Domenica il debutto casalingo con
l’Amatori Parma.
Intanto la Paspa Pesaro Rugby
“battezza” in Comune il via alla stagione 2017/18
Aspettando di rompere il ghiaccio con
il campionato di serie B – domenica al Toti Patrignani la prima di campionato
fra Paspa Pesaro Rugby e Amatori Parma (ore
15.30) – questa mattina i kiwi giallorossi hanno “battezzato” la loro nuova
avventura con il taglio del nastro della stagione 2017-18 presso la Sala del
Consiglio Comunale di Pesaro.
A far da “padrona di casa” Mila Della
Dora, assessore allo sport di un Comune di Pesaro che da anni si conferma
prezioso alleato nella crescita del rugby pesarese. A cominciare dagli
importanti investimenti su un Toti Patrignani che si sta ampliando e sta accrescendo
la sua funzionalità. Della Dora che ha ribadito «l’importanza di un 2017 che ha insignito Pesaro del titolo di città
europea per lo sport. Ma la nostra è una sensibilità che va oltre la singola
annata e, per quel che riguarda il rugby, è un’attenzione cresciuta di pari
passo all’incremento costante del movimento rugbistico cittadino. Attenzione ancor
più amplificata dal fatto che questa società da sempre investe nei giovani e,
di conseguenza, nella crescita del nostro tessuto sociale attraverso i valori
più sani dello sport»
(Il Paspa Pesaro Rugby nelle stanze del Comune)
Il presidente della Paspa Pesaro
Rugby Simone Mattioli ha sottolineato come «più
che una stagione, quest’estate si sia chiuso un ciclo lungo 6-7 anni che ci ha
portato gradualmente ad innalzare la prestazione sportiva del rugby pesarese
fino alla disputa di una serie A mai toccata da nessuna realtà marchigiana.
Nell’ultima stagione non avevamo la rosa peggiore delle altre, ma è mancata
l’esperienza di cosa fosse realmente la serie A». E’ stata però un’esperienza
formativa che consente oggi di approcciare con un arricchito bagaglio di
conoscenze il prossimo campionato di B: «Gestire
una retrocessione è più difficile di gestire una promozione – continua
Mattioli - Perché ci ha obbligato a una radicale
riorganizzazione. Oggi pensiamo comunque di aver allestito un gruppo
competitivo fondato sulla costruzione di un progetto tecnico pensato attorno
alla figura di Nicola Mazzucato».
Due i fattori che hanno aiutato la
riorganizzazione. Una conferma: «quella
della Pagano & Ascolillo come main
sponsor – dice Mattioli – che ha
ribadito il suo sostegno focalizzando la nostra ripartenza solo sugli aspetti
tecnici». E una novità: «il progetto dell’Academy
che aggiunge valore al nostro modo di
pensare il rugby agevolando la pratica dello sport col sostegno agli studi su
vitto, alloggio e tasse universitarie. Andiamo così incontro a quella sensibilità
europea che vuole sottrarsi all’equazione secondo cui chi pratica lo sport debba
essere penalizzato negli studi».
Un lavoro di ricostruzione messo nelle
mani di Massimo Pozzi. Che da giugno scorso ha assunto l’incarico di nuovo
direttore sportivo: «Lavori ancora in
corso – assicura Pozzi – ci manca
ancora qualcosa per esser completi, a cominciare da un mediano d’apertura.
Dalla prossima settimana dovrebbero esserci novità. E’ stato un lavoro di
ricostruzione complicato con una retrocessione che ha suggerito il disimpegno
motivazionale di alcuni giocatori che, arrivati in serie A, si erano dovuti
piegare a grossi sacrifici, o di chi ha deciso di partire verso altri lidi. Ma
ce ne sono altri che continuano con noi così come ci sono novità importanti che
possono beneficiare del progetto Academy». Tra le novità più significative
l’innesto di Giorgio Erbolini da L’Aquila, presente in Comune assieme ad una
delegazione mista fra alcune novità e altri confermati dell’organico 2017-18.
Che alcuni ‘rumors’ danno già tra i favoriti alla vittoria del campionato: «Qualcuno ci ha appiccicato questa etichetta –
sorride Pozzi – La realtà è che noi
puntiamo a un campionato di vertice, ma, soprattutto, ragioniamo su un progetto
triennale. Che ci consenta, laddove, non dovessimo riuscirci quest’anno, di
avere la struttura per riprovarci nel più breve tempo possibile».
Progetto pluriennale catalizzato
sulla figura del direttore tecnico Nicola Mazzucato, investito del ruolo dallo
scorso giugno: «Una partenza anticipata –
spiega l’allenatore veneto che sul campo ha collezionato 40 presenze con la
nazionale azzurra – che mi è stata molto
utile per conoscere ogni dettaglio dell’ambiente, della dirigenza e dei
giocatori». Poi, dal 21 agosto, è iniziata una preparazione precampionato «che – dice Mazzucato – sotto l’aspetto tecnico parte da concetti molto semplici. Prima di ogni cosa si lavora sulle basi e su
tutte le skills individuali e capacità polivalenti che vanno sviluppate. Solo
una volta perfezionate queste, arriva il passo avanti che si concentra sulla
strategia di gioco. Ho trovato un gruppo che ha vissuto qualche difficoltà nel
passare ad una metodologia completamente differente dalle loro abitudini, ma lo
fa con entusiasmo. E questo agevola un lavoro sull’aspetto mentale che per me è
prioritario a qualunque altro».
Mazzucato è anche un approfondito
conoscitore dell’attuale girone di serie B dopo aver guidato la Vasari Arezzo
nell’ultima stagione «ma – precisa – è un girone molto cambiato e influenzato
dalla riforma federale dei campionati che vede quest’anno le promozioni in A
passare da 4 a 7. Questo significa che in A non si retrocede e tante società
non si rinforzano, ma approfittano per far crescere il proprio vivaio. Così
tantissimi giocatori da serie A scendono in B. Ecco perché c’è un altissimo
livello di competitività fra tante società di B che vedono in questa annata
un’occasione d’oro. Noi compresi: puntiamo ad un campionato d’alta classifica».
Anche Mazzucato ha positivamente “risentito”
della novità dell’Academy: «Tra i motivi
per cui ho scelto Pesaro c’è proprio questa attenzione che la società dà tanto allo
sport quanto a studio e inserimento nel mondo lavorativo – dice – Io stesso ne ho approfittato per iscrivermi
a Economia e Management all’Università di Urbino. Questo perché nel panorama
attuale non si può più pensare che il rugby sia un lavoro. Si fa rugby in maniera
professionale, ma sono in pochi a poterlo fare da professionisti. E a Pesaro si
guarda avanti con quella giusta mentalità che cerca di conciliare i percorsi di
studi e di lavoro con la carriera sportiva».
Nessun commento:
Posta un commento