Il dirigente sportivo livornese Luca Sardelli (FOTO SOTTO), dopo aver ricoperto il ruolo di consigliere del comitato toscano FIR, ne è, attualmente, collaboratore e addetto stampa. Dura la sua presa di posizione nei confronti di una disciplina che non prevede la palla ovale, ma un pallone a spicchi rotondo ed arancione. “D’altra parte - sorride - un pallone tondo te lo restituisce anche il muro, mentre il pallone ovale te lo offre solo un amico”. “Sono evidenti, a livello culturale - sottolinea - le differenze tra basket e rugby. Lungi da me l’idea manichea di un mondo sportivo diviso tra buoni e cattivi, più che mai visto e considerato che ho tanti amici nell’ambiente della pallacanestro.
Tuttavia, soprattutto negli ultimi tempi, si sono registrati episodi che mi fanno credere sempre più lontane le mentalità delle due discipline”. “L’aumento del costo dei biglietti e poi le polemiche per il rinvio per Covid-19 del derby di B tra la Libertas47 e la Pielle, con tanto di offese e strascico anche legale, sono situazioni che non si sarebbero mai verificate nel rugby, dove tutto si sarebbe risolto (pandemia permettendo) davanti ad un bel boccale di birra da bere insieme nella club house. Porto l’esempio della gara di B Lions Amaranto Livorno - CUS Siena, che si sarebbe dovuta giocare lo scorso 21 novembre: nessuno ha messo in dubbio la buona fede degli amici senesi quando, a ridosso dell’incontro, hanno chiesto e ottenuto il rinvio per un focolaio da Covid-19 in seno alla squadra.
Nessuno dei rugbisti ha pensato ‘ah, avevano il loro valido mediano di mischia squalificato e hanno approfittato della situazione’”. “Sinceramente - aggiunge - non mi piace l’atteggiamento di chi, pur contando su importanti budget e conduce società professionistiche, con giocatori in rosa che praticano la loro attività non certo per la gloria, si lamenta con le autorità chiedendo di partecipare alle spese per i costi di gestione di impianti pubblici. Troppe le multe comminate per il comportamento dei tifosi. Un atteggiamento che non fa parte del mondo del rugby, dove nessuno dei presenti sugli spalti si permette di fischiare l’avversario intento a calciare il pallone tra i pali e dove, finita la partita, ci si abbraccia e ci si sente tutti realmente amici e accomunati negli stessi sani valori, nel tradizionale ‘terzo tempo’.
Questione di mentalità: nello stesso derby dello scorso 12 dicembre, al ‘Priami’ di Stagno, tra Lions Amaranto Livorno e Livorno Rugby, gli 800 tifosi hanno dato vita ad una splendida festa dello sport”. “Sarebbe giusto - continua Sardelli - che da parte di tutti quanti, delle autorità pubbliche alla stessa stampa, ci fosse maggior attenzione nei confronti dei valori della palla ovale: gli oltre mille tesserati livornesi meritano un plauso”. Anche perché, al di là dei risultati tecnici ottenuti senza chiedere molto alle autorità, al di là del sano modo di ‘autofinanziarsi’ con l’opera in volontariato nelle club house e al di là del modo di insegnare determinati valori agli atleti fin da giovanissimi (ai quali ogni singola società dedica la massima cura, attenzione e dovuta considerazione in quanto rappresentano i futuri giocatori, allenatori, arbitri o dirigenti ), alcuni rugbisti livornesi, grazie alla propria prontezza e a gesti propri di questo sport, sono addirittura riusciti a salvare vite. “A tal proposito mi vengono in mente quattro episodi.
Mattia Paris qualche estate fa, con il suo placcaggio, evitò il suicidio di un uomo che aveva l’accendino in mano e che si era cosparso di benzina: senza l’intervento eroico del seconda linea (poi premiato con un encomio da parte della FIR), poteva succedere un disastro in quel distributore vicino al Parco del Levante. Poi mi viene in mente Vinicio Marconi, ex rugbista di mischia rimasto nel giro, che salvò una donna intenta a gettarsi da una finestra: Marconi, grazie alla sua possenza fisica, riuscì ad abbattere due porte e a raggiungere la signora, per poi farla desistere dall’insano gesto. Sul campo di Piacenza c’è stato l’episodio di Gianluca Tomaselli, il mediano di mischia che, disinteressandosi del pallone, andò subito in soccorso di un avversario, che dopo uno scontro fortuito, era rimasto privo di sensi: il biancoverde liberò dal paradenti l’atleta emiliano permettendogli così di respirare. E mi viene in mente quel rugbista di appena 14 anni, Gabriele Borgi, che, ai bagni Fiume, con la manovra anti-soffocamento, la cosiddetta mossa di Heimlich, salvò un suo amico, che stava soffocando, dopo che questi aveva inavvertitamente ingoiato una cannuccia di un brick di Estathè. Il soccorso immediato è un po’ l’emblema del rugby, uno sport nel quale non manca un continuo contatto fisico, ma nel quale prevalgono la lealtà e il rispetto degli avversari. A giudicare dagli ultimi episodi, in altre discipline (ogni riferimento al basket cittadino è puramente voluto, ndc) non sempre, tra tifosi e addetti ai lavori, prevalgono tali valori..”. Valori da trasmettere anche a chi, nella vita ha commesso alcuni errori, anche gravi. “Già. È significativo il progetto lanciato nel carcere cittadino de ‘Le Sughere’: ‘noi rugbisti livornesi’ siamo riusciti a creare una squadra di detenuti, le ‘Pecore Nere’, attiva nel campionato Old. Mettiamola così: speriamo in futuro di vedere anche altre discipline, che hanno maggior visibilità rispetto alla nostra, lanciare determinate e lodevoli iniziative”.
LE FOTO SONO RELATIVE AL DERBY CITTADINO VALIDO PER LA 7°
GIORNATA DI B GIRONE 2 GIOCATO LO SCORSA 12 DICEMBRE AL PRIAMI DI STAGNO TRA I
LIONS AMARANTO LIVORNO ED IL LIVORNO RUGBY.
L'AUTORE DELLE FOTO
STESSE SONO DI LUIGI CARRIERI DEL CREC PIAGGIO SEZ. FOTOGRAFIA.
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