Per arrivare
da Roma ad Orvinio ci sono circa 60 km, un’ora poco più in macchina.
Noi, per
essere originali, con i mezzi pubblici (treno e bus) siamo arrivati a
Monteflavio e poi ne abbiamo fatti 32 a piedi!
Una
bellissima esperienza che ha coinvolto 14 ragazzi del 2006 e che ha posto le
basi per un anno sportivo decisivo.
Siamo,
infatti, al secondo anno della U.12, un anno importante e anticamera del rugby
a tutto campo.
Zaino in
spalla con acqua e viveri, l’occorrente per passare la notte nella bellissima
struttura del S. Michele e il cambio per il giorno dopo.
Tra sentieri,
più o meno agevoli, piú o meno ripidi, da Monteflavio abbiamo aggirato il Monte
Pellecchia e attaccato il suo fianco sud occidentale, una salita che ha messo a
dura prova tutti.
Rifocillarci
sul Pizzo ha ridato energia per poi affrontare la cresta con una gioia
indescrivibile e nulla sopra la testa. Da una parte le montagne abruzzesi con
l’inconfondibile Gran Sasso in lontananza, dall’altra il mare abbagliato dal
sole.
Alla sommità
della cresta, la croce con, alla base una stele che ricorda quattro aviatori
periti nel ’60.
Da lí, dopo
una breve sosta, la discesa caratterizzata da un fuoristrada impegnativo ma
molto divertente con Tommasone capace addirittura di abbattere un albero.
Tante more,
fortunatamente, nel percorso che hanno compensato l’acqua in riserva fissa.
Il lungo
sentiero, con il sole e la temperatura in discesa, facevano sentire
l’altitudine e il clima di fine settembre.
Il fontanile
delle Pratarelle ci dava la spinta per arrivare dopo sette ore in meta.
Stanchi,
abbiamo preso possesso della camerata, intanto in cucina un corposo sugo di
carne andava concretizzandosi per sfamare i provetti escursionisti.
Diligentemente
tutti a tavola con il sottoscritto e Pippo Masetti a capotavola ad orchestrare
le piccole belve fameliche.
Satolli ma
non ancora stanchi da svenire a letto, ecco l’occasione per un mitico torneo di
calcio balilla.
Quattro urla
riducevano alle 10,30 i più ostinati a dormire irrimediabilmente.
Nel silenzio
della notte, solo noi gli ospiti della struttura, il pensiero andava a quel
percorso quasi degno di guinness per un gruppo di ragazzini, una fatica vera ma
sempre affrontata col sorriso del gruppo affiatato.
L’indomani,
fatica scomparsa e ricca colazione a base di crostate e ciambelloni in attesa
dei genitori accorsi in massa per le dieci.
Con loro,
passeggiatina defaticante sotto un sole piacevole mentre il nostro Mastro
preparava la brace per un pranzo ipodietetico.
Come
previsto, pranzo tutti insieme, con i ragazzi a giocare imperterriti, tra un
boccone e l’altro, nel campetto di calcio del S. Michele.
L’impossibilità
a mangiare ancora, soprattutto tra i genitori, poneva fine, senza non avere
festeggiato gli 11 anni di Edoardo, alla due giorni trascorsa come meglio non
si poteva, serenamente e con la voglia di stare insieme, caratteristica che ci
deve accompagnare anche sul campo da rugby.
Bravissimi!
Andrea
Nessun commento:
Posta un commento