multirazziale e Paolo Pensa Presidente del club)
SOSTEGNO e integrazione
scendono in campo contro ogni forma di
discriminazione promuovendo una cultura
di partecipazione e coesione sociale.
Il “Progetto
Migranti” ha lo
scopo di promuovere, attraverso il Rugby,
l’integrazione di coloro che sono stati costretti a fuggire dal proprio paese,
dopo aver perso i propri familiari ed essere stati vittima di abusi e
persecuzioni.
Il Rugby
con i suoi
valori di SPORTIVITA’,
SOSTEGNO e RISPETTO
promuove l’integrazione
sociale.
Perciò la FIR attraverso
deroghe alle regole Federali, che normalmente limitano la presenza di
giocatori stranieri nelle
squadre, assegnando a tutti i richiedenti asilo la formazione Italiana.
Queste deroghe hanno,
quindi, permesso l’esistenza ufficiale di squadre composte soltanto da
richiedenti asilo o squadre
miste, ovvero formate da richiedenti asilo e atleti italiani.
(nella foto le Tre Rose con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella)
I richiedenti asilo parlano
lingue differenti, hanno perso tutto e sono spesso completamente soli.
Grazie al
Rugby essi entrano
a far parte
della stessa squadra,
diventano un gruppo
e imparano a comunicare tra di loro.
Il Rugby offre loro un poco
di speranza e li aiuta a sentirsi parte della comunità. Infatti, il progetto ha
anche l’obiettivo di abbattere i pregiudizi contro i richiedenti asilo. La
conoscenza dell’altro abbatte la paura. La popolazione locale, allarmata
dall’arrivo dei migranti impara a conoscerli attraverso il Rugby.
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Grazie alle
deroghe concesse dalla
FIR, le squadre che
partecipano al progetto possono giocare
il Campionato di serie
C2, avendo così l’opportunità di allenarsi per un obiettivo concreto.
(il XV delle Tre Rose spettatori al Lanfranchi di Parma per un test delle Zebre)
Tra queste vi è la squadra
delle Tre Rose Nere, primo e unico esempio di squadra composta interamente
da richiedenti asilo, che ha dato
inizio al progetto e che è
protagonista di un
documentario diretto da Walter Zollino.
Le altre
squadre che partecipano
al progetto sono miste o hanno in squadra soltanto qualche richiedente
asilo.
Il campionato offre alle
altre squadre partecipanti l’opportunità di venire a contatto con i migranti,
con le loro storie e la loro cultura. Se non conosci il Rugby, pensi che se hai
la palla trale mani puoi fare punto da solo, ma nel momento in cui capisci che
puoi andare a meta soltanto con il SOSTEGNO degli altri, allora l’integrazione
arriva automaticamente.
Inoltre, alcune società
hanno partecipato a
(Le Tre Rose sul campo di Farigliano con M'banda' - foto di Alfredo Baraldi)
l Progetto FAMI (2014-2020) promosso dal Ministero dell’Interno e dal CONI, finanziato dalla Comunità Europea, per favorire, attraverso lo sport, l’inclusione e l’integrazione dei giovani migranti di minore età sul nostro territorio, durante la loro permanenza nel sistema di accoglienza nazionale, che potranno praticare attività sportive presso le società del territorio, insieme ai coetanei italiani.
Mentre
altre società hanno
preso parte al
Bando promosso dal Ministero del Lavoro
e delle Politiche
Sociali e dal
CONI, nell’ambito
dell’Accordo di Programma 2018,
il programma Fratelli
di Sport che
mira a sostenere
progetti finalizzati all’integrazione attraverso lo sport rivolto a
bambini e ragazzi tra i 5 e 17 anni provenienti da famiglie svantaggiate che
ospitano migranti.
(Le Tre Rose sul campo di Farigliano con M'banda' - foto di Alfredo Baraldi)
l Progetto FAMI (2014-2020) promosso dal Ministero dell’Interno e dal CONI, finanziato dalla Comunità Europea, per favorire, attraverso lo sport, l’inclusione e l’integrazione dei giovani migranti di minore età sul nostro territorio, durante la loro permanenza nel sistema di accoglienza nazionale, che potranno praticare attività sportive presso le società del territorio, insieme ai coetanei italiani.
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