venerdì 29 settembre 2017

Il sangue per un giocatore di rugby non è mai stato un gran problema, almeno non lo è mai stato per le ferite di modesta entità.
Ora il regolamento prevede che un giocatore con ferita sanguinante sia sostituito, ma è un problema che dura 10 minuti, il tempo di disinfettare e fasciare, perché entro dieci minuti si può rientrare, e praticamente nessuno vuole abbandonare il campo.
Una volta i punti li davano direttamente in campo, così il ferito poteva seguire l’andamento della partita, e si guadagnava la fama di duro, ora rientrano in spogliatoio ma le cure sono le stesse. Quindi per questi duri cosa sarà mai un prelievo, o meglio una donazione di sangue, fatta in ospedale magari con una dottoressa carina?
Ormai il patto è fatto, pochi giorni fa un nutrito gruppo di atleti ha fatto la prima donazione, tutti inseriti nel Gruppo Fidas Tullio Dal Ferro, mentre Fidas Vicenza metterà il proprio logo sulle nuove felpe della Rangers Rugby Vicenza, contribuendo alla loro realizzazione. Studieremo un sistema per premiare chi effettivamente fa la donazione, vediamo se si innesta la giusta sinergia tra queste associazioni di volontariato.
Il sangue serve, basta una difficoltà come le recenti infezioni riscontrate nel Lazio in questi giorni trasmesse dalle zanzare per portare rapidamente ad un blocco dei prelievi e a mettere in crisi tutto il sistema. Questo me l’ha confermato il presidente Fidas Vicenza Mariano Morbin.
Non stiamo ad aspettare che ci pensi qualcun altro, in campo vogliamo andarci sempre e non uscire mai, finché la partita non è finita! Per un po’ di sangue poi!
Per informazioni chiedere a Guglielmo “Jager” Niederjaufner, aspettiamo rinforzi!

(di Leopoldo Carta)

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