Quest'anno
ricorre il 70.mo anniversario del Primo storico Scudetto della Rugby Parma,
conquistato nel 1950, ma vista l'attuale situazione non si è finora potuto
ricordare degnamente questa ricorrenza e ci auguriamo di poterlo fare nei
prossimi mesi.
Ci sembra però giusto ricordare per il momento almeno il giocatore simbolo di quella grande vittoria, cioè Sergio Lanfranchi, il leggendario “Braccio”, che fu il trascinatore di quella bellissima squadra composta anche da molti grandi giocatori, come Mario Percudani, Mimmo Mancini, Mario Pisaneschi, Gianni Aiolfi, Primo Masci, Ercole Negri, Temistocle Tedeschi, Luciano Cortesi e altri ancora. Braccio è da tutti ritenuto uno dei migliori giocatori italiani di tutti i tempi, insieme a Massimo Giovanelli, Sergio Parisse, Diego Dominguez, Maci Battaglini, Marco Bollesan e forse pochissimi altri.
Sono state scritte tante pagine sulla storia di Braccio e se ne potrebbero
scrivere molte altre ma per una sintetica lettura della sua storia leggendaria
è possibile andare alla pagina dei “Miti del Rugby” https://www.rugbymeet.com/…/sergio-lanfranchi-il-braccio-e-… .
Poiché ieri era il 25 aprile 2020, quindi ricorrevano i 75 anni dalla
Liberazione dell'Italia, ci permettiamo solo di sottolineare, come ricordava
l'indimenticabile Silvio Bocchi, che la "Leggenda" di Sergio
Lanfranchi era nata molto prima, già nel 1945, quando era un giovane ventenne
Partigiano in Piemonte col nome di battaglia “Dick”. Già allora Sergio aveva
dimostrato di non conoscere la paura e la fatica e in seguito aveva portato le
sue grandi doti umane sui campi da rugby, prima in Italia e poi in Francia.
Infatti, dopo lo Scudetto del 1950 a Parma, per motivi di lavoro si era dovuto
trasferire a Grenoble e a quel tempo gli italiani non erano molto amati in
Francia perché considerati dai cugini transalpini quasi dei “traditori”;
infatti, durante la seconda guerra mondiale, l'Italia si era, purtroppo,
alleata con la Germania nazista, contro la Francia e gli Angloamericani. Ma
Braccio, nel giro di pochissimo tempo, con le sue grandi doti di coraggio,
lealtà, potenza devastante, generosità e spirito di sacrificio, era diventato
il beniamino di tutti i francesi e, si dice, anche delle “plus belles filles
grenobloises”.
Parma e l'Italia non avrebbero potuto avere in Francia un miglior "Ambasciatore"!
Lanfranchi portò subito il Grenoble nella massima divisione francese e riuscì poi a trascinarlo a vincere l’unico Bouclier de Brennus della sua storia; infatti, il 23 maggio 1954, a Toulouse, al 58° minuto della finale, “Braccio” segnò l’unica meta della partita, dando al Grenoble la vittoria del Campionato di Francia ed entrando anche nella leggenda del rugby francese.
Parma e l'Italia non avrebbero potuto avere in Francia un miglior "Ambasciatore"!
Lanfranchi portò subito il Grenoble nella massima divisione francese e riuscì poi a trascinarlo a vincere l’unico Bouclier de Brennus della sua storia; infatti, il 23 maggio 1954, a Toulouse, al 58° minuto della finale, “Braccio” segnò l’unica meta della partita, dando al Grenoble la vittoria del Campionato di Francia ed entrando anche nella leggenda del rugby francese.
Questa grande impresa è ancora oggi ricordata da un busto di Sergio posto
davanti alla sede del club rosso-blu e i francesi, in seguito, molte volte
chiesero a Braccio di accettare la cittadinanza francese per poter giocare
nella Nazionale transalpina, ma Sergio amava troppo Parma e l'Italia e non
accettò mai.
Lanfranchi giocò infatti 15 anni nella Nazionale azzurra, anche come Capitano,
e se avesse vissuto ai nostri tempi avrebbe collezionato almeno 150 presenze,
ma allora la Squadra Azzurra giocava solo 1-2 volte l’anno.
Braccio giocava in qualsiasi ruolo in mischia (pilone, seconda linea, terza centro e ala) ed aera forte, scattante, devastante nei placcaggi, unico nei rapporti umani, sempre pronto a trascinare con il suo esempio; diverse volte giocò anche come trequarti e spesso era anche il calciatore, sia a Grenoble che a Parma e pure in Nazionale. A Grenoble qualcuno rammenta ancora di certi suoi calci piazzati riusciti dalla bella distanza di 70 metri!.
Braccio giocava in qualsiasi ruolo in mischia (pilone, seconda linea, terza centro e ala) ed aera forte, scattante, devastante nei placcaggi, unico nei rapporti umani, sempre pronto a trascinare con il suo esempio; diverse volte giocò anche come trequarti e spesso era anche il calciatore, sia a Grenoble che a Parma e pure in Nazionale. A Grenoble qualcuno rammenta ancora di certi suoi calci piazzati riusciti dalla bella distanza di 70 metri!.
Molte di queste foto erano già state pubblicate
il 4 maggio 2014 in occasione della consegna del Trofeo “Sergio Lanfranchi”
quando la moglie Lucette e la figlia Frederique vennero appositamente dalla
Francia a Parma per ritirare il trofeo, ma abbiamo pubblicato anche altre belle
foto, inedite, gentilmente donate al Museo della Rugby Parma “Silvio Bocchi”
dall'amica Cuore Gialloblù Magda Saldarini, cugina di Sergio Lanfranchi.
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