Il sogno del capitano infortunato: “Salviamoci il prima possibile e il
prossimo anno andremo insieme ai play off”
Dal 15
gennaio, giorno dell’operazione all’anca destra, è costretto a seguire la
squadra dalla panchina e così sarà per il resto della stagione. Una sensazione
dolorosa per un guerriero come lui, quasi più del problema fisico che ormai ne
limitava le performance in campo.
Sandro
Giovannelli, 38enne capitano e anima del Fano Rugby, ha dovuto anzitempo terminare il campionato per risolvere un problema che
si porta dietro dalla nascita, ma per questo non ha abbandonato il suo spirito
battagliero e suona la carica ai suoi compagni che in questo momento della
stagione si ritrovano in una situazione di classifica sicuramente non
preventivabile qualche mese fa.
Dopo tre
giornate della seconda fase, infatti, il Fano Rugby lotta per non retrocedere
in C2 e riprenderà il
suo cammino l’11 marzo proprio in casa della squadra che al momento divide con
i rossoblù l’ultima piazza della classifica. Sarà della partita, anche se solo
da spettatore, anche capitan Giovannelli che ha ben chiaro il motivo di una
stagione così altalenante: “E’ solo una questione di testa – esordisce
Giovannelli -. Tra prima e seconda fase al momento abbiamo affrontato 7 squadre
e nessuna mi ha dato l’impressione di essere più forte di noi. A parte la
trasferta di Jesi, abbiamo tenuto testa a tutti e su tutti i campi ma a volte
il fattore psicologico ha avuto il sopravvento e piuttosto che la
consapevolezza di essere forti anche se in formazione rimaneggiata, ci siamo
lasciati scoraggiare da questo o quell’infortunio”.
(nella foto Gabriele Breccia vicecapitano Fano ha rilevato momentaneamente il capitano Giovannelli - ph. Federica Marinelli)
E’ già che di infortuni quest’anno il Fano Rugby ne ha subiti
parecchi, costringendo spesso i tecnici Walter Colaiacomo e Franco Tonelli a
varare formazioni inedite: “Di sicuro non è un anno fortunato –
riprende il capitano –, quando vengono a mancare giocatori chiave in ruoli
nevralgici la squadra ne risente, ma ripeto, è più una questione mentale che
tattica perché l’organico, under compresi, è valido e tutti possono sopperire
alle assenze. A questi fattore c’è da aggiungere anche il cambio
dell’allenatore che allunga sempre inevitabilmente i tempi per trovare la
quadra giusta. Il rammarico c’è, perché sarebbe bastato vincere almeno una
delle sei partite iniziali anziché perderle tutte e saremmo arrivati ai play off”.
Play out o play off, comunque la stagione di capitan Sandro sarebbe finita
a metà gennaio. Quando riprenderà? “Ho fatto di tutto per posticipare
l’intervento alla fine della regular season – ci svela – e considerando che i
tempi post operatori si aggirano sui 7/8 mesi, la stagione ormai è finita.
Conto di tornare in campo verso luglio per poi prepararmi al meglio per
l’inizio del campionato 2018/2019 dove spero di dare il mio contributo nella
prima fase prima di rimettermi ai box per operare anche l’anca sinistra”.
Su quale sarà
la categoria nella quale Giovannelli e i suoi compagni inizieranno la prossima
stagione, il capitano ha un sogno, o forse sarebbe meglio definirla richiesta: “Ho fiducia nei miei compagni – conclude – e chiedo loro di
‘regalarmi’ per la guarigione una salvezza tranquilla. Io mi impegnerò con
tutte le mie forze per rimettermi in forma e guidarli il prossimo anno ai play
off per la serie B”.
(Sandro Giovannelli)
La fiducia
che Giovannelli ripone nei sui compagni è rivolta in primis a Gabriele Breccia,
suo storico vice e quindi attualmente investito della carica di leader della
squadra:“Raccogliere
l’eredità di Sandro è per me un onore – spiega Breccia -. Essere capitano di
una squadra significa essere d’esempio perché penso che le parole
convincano, ma è l’esempio che trascina, che ti fa dire ‘lui lo ha fatto e
adesso lo faccio anche io” .
E compito del capitano, Giovannelli e Breccia lo sanno bene, è anche quello
di non perdere mai la calma e di essere contemporaneamente duri e costruttivi
per cementificare il gruppo, valore aggiunto di questo Fano Rugby: “Le
risate e gli sfottò non mancano mai – conferma Breccia – quindi direi che il
morale è sempre alto. I compagni infortunati quando possono si presentano
sia nello spogliatoio che in Club House ed è questo che fa ben sperare
per il futuro”.
Sulla stessa lunghezza d’onda del suo “superiore” per quanto riguarda
l’analisi della stagione: “Siamo stati altalenanti – conclude l’attuale
capitano – e spesso ci siamo fasciati la testa con gli infortuni prima di
rompercela. Siamo giocatori semi-professionisti e non viviamo di solo rugby
(purtroppo), quindi periodi dove ci sono dei rimpasti di ruoli o esperimenti
tattici capitano a tutte le formazioni che giocano al nostro livello, ed è
proprio li che dobbiamo dare il massimo per non far rimpiangere il compagno
assente. Ora l’obiettivo è salvarci il prima possibile per poi continuare a
rendere concrete le potenzialità che abbiamo dimostrato di avere”.
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