giovedì 22 febbraio 2018

La Union Riviera Rugby a Ruby Social Club su Sky

Tempo di Sei Nazioni, tempo di Rugby Social Club. Quest’ultimo il piacevole accompagnamento didattico per le partite del Sei Nazioni. Un’offerta per DMax, il canale del bouquet Sky che offre il più antico torneo rugbistico (e sportivo) dell’orbe terracqueo al pubblico di tifosi ed appassionati. La trasmissione è molto di più di un semplice commento: ospiti, analisi di gioco, spiegazione delle azioni prima, durante e dopo, con una importante missione allo scopo di rendere il rugby comprensibile a tutti. In modo particolare alle famiglie che avvicinano i propri figli allo sport. È poi la vetrina di un’Italia sportiva che lavora, spesso in condizioni difficili e contesti sociali complessi, che insegna e che forma, che vive al margine di una dimensione ben altrimenti dominata. È sempre la voce della miriade di piccole società disperse per lo stivale, presenti in studio con i propri atleti e dirigenti. 

(Da sin. Luigi Ardoino, Presidente, e Massimo Zorniotti , Direttore Sportivo dell'Union Riviera Rugby, durante una premiazione ufficiale)

E questa volta tocca alla Union Riviera Rugby. Una splendida occasione per essere intervistati ed interagire con Daniele Piervincenzi, tra l’altro giocatore di una squadra romana e con il mitico Paul Griffen, neozelandese di nascita, italiano di cuore, indimenticato mediano di mischia della nazionale. Una figura carismatica, che buca lo schermo con i suoi esagerati “favoriti” (e guai a tirarglieli in ruck), la sua competenza e l’aria scanzonata, che lo porta ad apparire spesso in pantaloncini corti quando altri metterebbero una tuta termica. Il sulfureo giocatore conduttore, questa volta, in ossequio ad una prassi consolidata, vestirà la maglietta d’ordinanza della Union Riviera Rugby. L’appuntamento è per il prepartita di sabato 24 febbraio, negli studi di Cologno Monzese. Succoso appuntamento soprattutto per far conoscere il mood Union, o meglio, lo spirito corsaro del rugby nel Ponente ligure. Union Riviera Rugby non vuol dire solamente “una squadra di rugby”, ma è la materializzazione di un progetto che ha radici profonde. Siamo in provincia di Imperia. E se dici Imperia, forse non si sa neanche bene dove si trovi. Se dici San Remo, che è provincia di Imperia, allora la geografia nazional-popolare ti aiuta. Sì, siamo ai confini d’Italia, eredi di una terra che dà molto se dai molto alla terra, alla fatica, alla conquista, alla volontà. Tutto quello che serve per il rugby. Union Riviera Rugby nasce cinque anni fa. Si tratta di fatto di una franchigia provinciale. Lo spirito è quello tipicamente rugbistico di unire le forze per esplorare maggiori livelli di confronto, con gli altri e con sé stessi. Ad alto, altissimo livello, la realtà delle franchigie provinciali è scontata: ce lo ha insegnato il mondo australe così come quello celtico. Poi sono giunte anche quelle nazionali o federali, ad esempio in Italia.
 La Union, nel suo angolo d’Italia, fa la sua parte. Nasce infatti con la volontà di riunire attorno ad un solo progetto i giocatori seniores da Ventimiglia, che è al confine con la Francia, fino ad Albenga ed oltre, diciamo ai confini con il Savonese. È così è stato ed è così che, in breve tempo, ha costruito una solida struttura che ha portato ad una crescita del movimento generale a livello provinciale. E intanto ad una storica promozione dalla serie C2 interregionale alla C1 nazionale, fino ad arrivare, nella penultima stagione, a giocarsi la promozione in serie B. Parteciperanno alla trasmissione alcuni esponenti di spicco del gruppo. Tutti hanno qualcosa da raccontare. A cominciare dallo “squalo” Berio, indimenticato pilone, eroe di mille battaglie. Franzi, altro pilone, uno dalla “botta” onesta, gran lavoratore, una sicurezza; Ferrua è una seconda linea di sostanza, dotato di un fisico di sovraumana capacità. Ha saputo superare da par suo un importante infortunio così come il giovane “Gus” Borzone, uomo-faro di poche parole e molti fatti. C’è poi Alessandro Castaldo, presente e futuro della preparazione tecnica ed atletica per la società e, in campo, capace di leggere la partita come pochi. Fabio Zat potrebbe essere un futuro alter-ego, considerando la notevole capacità di comunicazione. Prenderà la parola, sicuramente. E infine Barbotto: per lui, non ci sono parole. La sola presenza è leggenda.

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