La Union
Riviera Rugby a Ruby Social Club su Sky
Tempo di Sei Nazioni, tempo di
Rugby Social Club. Quest’ultimo il piacevole accompagnamento didattico per le
partite del Sei Nazioni. Un’offerta per DMax, il canale del bouquet Sky
che offre il più antico torneo rugbistico (e sportivo) dell’orbe terracqueo al
pubblico di tifosi ed appassionati. La trasmissione è molto di più di un
semplice commento: ospiti, analisi di gioco, spiegazione delle azioni prima,
durante e dopo, con una importante missione allo scopo di rendere il rugby
comprensibile a tutti. In modo particolare alle famiglie che avvicinano i
propri figli allo sport. È poi la vetrina di un’Italia sportiva che lavora,
spesso in condizioni difficili e contesti sociali complessi, che insegna e che
forma, che vive al margine di una dimensione ben altrimenti dominata. È sempre
la voce della miriade di piccole società disperse per lo stivale, presenti in
studio con i propri atleti e dirigenti.
(Da sin. Luigi Ardoino, Presidente, e Massimo Zorniotti , Direttore Sportivo dell'Union Riviera Rugby, durante una premiazione ufficiale)
E questa volta tocca alla Union Riviera
Rugby. Una splendida occasione per essere intervistati ed interagire con
Daniele Piervincenzi, tra l’altro giocatore di una squadra romana e con il
mitico Paul Griffen, neozelandese di nascita, italiano di cuore, indimenticato
mediano di mischia della nazionale. Una figura carismatica, che buca lo schermo
con i suoi esagerati “favoriti” (e guai a tirarglieli in ruck), la sua
competenza e l’aria scanzonata, che lo porta ad apparire spesso in pantaloncini
corti quando altri metterebbero una tuta termica. Il sulfureo giocatore conduttore,
questa volta, in ossequio ad una prassi consolidata, vestirà la maglietta
d’ordinanza della Union Riviera Rugby. L’appuntamento è per il prepartita di
sabato 24 febbraio, negli studi di Cologno Monzese. Succoso appuntamento
soprattutto per far conoscere il mood Union, o meglio, lo spirito
corsaro del rugby nel Ponente ligure. Union Riviera Rugby non vuol dire
solamente “una squadra di rugby”, ma è la materializzazione di un progetto che
ha radici profonde. Siamo in provincia di Imperia. E se dici Imperia, forse non
si sa neanche bene dove si trovi. Se dici San Remo, che è provincia di Imperia,
allora la geografia nazional-popolare ti aiuta. Sì, siamo ai confini d’Italia,
eredi di una terra che dà molto se dai molto alla terra, alla fatica, alla conquista,
alla volontà. Tutto quello che serve per il rugby. Union Riviera Rugby nasce
cinque anni fa. Si tratta di fatto di una franchigia provinciale. Lo spirito è
quello tipicamente rugbistico di unire le forze per esplorare maggiori livelli
di confronto, con gli altri e con sé stessi. Ad alto, altissimo livello, la
realtà delle franchigie provinciali è scontata: ce lo ha insegnato il mondo
australe così come quello celtico. Poi sono giunte anche quelle nazionali o
federali, ad esempio in Italia.
La Union, nel suo angolo d’Italia, fa la sua
parte. Nasce infatti con la volontà di riunire attorno ad un solo progetto i
giocatori seniores da Ventimiglia, che è al confine con la Francia, fino ad
Albenga ed oltre, diciamo ai confini con il Savonese. È così è stato ed è così
che, in breve tempo, ha costruito una solida struttura che ha portato ad una
crescita del movimento generale a livello provinciale. E intanto ad una storica
promozione dalla serie C2 interregionale alla C1 nazionale, fino ad arrivare,
nella penultima stagione, a giocarsi la promozione in serie B. Parteciperanno
alla trasmissione alcuni esponenti di spicco del gruppo. Tutti hanno qualcosa
da raccontare. A cominciare dallo “squalo” Berio, indimenticato pilone, eroe di
mille battaglie. Franzi, altro pilone, uno dalla “botta” onesta, gran
lavoratore, una sicurezza; Ferrua è una seconda linea di sostanza, dotato di un
fisico di sovraumana capacità. Ha saputo superare da par suo un importante
infortunio così come il giovane “Gus” Borzone, uomo-faro di poche parole e
molti fatti. C’è poi Alessandro Castaldo, presente e futuro della preparazione
tecnica ed atletica per la società e, in campo, capace di leggere la partita
come pochi. Fabio Zat potrebbe essere un futuro alter-ego, considerando la
notevole capacità di comunicazione. Prenderà la parola, sicuramente. E infine
Barbotto: per lui, non ci sono parole. La sola presenza è leggenda.
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