FRANCO ASCANTINI,
beneventano doc, vanta un palmares rugbistico a dir poco invidiabile, e
difficilmente riscontrabile nel mondo della palla ovale nazionale ed
internazionale. Da giocatore ha conquistato due scudetti nel 1965 e 1966 con la
Partenope Napoli (foto sotto), da allenatore ha guidato Benevento, San Donà, Viterbo, CUS
Roma Unibit, Calvisano, Lyons Piacenza, Vasari Arezzo, e nel tempo ha comunque
concesso le sue istruttive collaborazioni tecniche con varie consulenze.
Ascantini è stato anche vice allenatore nella Nazionale guidata da Pierre
Villepreux, un XV Azzurro che ha regalato grandi soddisfazioni, per poi operare
come Tecnico Federale dal 1981 al 1985.
Da sin. In piedi :
BOLLESAN D'ORAZIO GRIECO DE FALCO GELORMINI VELLECCO SILVESTRI ASCANTINI
accosciati PEPPINO( mass) CARLOTTO PERRINO FUSCO MARTONE AUGERI AMBRON BOSCAINO
Attualmente Ascantini, raggiunta una certa età, vive a Roma ed ha lasciato gli impegni come tecnico, se non dedicandosi saltuariamente ad alcune consulenze con i club del centro sud.
Per i nostri servizi
“TRE QUESITI A......” lo abbiamo contattato e ci ha espresso i suoi pensieri,
le sue idee che nel nel tempo non sono cambiate.
(Ascantini a Corviale/Roma, la "casa" dell'Arvalia Villa Pamphili)
1) Il
difficile biennio 2020/2021 come è stato
affrontato?
FA) Come tutti, sperando migliori la
situazione, ma non seguo piu’ direttamente certi impegni per motivi di età
ovviamente. Rispondo con grande piacere ai numerosi inviti e trascorro molti
simpatici momenti con alcune Società soprattutto laziali e campane.”
(Ascantini a Benevento)
2) Due
anni con la mancanza, per lunghi periodi, del gioco, ma quali effetti ci si
puo’ aspettare?
FA) Poco tempo fa ho incontrato il nuovo
Presidente FIR, Marzio Innocenti, e gli ho ribadito che sarebbe proprio l’ora
ricominciassimo come negli anni 70 ed 80 a ripresentare le nostre
caratteristiche nazionali anche culturali, tenendo presente anche i rapporti a
livello internazionale. Principalmente a mio parere dovremo creare una scuola
tecnica tutta italiana, del resto sappiamo bene che le nostre caratteristiche negli
anni ci hanno permesso in tutti gli
altri campi, comprese attività artistiche etc. etc., di competere ad alto
livello. Bisognerebbe continuare in questa direzione, tenendo presente che noi
piu’ che di potenza esasperata, tipo anglosassone, siamo capaci di individuare
soluzioni tecniche e tattiche fantasiose
e idonee a molte situazioni. Se riuscissimo a rifare tutto quello che si fece
al momento della Presidenza di Aldo Invernici, sarebbe una cosa fantastica!”
(Ascantini con le Fiamme Oro Roma)
E proprio in quel periodo si lavorava con
grande impegno e con costrutto e quello stesso lavoro, ribadisce ASCANTINI..
“ci permise gradualmente di arrivare al Sei Nazioni, ora invece siamo in grande
difficoltà. Ovviamente tecoricamente potrei anche dare una mano, fisicamente
onestamente non sono certo in grado.”
(Ascantini a Firenze, al Mario Lodigiani, con I Medicei)
3) Il futuro per il rugby italiano, come lo vedi?
FA) L’attività nelle scuole, del resto quello che negli anni 70 ed 80 si era puntato, e in quel periodo avevamo appunto Aldo Invernici, un vero educatore, si fecero molti passi in avanti. Inserendo allenatori stranieri la situazione cambio’, quasi sempre a nostro svantaggio. Insomma se vogliamo migliorarci occorre una scuola tecnica italiana, rispettando anche le altre scuole, pero’ non si devono abbandonare le nostre caratteristiche. Attualmente in molte partite di rugby dei nostri campionati sembra quasi di assistere ad un confronto di calcio. Non si fa altro che calciare, la palla all’ala raramente arriva a discapito del gioco.
Il calcio è sempre risultato una esigenza
determinata da una particolare situazione sulla pressione, quando la pressione non
c’è ? Quante volte ci si butta a terra per fare la ruck, ai tempi una ruck era
una conseguenza di una pressione avversaria, ora spesso ci si butta a terra
prima dell’impatto, tutto cio’ è contro la nostra natura.” (rr)
" impariamo a giocare coi bambini
senza sentirci sminuiti nel prestigio
della nostra personalità, costruiamo il gioco
con partecipazione e creatività, divertiamoci
con i tanti piccoli amici e riusciremo
a realizzare quanto alcuni, specie
ai giorni nostri, ritengono un'utopia:
comunicare con il meraviglioso
mondo del fanciullo..................."
Franco Ascantini 1981 (tratta dal libro Franco come il rugby) di Antonio Falda.
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