Il rispetto, l’altruismo, la lealtà, la stima, la fiducia e la partecipazione: sono molti i valori che si ritrovano nel Dna di un rugbista e di un donatore. In una società in cui assistiamo a nuovi muri dati dall’indifferenza e dalla diffidenza, è bello allargare quella mischia tanto cara ai rugbisti per dare una spinta e abbattere quei muri.
Donare sangue dà molta più soddisfazione di una marcatura decisiva realizzata
all’ultimo minuto. Nello sport della palla ovale, per andare in meta, è
necessario il sostegno di tutti quanti. L’obiettivo del rugbista è lavorare per
la squadra per arrivare allo scopo. Il successo di una partita non rappresenta
la cosa più bella per un giocatore di rugby: la cosa più importante è aiutare
il compagno ed essere sempre pronto a sostenerlo. Lo stesso spirito che anima i
donatori di sangue, pronti ad affrontare qualche sacrificio per il bene del
prossimo.
È del tutto naturale per un vero rugbista stendere il braccio per far sì che il sangue venga dato ad altri. Ovviamente, ad un rugbista, non può ‘far paura’ un ago infilato nella vena. Appena si compie la maggiore età, è possibile recarsi al centro trasfusionale e dare il proprio sangue: il bene più prezioso, che non si compra e non si vende, ma si dona. Un gesto nobile indispensabile per la vita del prossimo: per il trapianto di midollo osseo, di fegato, di cuore e di rene, occorrono in media rispettivamente 80, 40, 10 e 4 donazioni di sangue e plasma; il sangue donato occorre inoltre per le cure di chemioterapia e di leucemie; per effettuare un parto cesareo è necessaria almeno una sacca di sangue intero.
Di fronte a certi dati, è più che comprensibile l’iniziativa che coinvolgerà numerosi rugbisti già pronti a raccogliere l’invito di Andrea Pannocchia, consigliere dei Lions Amaranto Livorno e da poche settimane nominato Responsabile del nuovo gruppo AVIS Lions Amaranto. Da concordare solo il giorno (o più probabilmente i giorni) di una significativa donazione collettiva. “Faremo il punto della situazione – illustra Pannocchia – in occasione del torneo giovanile ‘I’m a Lions’, in programma presso il nostro impianto ‘Emo Priami’ di Stagno sabato 30 aprile e domenica 1 maggio. Tale evento coinvolgerà ben 44 squadre. Saranno numerosi gli sportivi e gli appassionati presenti. Non mancherà, a bordo del campo centrale del plesso di via Marx, uno stand dell’AVIS di Livorno, che ricorderà a tutti quanti l’importanza della donazione”.
A proposito di partite da giocare l’1maggio:
proprio in quel giorno, curiosamente nella giornata della ‘Festa del Lavoro’,
si giocherà l’attesissimo derby di serie B tra il Livorno Rugby e i Lions
Amaranto. “Lo so – dice ancora Pannocchia – che è crescente l’attesa da parte
di tutti gli appassionati per tale sfida. Ma, al di là del sano campanilismo e
del logico attaccamento ai colori sociali dei giocatori che saranno
protagonisti di questo evento e del tifo dei tanti sportivi che seguiranno la
partita sugli spalti del ‘Montano’, credo che sarebbe bello riunire le forze
per qualcosa di ben più nobile di una partita, sia pur tanto delicata. Così
come ci insegna lo sport della palla ovale, i valori vanno al di là dei punti
in palio. E allora, più che mai visto che le due squadre cittadine, l’8 maggio,
osserveranno un turno di riposo, sarebbe bello che un grande gruppo di
rugbisti, del Livorno e dei Lions, si presenti compatto al centro
trasfusionale, magari il giorno dopo il derby”. “Nella lista di donatori legati
al mondo della palla ovale cittadina figurano molti appassionati. Pochi mesi
fa, hanno fatto notizia numerosi giovanissimi tesserati Lions, attivi nel
Granducato under 19, poco più che maggiorenni, che, con vari accompagnatori,
hanno donato il loro sangue. Ecco, l’appello che mi sento di rivolgere non
vuole coinvolgere solo i giocatori delle due prime squadre cittadine, ma tutti
coloro, anche giovanissimi e magari i loro parenti più stretti, che orbitano
nell’ambiente. Noi ‘veri rugbisti’ crediamo in determinati valori…”.
(FabioGiorgi)
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