"Fermarsi
non significa dimenticare quello che siamo. E' una pausa di riflessione che,
per noi tecnici, è un'occasione per studiare e approfondire i concetti da
offrire ai ragazzi, mentre per loro è un modo per ripartire in maniera
adeguata".
Così
Angelo Iozzia, tecnico dell'Under 16 del Ragusa Rugby, fotografa la Fase Uno e
la Fase Due dell'emergenza Coronavirus.
"Per
me, si è trattato del primo anno alla guida di questa squadra giovanile, visto
che mi ero sempre occupato, finora, delle formazioni Senior.
Ho
trovato dei bravissimi ragazzi, educati, che mi hanno subito accolto nella loro
squadra, creando una bella alchimia. Del resto, molti di loro sono cresciuti
insieme, con un'identità di gruppo, quindi, molto forte.
Sono
entrato in contatto con loro, senza imporre delle scelte, ma condividendo con
il gruppo il processo decisionale.
Il
rugby, del resto, è lo sport delle responsabilità per eccellenza; quindi,
soprattutto in una formazione giovanile, queste vanno discusse, insieme.
Anche
perchè, quando un giocatore si sacrifica in campo, deve essere convinto della
responsabilità che da assolvere al servizio della squadra. Del resto, i
risultati non sono stati il nostro obiettivo principale di quest'anno.
In
ogni partita, però, abbiamo colto un aspetto positivo, anche se le gioie, devo
dirlo, non sono state moltissime.
Come
ripeto spesso, non è importante quello che succede in campo: la domenica, se si
vince, è un bene, se si perde, è l'occasione per imparare qualcosa in più.
D'altra
parte l'obiettivo societario è quello di creare, in ogni categoria, in accordo
con Adriano Nicita e con tutto lo staff tecnico, un sistema di vasi
comunicanti, all'insegna della condivisione del lavoro e delle esperienze,
riuscendo così, nel salto da una categoria all'altra, a far conservare ai
nostri ragazzi quel bagaglio di conoscenze necessario a non dover ricominciare,
ogni volta, da capo.
Questo
stop, giustissimo, è stato però un vero peccato; stavamo iniziando, infatti, a
far vedere cose molto interessanti, più che dal punto di vista tecnico a
livello caratteriale, affrontando le partite come un gruppo coeso.
Anche
perchè l'Under 16 di quest'anno era, in un certo senso, al debutto essendo
passata dall'Under 14, ovvero un rugby ludico, ad una categoria che è la prima
porta per il rugby degli adulti.
Abbiamo
sofferto, ovviamente, la differenza fisica con le altre squadre siciliane,
molto ben preparate fisicamente, tatticamente e tecnicamente. La prima parte
della stagione, quindi, è stato un adattamento in vista della prossima stagione,
dove saremmo stati i più grandi.
L'obiettivo
di questi mesi di inattività, è stato quindi, attraverso un programma di
allenamento mirato, di farci trovare pronti, fisicamente, per riprendere il più
velocemente possibile mantenendo una certa tonicità muscolare.
Con
la Fase Due, ora, possiamo iniziare un allenamento all'aperto, ovviamente a
livello individuale, che può farci progredire ulteriormente.
L'auspicio
è che, quando arriveremo alla prossima fase, auspico nel più breve tempo
possibile, i ragazzi siano in una condizione quantomeno presentabile, per
vivere, al meglio, l'avvio della prossima stagione".
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