lunedì 24 gennaio 2022

TRE QUESITI A.................. Franco Ascantini, una "leggenda" della palla ovale italiana!


FRANCO ASCANTINI, beneventano doc, vanta un palmares rugbistico a dir poco invidiabile, e difficilmente riscontrabile nel mondo della palla ovale nazionale ed internazionale. Da giocatore ha conquistato due scudetti nel 1965 e 1966 con la Partenope Napoli (foto sotto), da allenatore ha guidato Benevento, San Donà, Viterbo, CUS Roma Unibit, Calvisano, Lyons Piacenza, Vasari Arezzo, e nel tempo ha comunque concesso le sue istruttive collaborazioni tecniche con varie consulenze. Ascantini è stato anche vice allenatore nella Nazionale guidata da Pierre Villepreux, un XV Azzurro che ha regalato grandi soddisfazioni, per poi operare come Tecnico Federale dal 1981 al 1985.


Da sin. In piedi : BOLLESAN D'ORAZIO GRIECO DE FALCO GELORMINI VELLECCO SILVESTRI ASCANTINI accosciati PEPPINO( mass) CARLOTTO PERRINO FUSCO MARTONE AUGERI AMBRON BOSCAINO

Attualmente Ascantini, raggiunta una certa età, vive a Roma ed ha lasciato gli impegni come tecnico, se non dedicandosi saltuariamente ad alcune consulenze con i club del centro sud.

Per i nostri servizi “TRE QUESITI A......” lo abbiamo contattato e ci ha espresso i suoi pensieri, le sue idee che nel nel tempo non sono cambiate.


   (Ascantini a Corviale/Roma, la "casa" dell'Arvalia Villa Pamphili)

1)    Il difficile  biennio 2020/2021 come è stato affrontato?

FA) Come tutti, sperando migliori la situazione, ma non seguo piu’ direttamente certi impegni per motivi di età ovviamente. Rispondo con grande piacere ai numerosi inviti e trascorro molti simpatici momenti con alcune Società soprattutto laziali e campane.”


  (Ascantini a Benevento)


2)    Due anni con la mancanza, per lunghi periodi, del gioco, ma quali effetti ci si puo’ aspettare?

FA) Poco tempo fa ho incontrato il nuovo Presidente FIR, Marzio Innocenti, e gli ho ribadito che sarebbe proprio l’ora ricominciassimo come negli anni 70 ed 80 a ripresentare le nostre caratteristiche nazionali anche culturali, tenendo presente anche i rapporti a livello internazionale. Principalmente a mio parere dovremo creare una scuola tecnica tutta italiana, del resto sappiamo bene che le nostre caratteristiche negli anni  ci hanno permesso in tutti gli altri campi, comprese attività artistiche etc. etc., di competere ad alto livello. Bisognerebbe continuare in questa direzione, tenendo presente che noi piu’ che di potenza esasperata, tipo anglosassone, siamo capaci di individuare soluzioni tecniche e tattiche  fantasiose e idonee a molte situazioni. Se riuscissimo a rifare tutto quello che si fece al momento della Presidenza di Aldo Invernici, sarebbe una cosa fantastica!”


  (Ascantini con le Fiamme Oro Roma)


E proprio in quel periodo si lavorava con grande impegno e con costrutto e quello stesso lavoro, ribadisce ASCANTINI.. “ci permise gradualmente di arrivare al Sei Nazioni, ora invece siamo in grande difficoltà. Ovviamente tecoricamente potrei anche dare una mano, fisicamente onestamente non sono certo in grado.”


  (Ascantini a Firenze, al Mario Lodigiani, con I Medicei)


3)    Il futuro per il rugby italiano, come lo vedi?

      FA) L’attività nelle scuole, del resto quello che negli anni 70 ed 80 si era puntato, e in quel periodo avevamo appunto Aldo Invernici, un vero educatore, si fecero molti passi in avanti. Inserendo allenatori stranieri la situazione cambio’, quasi sempre a nostro svantaggio. Insomma se vogliamo migliorarci occorre una scuola tecnica italiana, rispettando  anche le altre scuole, pero’ non si devono abbandonare le nostre caratteristiche. Attualmente in molte partite di rugby dei nostri campionati sembra quasi di assistere ad un confronto di calcio. Non si fa altro che calciare, la palla all’ala raramente arriva a discapito del gioco.

 Il calcio è sempre risultato una esigenza determinata da una particolare situazione sulla pressione, quando la pressione non c’è ? Quante volte ci si butta a terra per fare la ruck, ai tempi una ruck era una conseguenza di una pressione avversaria, ora spesso ci si butta a terra prima dell’impatto, tutto cio’ è contro la nostra natura.” (rr)

" impariamo a giocare coi bambini

senza sentirci sminuiti nel prestigio

della nostra personalità, costruiamo il gioco

con partecipazione e creatività, divertiamoci

con i tanti piccoli amici e riusciremo

a realizzare quanto alcuni, specie

ai giorni nostri, ritengono un'utopia:

comunicare con il meraviglioso

mondo del fanciullo..................."

Franco Ascantini 1981  (tratta dal libro Franco come il rugby) di Antonio Falda.

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