Ormai da un anno e piu’ il rugby, che per antonomasia è uno degli sport maggiormente di contatto, è costretto ad una debilitante ed infinita obbligatoria pausa causata dal dilagante Coronavirus.
(Una immagine dall'ultima, ed unica, amichevole giocata a novembre in questa stagione agonistica con il Monferrato)
Si è alternata l’attività nei momenti di minore contagio dello stesso COVID19, ma intanto in pratica si sono perse quasi due stagioni agonistiche complete. Per correre ai ripari, anche se solo in parte, teoricamente le attività per le formazioni della palla ovale potrebbero procedere in questo prossimo fine stagione con tornei facoltativi ed alternativi, magari con una impronta regionale o interregionale. Anche il CUS Genova, che in Liguria vanta il maggior numero di tesserati, ha serie intenzioni avendone la possibilità di portare avanti questo comunque importante discorso. STEFANO BERTIROTTI (foto sotto), Presidente della sezione Rugby, è favorevole a questi futuri impegni, sperando ovviamente questa tremenda pandemia lo permetta.
“ L’intenzione della nostra Società – ammette infatti il dirigente biancorosso – è indirizzata verso un sacrificio economico, che logicamente comporterà l’utilizzo dei tamponi, aderendo ai vari futuri decreti, e quindi alle normative ed ai protocolli, che poi sono quelli degli atleti professionisti. A questo punto saremo costretti a fare i tamponi a tutti i giocatori, ai dirigenti, agli accompagnatori, a tutte le persone che gravitano intorno alle varie squadre del club. E logicamente saremo costretti ad eseguire almeno un tampone la settimana, iniziando dal periodo degli allenamenti, quindi economicamente sarà un peso piuttosto consistente. La Federugby ha promesso di concedere ai club un contributo, e tutto questo ci permetterebbe di affrontare questa situazione, altrimenti per noi sarebbe un impegno inaffrontabile. Se la F.I.R. rimarrà sul contributo al cinquanta per cento, noi potremo completare il costo a nostre spese. “
(immagine dall'ultimo test di campionato con l'Amatori Alghero, prima della sospensione della attività - 16 febbraio 2020)
Una situazione anomala sicuramente, mai affrontata in precedenza, che ha colto tutti alla sprovvista, e che soprattutto negli sport di contatto come appunto il rugby, ha penalizzato in modo tutte le attività, dalle squadre seniores alle giovanili.
“ Noi proporremmo di
portare avanti una certa attività ai seniores ed agli atleti delle giovanili
Under 16 ed Under 18 – prosegue BERTIROTTI –
e siamo bene al corrente che soprattutto i senior potrebbero avere anche
problemi di lavoro e studio, pertanto
cercheremo di valutare con precisione la reale situazione. Siamo maggiormente
interessati a impegnarci nel settore giovanile, indubbiamente le categorie che
piu’ hanno bisogno di fare attività, oltretutto rischiare di perdere i ragazzi
a queste età potrebbe significare lasciarli per sempre. Pertanto noi ci
concentreremo soprattutto su queste due categorie giovanili, condividendo
programmi e attività con i rispettivi genitori dei ragazzi. “
(una formazione del CUS Genova anni 90, targata EUROSEI)
“Siamo ancora in piena pandemia e tanta gente è, giustamente, molto prudente e dopo questo primo periodo non sono poi così molte le Società che si sono rese disponibili come noi del CUS. La Federugby tende ad agevolare un’attività alternativa regionale in quanto la classificazione sanitaria in zone rosse, gialle, arancioni, complicherebbe al situazione. Probabilmente piu’ avanti si potrà organizzare dei tornei interregionali, è piu’ facile che sarà così, pero’ pur di far fare attività ai ragazzi per non perderli ci si sacrificherà.”
Intanto è sorta La
Tavola del Nord Ovest, un gruppo di club che punta a lavorare seriamente per il
futuro della palla ovale del Territorio ed oltre.....
(foto in b/n del CUS anni 90, Stefano Bertirotti è il terzo in piedi da sin, Marco Bollesan è il primo in piedi da destra)
“ Siamo in contatto anche noi con le Società del Nord Ovest – dice STEFANO BERTIROTTI – legata soprattutto al discorso delle imminenti elezioni federali, ma principalmente si è aperto un concreto dialogo sulle possibili attività da intraprendere, sulle future possibili problematiche. Certo c’è chi è maggiormente preoccupato per la possibilità di perdere numeri nei settori giovanili, altri che hanno seri problemi sugli stessi impianti anche per chi ha responsabilità di vario tipo, con probabili impegni di controllo sull’accesso agli stessi, difficili da attuare.” (rr)
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