Il
sangue per un giocatore di rugby non è mai stato un gran problema, almeno non
lo è mai stato per le ferite di modesta entità.
Ora
il regolamento prevede che un giocatore con ferita sanguinante sia sostituito,
ma è un problema che dura 10 minuti, il tempo di disinfettare e fasciare,
perché entro dieci minuti si può rientrare, e praticamente nessuno vuole
abbandonare il campo.
Una
volta i punti li davano direttamente in campo, così il ferito poteva seguire
l’andamento della partita, e si guadagnava la fama di duro, ora rientrano in
spogliatoio ma le cure sono le stesse. Quindi per questi duri cosa sarà mai un
prelievo, o meglio una donazione di sangue, fatta in ospedale magari con una
dottoressa carina?
Ormai
il patto è fatto, pochi giorni fa un nutrito gruppo di atleti ha fatto la prima
donazione, tutti inseriti nel Gruppo Fidas Tullio Dal Ferro, mentre Fidas
Vicenza metterà il proprio logo sulle nuove felpe della Rangers Rugby Vicenza,
contribuendo alla loro realizzazione. Studieremo un sistema per premiare chi
effettivamente fa la donazione, vediamo se si innesta la giusta sinergia tra
queste associazioni di volontariato.
Il
sangue serve, basta una difficoltà come le recenti infezioni riscontrate nel
Lazio in questi giorni trasmesse dalle zanzare per portare rapidamente ad un
blocco dei prelievi e a mettere in crisi tutto il sistema. Questo me l’ha
confermato il presidente Fidas Vicenza Mariano Morbin.
Non
stiamo ad aspettare che ci pensi qualcun altro, in campo vogliamo andarci
sempre e non uscire mai, finché la partita non è finita! Per un po’ di sangue
poi!
Per
informazioni chiedere a Guglielmo “Jager” Niederjaufner, aspettiamo rinforzi!
(di
Leopoldo Carta)
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