L'Aquila Rugby vs Ragusa Rugby 24 – 10 (UNDER 16)
“Il primo quarto d’ora
abbiamo fatto vedere il nostro rugby. Poi abbiamo staccato la spina, e
lentamente si è spenta la luce…”
Le parole di coach Massimo Lucenti fotografano in maniera lucida e impietosa l’andamento del match che la nostra Under 16 ha perso a L’Aquila.
24-10 il risultato finale, ma la differenza nel punteggio non dà affatto la misura del reale gap tra le due squadre: gli abruzzesi di montagna ruminano rugby d’alta quota, campestre e percussivo, senza un granché di organizzazione a dispetto di cotanta tradizione nella palla ovale; i nostri ragazzi, in quei 15 minuti iniziali danno prova di velocità e di aggressività, schiacciando i neroverdi avversari a ridosso della propria linea di meta, senza possibilità di spezzare quella pressione. Calci calci e ancora calci per tenere lontana l’ondata ragusana, che comunque torna velocemente alla carica.
Le parole di coach Massimo Lucenti fotografano in maniera lucida e impietosa l’andamento del match che la nostra Under 16 ha perso a L’Aquila.
24-10 il risultato finale, ma la differenza nel punteggio non dà affatto la misura del reale gap tra le due squadre: gli abruzzesi di montagna ruminano rugby d’alta quota, campestre e percussivo, senza un granché di organizzazione a dispetto di cotanta tradizione nella palla ovale; i nostri ragazzi, in quei 15 minuti iniziali danno prova di velocità e di aggressività, schiacciando i neroverdi avversari a ridosso della propria linea di meta, senza possibilità di spezzare quella pressione. Calci calci e ancora calci per tenere lontana l’ondata ragusana, che comunque torna velocemente alla carica.
Dopo 5 minuti, Ragusa va in meta, ma l’arbitro non convalida a suo dire per un
doppio movimento. Passano altri 5 minuti, e stavolta Saro Tumino trova una
breccia tra i pali, carica a testa bassa e schiaccia in meta. Lo stadio è
ammutolito, parecchi addetti ai lavori, a bordo campo, esprimono parole
lusinghiere nei confronti dei ragazzi venuti dalla Sicilia, ma intanto il
calcio va fuori d’un nulla.
Pochi altri minuti, la risacca iblea verso l’area di meta avversaria inizia a
perdere d’intensità, ma non prima di una ennesima azione giocata non benissimo
sulla destra, con la difesa comunque affannosa degli aquilani a pochi metri
dalla loro linea di meta.
Tutta qui la partita dei nostri. Da quel momento i padroni di casa iniziano a premere, a usare il fisico per impatti non sempre leali, e i giovani ragusani smettono di giocare a rugby per rispondere a tono.
A fine tempo, L’Aquila è lì che prova e riprova, finché passa. La meta viene trasformata, e si va al riposo sul risultato di 7-5 per i neroverdi.
Tutta qui la partita dei nostri. Da quel momento i padroni di casa iniziano a premere, a usare il fisico per impatti non sempre leali, e i giovani ragusani smettono di giocare a rugby per rispondere a tono.
A fine tempo, L’Aquila è lì che prova e riprova, finché passa. La meta viene trasformata, e si va al riposo sul risultato di 7-5 per i neroverdi.
Ci si aspetta, a questo
punto, un ritorno di fiamma da parte dei ragazzi del Ragusa Rugby. E invece
arriva la seconda meta abruzzese (12-5), dopo un salvataggio miracoloso di
Alberto Nicita sulla linea di meta (avversario spinto fuori, in tuffo
disperato, oltre la linea laterale). Intanto la partita degenera, anche
l’arbitro commette plausibilmente qualche errore sotto la pioggia: ma richiama
i capitani dopo l’ennesimo parapiglia, estraendo il cartellino giallo per il
capitano di casa.
Neanche così, però, i nostri si riaccendono. Anzi: con l’uomo in meno, gli aquilani passano ancora, con azione confusa, caparbia e anche dura, trasformando la meta (19-5). Nel frattempo però, Alessandro Tuminello – che ha avuto uno scontro vivace con un avversario nell’azione della meta – reagisce verbalmente nei confronti dell’arbitro, il quale estrae giustamente il rosso.
Con l’uomo in meno, e sotto inequivocabilmente, i nostri hanno l’ultima fiammata d’orgoglio. Caricano a testa bassa, vincono scontri, riportano indietro i padroni di casa con un paio di accelerazioni, e passano con il capitano Pierpaolo Pignattelli che schiaccia l’ovale di grande prepotenza. Il calcio di Gabriel Di Natale, da posizione defilata, si frange contro il palo.
19-10. E’ davvero l’ultima fiammata. Basta un’ultima azione avversaria, anche questa parecchio farraginosa, per definire il risultato del match: meta non trasformata, dunque 24-10.
Neanche così, però, i nostri si riaccendono. Anzi: con l’uomo in meno, gli aquilani passano ancora, con azione confusa, caparbia e anche dura, trasformando la meta (19-5). Nel frattempo però, Alessandro Tuminello – che ha avuto uno scontro vivace con un avversario nell’azione della meta – reagisce verbalmente nei confronti dell’arbitro, il quale estrae giustamente il rosso.
Con l’uomo in meno, e sotto inequivocabilmente, i nostri hanno l’ultima fiammata d’orgoglio. Caricano a testa bassa, vincono scontri, riportano indietro i padroni di casa con un paio di accelerazioni, e passano con il capitano Pierpaolo Pignattelli che schiaccia l’ovale di grande prepotenza. Il calcio di Gabriel Di Natale, da posizione defilata, si frange contro il palo.
19-10. E’ davvero l’ultima fiammata. Basta un’ultima azione avversaria, anche questa parecchio farraginosa, per definire il risultato del match: meta non trasformata, dunque 24-10.
Coach Maurizio Fumarola, a fine gara tiene il
solito discorso ai suoi ragazzi, seduti in cerchio: e pone l’accento sul fatto
che abbiano abbandonato il match, e di fare rugby, solo per metterla sullo
stesso piano dei loro avversari, tutto fisico e scontro totale.
“A ogni scontro poco corretto si risponde soltanto facendo meta, alla durezza del nostro avversario si risponde giocando come sappiamo…”, queste le parole. “E oggi, ad un certo punto, non lo abbiamo più fatto. Abbiamo smesso di attaccare…”
“A ogni scontro poco corretto si risponde soltanto facendo meta, alla durezza del nostro avversario si risponde giocando come sappiamo…”, queste le parole. “E oggi, ad un certo punto, non lo abbiamo più fatto. Abbiamo smesso di attaccare…”
Più ermetico il presidente Erman Di Natale, rimasto
sotto la pioggia a bordo campo. “Resta un grande rammarico, perché potevamo
benissimo farcela. Ma loro per primi devono convincersi di non essere inferiori
a nessuno, quando decidono di giocare…..”
Speriamo allora che decidano di giocare, sempre, tutte le rimanenti
partite, compreso il recupero col Villa Pamphili. Quello che sanno fare questi
ragazzi lo sappiamo veramente bene. (Sergio Randazzo)
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