Il neo c.t. della Nazionale
femminile prosegue nell’attività di consulenza con i tecnici del club:
“Montella sta dando l’impronta giusta”
Il
recente cambio della guardia alla guida della Nazionale
femminile di rugby ha visto protagonisti, curiosamente,
due leggende della Rugby Roma, due campioni d’Italia del 2000: Nanni Raineri ha
lasciato il posto di c.t. a Fabio Roselli. Proprio Roselli, ancor prima di
ricevere la proposta della FIR aveva già programmato una consulenza con
la Rugby Roma, con sei appuntamenti previsti tra dicembre e febbraio, “una
grandissima occasione di confronto e arrichimento per il nostro staff con un
allenatore dalla grande esperienza internazionale”, come spiega
l’head coach Daniele Montella. Tra aula e campo, Roselli,
Montella e tutti gli uomini dello staff tecnico bianconeroverde nei loro
incontri spaziano tra proposte legate allo sviluppo del minirugby alla
specializzazione degli juniore e seniores. “Per noi - dice Montella - è una
cosa nuova che consolida il nostro lavoro. In più avere un grande giocatore che
ha fatto la storia di questo club porta tantissima energia”.
In
effetti, anche se la sua traiettoria di allenatore, tra le nazionali giovanili
e l’incarico di capo allenatore delle Zebre, non lo ha
mai visto incrociare i colori della sua vecchia Rugby Roma, rivederlo al campo
si ha l’impressione di trovarsi al cospetto di “uno di casa”. Come lo stesso
Roselli ci conferma: “Varcare quel cancello, entrare a Tor Pagnotta mi è sembrato del
tutto normale. Ci resterei volentieri tutti i giorni, mi sono sentito subito a
casa mia”. Anche se Tor Pagnotta non è il Tre Fontane…
“Hanno tirato
su un posto meraviglioso. Rispetto a quando giocavo, erano altri tempi, c’è la
fortuna di essere maturato ed avere visto tante altre realtà e posso dire che
un club così ce l’hanno veramente in pochi. Ricordo che quando si lasciò il Tre
Fontane c’era la paura di passare dal cuore dell’Eur a un posto così
decentrato, invece hanno costruito un club accogliente, per tutti, che si può
vivere a tutte le ore del giorno. Sono molto contento per la Rugby Roma e per
chi ha la fortuna di viverlo quotidianamente”. E quindi la consulenza
tecnica si è trasformata anche in un’occasione per tornare ad immergersi in
quel calore che per tanti hanni Roselli ha vissuto sulla sua pelle, sotto la
maglia che ha indossato per tutta la carriera. “Quando ho accettato l’incarico con
la Nazionale femminile ho messo in chiaro che avrei voluto portare a termine
gli impegni già assunti e che avevo già avviato. Il mio è un supporto tecnico
rivolto agli allenatori di quei club che pensano possa essere utile”.
E
com’è andata con lo staff della Rugby Roma? “Qualcuno lo conoscevo meglio, altri meno, ma comunque di nome. Del
resto ho sempre tenuto attivi i contatti. Montella è alla guida di un bello
staff, ben organizzato, che ha voglia di riflettere, testarsi, cercare la
strada giusta con coraggio e sempre con la voglia di esprimere opinioni.
Insomma, l’atteggiamento giusto. E io mi sono trovato bene, mi sono divertito
sia in aula che in campo”. Tra i vecchi amici e compagni di
squadra, ovviamente c’è Alessio Murrazzani: “E’ il mio miglior amico, ci
conosciamo da sempre, abbiamo un grande feeling, ci basta un’occhiata, una
carezza per capirci. Montella? E’ la persona giusta per il ruolo, ma lo sapevo
anche già da tempo, da quando faceva le sue prime esperienze. Ha un vissuto, ha
competenze tecniche e passione. E avere già vissuto da giocatore l’ambiente
della Rugby Roma è l’elemento in più: al club sta dando l’impronta giusta,
tecnicamente e umanamente. E ha identificato le persone giuste per farsi
aiutare”.
Visto
il suo nuovo incarico come c.t. della Nazionale femminile, Roselli è ovviamente
molto interessato anche al lavoro di Eva Belisario, la
responsabile alla Rugby Roma: “La conosco molto bene, mi ha presentato qualche giovanissima
ragazza e visto il mio nuovo ruolo sono molto felice che si stia lavorando
anche in quella direzione”. Magari allora con Roselli in azzurro si
può sperare in qualche… incentivo: “Le ho invitate per quando faremo raduni o partite a Parma. E’
ovviamente un invito esteso a tutte le realtà del rugby femminile italiano. Ho
percepito dalle ragazze un bel coinvolgimento, ovviamente attività e iniziative
che possano avere come scopo l’aggregazione attorno all’attività del club sono
potentissime”.
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