martedì 26 settembre 2017


Per arrivare da Roma ad Orvinio ci sono circa 60 km, un’ora poco più in macchina.
Noi, per essere originali, con i mezzi pubblici (treno e bus) siamo arrivati a Monteflavio e poi ne abbiamo fatti 32 a piedi!
Una bellissima esperienza che ha coinvolto 14 ragazzi del 2006 e che ha posto le basi per un anno sportivo decisivo.
Siamo, infatti, al secondo anno della U.12, un anno importante e anticamera del rugby a tutto campo.
Zaino in spalla con acqua e viveri, l’occorrente per passare la notte nella bellissima struttura del S. Michele e il cambio per il giorno dopo.
Tra sentieri, più o meno agevoli, piú o meno ripidi, da Monteflavio abbiamo aggirato il Monte Pellecchia e attaccato il suo fianco sud occidentale, una salita che ha messo a dura prova tutti.
Rifocillarci sul Pizzo ha ridato energia per poi affrontare la cresta con una gioia indescrivibile e nulla sopra la testa. Da una parte le montagne abruzzesi con l’inconfondibile Gran Sasso in lontananza, dall’altra il mare abbagliato dal sole.
Alla sommità della cresta, la croce con, alla base una stele che ricorda quattro aviatori periti nel ’60.
Da lí, dopo una breve sosta, la discesa caratterizzata da un fuoristrada impegnativo ma molto divertente con Tommasone capace addirittura di abbattere un albero.
Tante more, fortunatamente, nel percorso che hanno compensato l’acqua in riserva fissa.
Il lungo sentiero, con il sole e la temperatura in discesa, facevano sentire l’altitudine e il clima di fine settembre.
Il fontanile delle Pratarelle ci dava la spinta per arrivare dopo sette ore in meta.
Stanchi, abbiamo preso possesso della camerata, intanto in cucina un corposo sugo di carne andava concretizzandosi per sfamare i provetti escursionisti.
Diligentemente tutti a tavola con il sottoscritto e Pippo Masetti a capotavola ad orchestrare le piccole belve fameliche.
Satolli ma non ancora stanchi da svenire a letto, ecco l’occasione per un mitico torneo di calcio balilla.
Quattro urla riducevano alle 10,30 i più ostinati a dormire irrimediabilmente.
Nel silenzio della notte, solo noi gli ospiti della struttura, il pensiero andava a quel percorso quasi degno di guinness per un gruppo di ragazzini, una fatica vera ma sempre affrontata col sorriso del gruppo affiatato.
L’indomani, fatica scomparsa e ricca colazione a base di crostate e ciambelloni in attesa dei genitori accorsi in massa per le dieci.
Con loro, passeggiatina defaticante sotto un sole piacevole mentre il nostro Mastro preparava la brace per un pranzo ipodietetico.
Come previsto, pranzo tutti insieme, con i ragazzi a giocare imperterriti, tra un boccone e l’altro, nel campetto di calcio del S. Michele.
L’impossibilità a mangiare ancora, soprattutto tra i genitori, poneva fine, senza non avere festeggiato gli 11 anni di Edoardo, alla due giorni trascorsa come meglio non si poteva, serenamente e con la voglia di stare insieme, caratteristica che ci deve accompagnare anche sul campo da rugby.
Bravissimi!

Andrea

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