Dallo stadio Carlini di
Genova, guardando verso nord, spalle al mare, si scorge l’imponente Monoblocco,
edificio alto cinquanta metri, di quattordici piani dell’Ospedale Policlinico
San Martino.
(Una foto durante i lavori eseguiti anni addietro allo stadio Carlini, in alto a destra si nota l'ala di Levante del Monoblocco)
Questa costruzione, come altri nosocomi regionali, sembrano assumere la figura di simboli contro la terribile pandemia del Covid 19, ma in effetti sono i vari personali medici ed infermieristici ad aver contrastato in prima persona questo invisibile nemico. Quante volte assitendo dal sintetico dello stadio di via Tagliamento è “volato” lo sguardo verso il “SanMartino”, e dal nosocomio stesso desideriamo carpirgli il loro motto ufficiale: INSIEME VERSO LA SALUTE.
Questa costruzione, come altri nosocomi regionali, sembrano assumere la figura di simboli contro la terribile pandemia del Covid 19, ma in effetti sono i vari personali medici ed infermieristici ad aver contrastato in prima persona questo invisibile nemico. Quante volte assitendo dal sintetico dello stadio di via Tagliamento è “volato” lo sguardo verso il “SanMartino”, e dal nosocomio stesso desideriamo carpirgli il loro motto ufficiale: INSIEME VERSO LA SALUTE.
Lo stadio Giacomo
Carlini, da sempre, è il campo casalingo delle formazioni del CUS Genova Rugby,
e purtroppo da troppo tempo nessun atleta puo’ calpestarlo, dopo il blocco
totale delle attività agonistiche.
“Era ovvio che si
arrivasse ad una simile situazione – ammette LUIGI Gigio ZANGA (foto sotto), dirigente del
club biancorosso – del resto il nostro sport in virtu’ di una classifica
comparsa di recente sui media, il rugby è l’attività tra quelli piu’ a rischio
di contagio. Onestamente non si riesce proprio ad immaginare quello che potrà risultare
lo scenario, almeno a breve. Purtroppo c’è molta preoccupazione in tutti noi
dirigenti ed atleti, in quanto non riusciamo ad immaginarci cosa potrà
succedere. Dal punto di vista della squadra senior al momento non ci si puo’
immaginare quando potremo riprendere gli
allenamenti, in quanto la pandemia è ancora in corso.”
Covid 19 continua a mietere ancora vittime, ogni giorno sembra di seguire quasi un bollettino di guerra, ed ovviamente parlare di sport appare quasi inopportuno, ma la voglia di tornare alla normalità è grande per tutti, ed anche lo sport fa parte della normale vita di tutti.
Covid 19 continua a mietere ancora vittime, ogni giorno sembra di seguire quasi un bollettino di guerra, ed ovviamente parlare di sport appare quasi inopportuno, ma la voglia di tornare alla normalità è grande per tutti, ed anche lo sport fa parte della normale vita di tutti.
“Credo che la
differenza del nostro rugby di stampo amatoriale, e credo che anche i club
della Top 12 non si discostino di troppo dal nostro mondo, rispetto ad altri
sport professionistici non possegga i mezzi e le capacità scientifiche, come per
esempio il mondo del football, per mettersi subito in gioco. I club del calcio
hanno appoggi economici indubbiamente piu’ importanti, possono affidarsi ad uno
staff medico ufficiale, hanno delle strutture idonee alla situazione, possono
operare negli stessi stadi ed annessi spogliatoi con delle operazioni complete e continue di
sanificazione. Bisognerà vedere come andrà avanti il discorso solo fra qualche
mese – continua ZANGA, torinese ma da sempre a Genova – sperando di ripartire
con le dovute attenzioni, e logicamente con dei ritmi diversi.”
(una immagine dall'ultimo test disputato al Carlini fra CUS Genova ed Amatori Alghero)
Il campionato Nazionale
di rugby di Serie A, dove nel Girone 1 giocava appunto il CUS Genova, è stato
interrotto alla dodicesima giornata, quando ancora mancavano alla fine sei
partite, e con tre test fuori mura e altri tre da giocare al Carlini.
“ Purtrtoppo
personalmente – dice GIGIO ZANGA – ho idea che questa situazione che si è
creata ha interrotto si i campionati stessi, ma soprattutto ha sospeso un
flusso economico che in ogni modo nel rugby era già estremamente penalizzato.
L’anno scorso credo proprio che siamo stati l’unico club, almeno in Serie A,
che ha limitato l’utilizzo ad un solo atleta professionista (l’estremo africano
Brendon Mandivenga (in foto), e per solo un mese il giovane scozzese Chalmers n.d.r.).
In pratica e di fatto avevamo già interrotto quello che poteva essere un discorso da semiprofessionisti, dove spesso venivano stipendiati una dozzina di atleti. “
In pratica e di fatto avevamo già interrotto quello che poteva essere un discorso da semiprofessionisti, dove spesso venivano stipendiati una dozzina di atleti. “
Insomma il CUS Genova,
casualmente, ha anticipato tutti gli altri club di almeno un anno!
“ Difficile fare
previsioni, ma credo che alcuni club di Serie A e di Serie B saranno costretti
a ripartire quasi da zero, valutando anche la possibilità che molti
sponsor potrebbero risultare in
difficoltà economiche, e logicamente saranno impossibilitati ad elargire
risorse allo sport, quando magari la propria azienda è stata costretta a
mettere in cassa integrazione i loro dipendenti. Anche dal punto di vista
estetico per certe Aziende diventerebbe difficile proseguire come prima!”
(una foto dal Carlini fra CUS Genova e I Centurioni Lumezzane)
Dopo il sciogliete le
righe gli atleti della prima squadra del CUS hanno proseguito gli allenamenti
individuali, ma unicamente on line, come del resto fanno tutti gli altri club.
“ Era ed è una squadra
fatta in casa – dice LUIGI ZANGA – ragazzi genovesi guidati da due nostri
tecnici, GianLuca Sandri, che è anche sceso in campo come atleta, e Francesco
Bernardini, ex capitano del team negli anni precedenti. Nonostante la
limitazione negli acquisti il momentaneo risultato sportivo almeno al momento
della sospensione del torneo ci salvava dalla retrocessione. Un risultato
sudato ma meritato. I nostri giocatori li sento tramite i due tecnici e come
tanti altri team seguono appunto allenamenti congiunti on line, in modo
regolare almeno due volte la settimana. ”
Forse il problema
principale alla ripresa delle attività agonistiche sarà penalizzando per le
categori giovanili.
“Per le giovani leve
temo sarà piu’ complicata e lunga la ripartenza. Bisogna tenere conto anche
delle responsabilità delle Società, ed anche da parte dei genitori, che dovrebbero
lasciare i propri figli in un contesto ancora consapevoli del fatto che è
ancora incerta l’esistenza o meno di una trasmissione del COVID 19 fra gli
stessi bambini. Tante sono le voci, nulla di certo esiste in merito a questa
particolare situazione. E’ risaputo che
l’incidenza sui giovani dai dodici ai quindi anni di età della normale
influenza è alquanto calmierata, ma ovviamente anche se solo un giovane venisse
contagiato dal COVID 19 potrebbe creare un precedente ed ampliare il problema.
In ogni caso il nostro obiettivo rimane la gestione dell’emergenza, mirando al
nostro progetto già partito l’anno scorso, e indubbiamente augurandoci che
termini al piu’ presto questa situazione.”
Logicamente tutti noi
ci auguriamo che questa terribile parentesi si chiuda al piu’ presto, pertanto
chiudiamo con il motto: INSIEME VERSO LA SALUTE! (rr)
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