Cesare diceva “Il dado è
tratto”, e così è per questo campionato. Il dato è tratto sì, ma quanti di voi
sono a conoscenza di cosa c’è stato dietro le vittorie e le sconfitte del Rugby
Segni? “Tanti sono stati coloro che hanno chiacchierato, criticato e commentato
ma la realtà è che non sono mai entrati in campo”. Commenta Giammarco Tondi,
sottolineando quanto complesso sia il giocare una partita di Rugby, quanti
elementi si combinino in quegli ottanta minuti di fuoco.
Lo sport ci porta lungo un percorso, nel quale di vitale importanza non è il risultato finale, bensì il cammino intrapreso per arrivare al traguardo. Esso può essere liscio oppure incidentato, possiamo trovare la strada piana oppure tortuosa. Tanti sono gli ostacoli, i quali possono essere superati, evitati e a volte anche fatali; tuttavia ci permettono di imparare, crescere e ottenere una visione più matura della situazione. Attraverso ostacoli ed errori riusciamo a perfezionare la nostra ottica, a vedere ciò che accade in modo maggiormente oggettivo e di conseguenza a renderci diversi, migliori.
Così è stato per i nostri ragazzi che, il giorno della gara finale di campionato, durante il terzo tempo e negli allenamenti, si sono gentilmente prestati nel rispondere a qualche domanda sommativa circa l’andamento della stagione. Oltre a loro si sono aggiunti anche persone cardine all’interno della società rugbistica come il Presidente Augusto Priori, il direttore tecnico Roberto Vari, il direttore Sportivo Andrea Graziosi, gli allenatori Tiziano Perugini e Claudio Maciocia, la dottoressa Daniela Caporilli.
Lo sport ci porta lungo un percorso, nel quale di vitale importanza non è il risultato finale, bensì il cammino intrapreso per arrivare al traguardo. Esso può essere liscio oppure incidentato, possiamo trovare la strada piana oppure tortuosa. Tanti sono gli ostacoli, i quali possono essere superati, evitati e a volte anche fatali; tuttavia ci permettono di imparare, crescere e ottenere una visione più matura della situazione. Attraverso ostacoli ed errori riusciamo a perfezionare la nostra ottica, a vedere ciò che accade in modo maggiormente oggettivo e di conseguenza a renderci diversi, migliori.
Così è stato per i nostri ragazzi che, il giorno della gara finale di campionato, durante il terzo tempo e negli allenamenti, si sono gentilmente prestati nel rispondere a qualche domanda sommativa circa l’andamento della stagione. Oltre a loro si sono aggiunti anche persone cardine all’interno della società rugbistica come il Presidente Augusto Priori, il direttore tecnico Roberto Vari, il direttore Sportivo Andrea Graziosi, gli allenatori Tiziano Perugini e Claudio Maciocia, la dottoressa Daniela Caporilli.
Vi prego di proseguire con la lettura se è nata in voi almeno un po’ di
curiosità. Questa è stata l’occasione dei ragazzi di farsi ascoltare e forse
anche di sentirsi un po’ speciali, perciò prendetevi la briga di rivivere le
loro voci durante la lettura.
Di base, il campionato è stato diviso in due fasi, una prima e una seconda, e per il Rugby Segni tale divisione è stata particolarmente marcata dall’andamento di gioco. Durante il primo periodo il 1° XV ha riscontrato molte vittorie, la grinta era tanta, come tanta era la determinazione di andare ai play-off, guadagnando dunque la possibilità di non retrocedere in c2. Tutti questi fattori hanno spinto i nostri a dare tanto, a sputare sangue sul campo senza però battere ciglio. Dopo tale ascesa però v’è stata una discesa, riscontratasi nella seconda fase dove, per diversi motivi che fra poco menzioneremo, il 1° XV segnino ha allentato la presa guadagnando, purtroppo, più sconfitte che vittorie.
“Durante la prima fase mi sentivo entusiasta, emozionato, carico. Poi però la cosa è scemata e ci siamo un po’ persi. A mio parere è perché non tutti abbiamo frequentato assiduamente il campo per gli allenamenti, e ciò purtroppo si è potuto notare”, commenta Daniele Battisti e la squadra è in accordo con lui, tanto che diversi commenti volano durante la sua intervista, ma nulla viene pronunciato con l’intento di screditare. “Gli allenamenti erano più motivanti quando eravamo in gran numero, soprattutto per chi come me viene da fuori” , Flavio Fadanelli, più e più volte nominato Man Of The Match delle gare vinte si è trovato dalla stessa parte del collega Battisti. Si è aggiunto poi il commento di Augusto Fagiolo, simile a quello dei due compagni precedentemente citati:
Di base, il campionato è stato diviso in due fasi, una prima e una seconda, e per il Rugby Segni tale divisione è stata particolarmente marcata dall’andamento di gioco. Durante il primo periodo il 1° XV ha riscontrato molte vittorie, la grinta era tanta, come tanta era la determinazione di andare ai play-off, guadagnando dunque la possibilità di non retrocedere in c2. Tutti questi fattori hanno spinto i nostri a dare tanto, a sputare sangue sul campo senza però battere ciglio. Dopo tale ascesa però v’è stata una discesa, riscontratasi nella seconda fase dove, per diversi motivi che fra poco menzioneremo, il 1° XV segnino ha allentato la presa guadagnando, purtroppo, più sconfitte che vittorie.
“Durante la prima fase mi sentivo entusiasta, emozionato, carico. Poi però la cosa è scemata e ci siamo un po’ persi. A mio parere è perché non tutti abbiamo frequentato assiduamente il campo per gli allenamenti, e ciò purtroppo si è potuto notare”, commenta Daniele Battisti e la squadra è in accordo con lui, tanto che diversi commenti volano durante la sua intervista, ma nulla viene pronunciato con l’intento di screditare. “Gli allenamenti erano più motivanti quando eravamo in gran numero, soprattutto per chi come me viene da fuori” , Flavio Fadanelli, più e più volte nominato Man Of The Match delle gare vinte si è trovato dalla stessa parte del collega Battisti. Si è aggiunto poi il commento di Augusto Fagiolo, simile a quello dei due compagni precedentemente citati:
“Non era molto motivante salire al campo sportivo e trovare uno scarso
numeri di giocatori, a causa di ciò non siamo riusciti a svolgere il programma
prestabilito”. Il capitano del 1° XV, Matteo Calenne, purtroppo infortunatosi
durante la seconda fase di campionato per il solito problema al ginocchio, ci
tiene ad aggiungere una nota positiva in tutto ciò: “Quest’anno siamo rimasti
in pochi ma sono molto fiducioso per il prossimo, dal momento che il gruppo è
ben saldo e che sono saliti in campo ad allenarsi alcuni elementi dell’under
18-19”.
Il direttore sportivo, Andrea Graziosi, riporta inoltre un altro aspetto che ha caratterizzato l’andamento del campionato. “Non condivido molto la scelta dei due gironi per il campionato poiché la squadra perde di concentrazione una volta entrata in play-off, e non potendo quindi né retrocedere, né però andare avanti”. In molti concordano su questo punto di vista, ed è così che si inserisce un altro tassello fondamentale che descrive i processi di un anno d’allenamenti. Un altro elemento ancora viene aggiunto da Franco Alessi che si è rivelato essere un timido ma buon oratore. “L’andamento del campionato è stato dovuto anche ai giocatori che componevano la squadra, molti di noi sono giovani e con ciò inesperti”. Effettivamente la rosa della prima squadra è composta da elementi freschi, come per esempio Giorgio Ferretti, che però mostrano tenacia e voglia di fare, grinta. A proposito di giovani, Stefano Colaiacomo commenta “Quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di ragazzi giovani in campo, con poca esperienza sì, ma che comunque hanno avuto modo di migliorare le proprie prestazioni, soprattutto grazie agli allenatori, Claudio Maciocia e Tiziano Perugini”. Ed ecco qui allora che ci è possibile passare ad un nuovo argomento, i due allenatori. Come sono visti dalla squadra? Cosa i giocatori hanno captato dei loro insegnamenti, degli incoraggiamenti e dei rimproveri? Senza dubbio le risposte a tutto ciò sono molto positive, C. Maciocia e T. Perugini sono stati, durante la stagione, un duo formidabile.
Il direttore sportivo, Andrea Graziosi, riporta inoltre un altro aspetto che ha caratterizzato l’andamento del campionato. “Non condivido molto la scelta dei due gironi per il campionato poiché la squadra perde di concentrazione una volta entrata in play-off, e non potendo quindi né retrocedere, né però andare avanti”. In molti concordano su questo punto di vista, ed è così che si inserisce un altro tassello fondamentale che descrive i processi di un anno d’allenamenti. Un altro elemento ancora viene aggiunto da Franco Alessi che si è rivelato essere un timido ma buon oratore. “L’andamento del campionato è stato dovuto anche ai giocatori che componevano la squadra, molti di noi sono giovani e con ciò inesperti”. Effettivamente la rosa della prima squadra è composta da elementi freschi, come per esempio Giorgio Ferretti, che però mostrano tenacia e voglia di fare, grinta. A proposito di giovani, Stefano Colaiacomo commenta “Quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di ragazzi giovani in campo, con poca esperienza sì, ma che comunque hanno avuto modo di migliorare le proprie prestazioni, soprattutto grazie agli allenatori, Claudio Maciocia e Tiziano Perugini”. Ed ecco qui allora che ci è possibile passare ad un nuovo argomento, i due allenatori. Come sono visti dalla squadra? Cosa i giocatori hanno captato dei loro insegnamenti, degli incoraggiamenti e dei rimproveri? Senza dubbio le risposte a tutto ciò sono molto positive, C. Maciocia e T. Perugini sono stati, durante la stagione, un duo formidabile.
“Per me il
cambiamento è stato molto buono, è stato decisamente positivo vedere facce
nuove in campo, allenarsi seguendo delle tecniche nuove. Abbiamo imparato
molto”, dichiara Damiano Rori; anche Kristiyan Rusinov è dello stesso parere e
fa un commento speciale riguardo T. Perugini “Durante il campionato gli
allenatori mi hanno motivato ma anche messo un po’ sotto pressione, il che non
è stato però negativo, è stato il giusto che è servito a spingermi a fare
meglio, soprattutto da parte di Tiziano che ho capito tenga a me come giocatore
e che voglia farmi crescere”. Tiziano è semplicemente Tiziano, esplosivo ma gli
vogliamo bene per questo”.
Se avete seguito le novità della nostra squadra di sicuro saprete che a Gennaio due ragazzi, Davide Stefanucci e Marco Roberti, si sono trasferiti dal Colleferro al Segni giocando con noi nella seconda parte di campionato. Nella prima intervista a loro rivolta tanti sono stati i buoni propositi dichiarati, ma ora hanno potuto commentare circa qualcosa di fatto e compiuto, non più campato per aria. “Per quanto mi riguarda ho avuto modo di divertirmi, mi sono trovato in sintonia con gli allenatori e per ciò riguarda me stesso avrei potuto fare di più, ma purtroppo non avevo una preparazione atletica alle spalle essendo arrivato tardi”, ci dice Stefanucci, mentre Roberti, di poche parole e molto cordiale riporta “Sono arrivato a metà campionato ma ciò non mi ha demotivato, anzi, il contrario. Ammetto di dover migliorare parecchio, e non credo smetterò mai di farlo, ci sarà sempre qualcosa che mi spingerà a fare di più”. Come non affezionarsi a una squadra del genere?
Altro giocatore che avrebbe potuto e voluto fare di più è Alessandro Stefanucci che dichiara: “Mi sono sentito molto motivato durante gli allenamenti dalla squadra e dagli allenatori, tuttavia il mio operato sarebbe potuto essere migliore. Non sono molto soddisfatto di me stesso poiché non avendo avuto la possibilità di allenarmi molto non sono riuscito ad acquisire la giusta forma fisica”.
Se avete seguito le novità della nostra squadra di sicuro saprete che a Gennaio due ragazzi, Davide Stefanucci e Marco Roberti, si sono trasferiti dal Colleferro al Segni giocando con noi nella seconda parte di campionato. Nella prima intervista a loro rivolta tanti sono stati i buoni propositi dichiarati, ma ora hanno potuto commentare circa qualcosa di fatto e compiuto, non più campato per aria. “Per quanto mi riguarda ho avuto modo di divertirmi, mi sono trovato in sintonia con gli allenatori e per ciò riguarda me stesso avrei potuto fare di più, ma purtroppo non avevo una preparazione atletica alle spalle essendo arrivato tardi”, ci dice Stefanucci, mentre Roberti, di poche parole e molto cordiale riporta “Sono arrivato a metà campionato ma ciò non mi ha demotivato, anzi, il contrario. Ammetto di dover migliorare parecchio, e non credo smetterò mai di farlo, ci sarà sempre qualcosa che mi spingerà a fare di più”. Come non affezionarsi a una squadra del genere?
Altro giocatore che avrebbe potuto e voluto fare di più è Alessandro Stefanucci che dichiara: “Mi sono sentito molto motivato durante gli allenamenti dalla squadra e dagli allenatori, tuttavia il mio operato sarebbe potuto essere migliore. Non sono molto soddisfatto di me stesso poiché non avendo avuto la possibilità di allenarmi molto non sono riuscito ad acquisire la giusta forma fisica”.
A proposito di lavorare su se stessi, e di riflessioni personali, di rilevante
importanza è l’autocritica di Roberto Colaiacomo “Non sono molto contento della
stagione, potevamo e dovevamo fare di più, non sono molto contento di me stesso
perché ammetto che sarebbe stato più auspicabile se fossi stato continuo
durante il campionato”. Allacciandoci all’argomento continuità veniamo alle
parole di Matteo Napoli che, sfortunatamente, ha potuto giocare solo nella
prima fase di campionato e in qualche partita della seconda prima di rompersi
una clavicola. Nonostante l’infortunio seguito poi anche da problemi personali,
l’atleta non ha smesso di frequentare il campo, di restare vicino ai propri
amici e la squadra stessa non lo ha abbandonato. (Ricordiamo lo striscione
solidale fatto in suo onore.) Questo è il suo commento: “Il campionato
certamente sarebbe potuto andare meglio, in particolar modo nella seconda fase,
ma come già annoverato il numero non è stato dalla nostra parte. Per quanto mi
riguarda avrei voluto dare di più, giocando di più ma purtroppo non mi è stato
possibile. Darò tutto me stesso il prossimo anno”. Anche Jacopo Rahmani e
Leonardo Tranchini si trovano in accordo con i propri compagni e amici, le
stesse sono dunque le autocritiche e il commento riguardo la stagione. “Si può
e si deve dare sempre di più, su questo non c’è dubbio. Il campionato ormai è
andato ma non c’è da disperare, miglioreremo l’anno a venire”, dice Tranchini,
e Rahmani conferma “Mi dispiace che la seconda fase di campionato non sia
andata come sperato e come progettato e che ci siamo un po’ lasciati andare
rispetto alla prima, ma sono fiducioso per la prossima stagione”.
Alla loro voce si aggiunge quella di Mario Guarna, tornato in campo dopo tanto, il quale sicuramente non contesta le opinioni del resto della squadra ma aggiunge anche un fattore importante, il divertimento; perché senza quello non esisterebbe il vero sport, quello sano e che fa crescere. “Era da molto che non giocavo, e dopo tutto devo dire che mi sono divertito, credo che questo sia un punto rilevante all’interno del Rugby. Per quanto riguarda il gioco, miglioreremo”.
All’interno della squadra le mie domande non hanno scaturito solamente autocritiche, ma anche tratti positivi. Luciano Centi dice “Nonostante tutto siamo riusciti a sfruttare con intelligenza i nostri punti forti, ovvero la mischia ordinata che si è rivelata essere a un livello superiore di squadre che lottavano per la serie B. Come giocatore invece, posso affermare che avrei potuto dare di più, ma non mi è stato possibile causa lavoro e causa infortunio”. A questo punto occorre fare un grande augurio di pronta guarigione a Centi Luciano che da poco è stato operato!!
Gli atleti sono molti, per cui pazientate ancora un poco e proseguite nella lettura se almeno un po’ di curiosità vi ha attanagliati.
Passiamo alla testimonianza di Walid Moustaquime, entrato l’anno scorso a far parte dei nostri, ragazzo volenteroso e determinato. Anche lui si trova sulla stessa barca dei compagni riguardo l’idea generale del campionato, ma aggiunge che “Nonostante tutto, giocatori che purtroppo sono mancati, infortuni eccetera, siamo rimasti uniti, siamo stati motivati, in particolar modo da Claudio Maciocia”.
I commenti degli atleti non finiscono qui, ne sono rimasti ancora alcuni, che verranno citati per ultimi ma ciò non gli conferisce meno importanza.
Grande veterano della squadra è Roberto Sposi, denominato da tutti Pitt (il significato di tale soprannome è pressoché immaginabile) al quale è stata riservata una domanda speciale, un po’ diversa dalle altre. Gli è stato chiesto se gli sarebbe piaciuto allenare quelli che ora sono ancora i suoi compagni, e la risposta è stata molto esaustiva: “Sì, mi piacerebbe allenare i ragazzi, sarebbe una grande opportunità sia per me che per loro. Il Rugby mi ha dato tanto, porto un gran carico di grinta e emozioni dentro di me, e mi piacerebbe tirarlo fuori ma non solo, vorrei trasmetterlo anche ai ragazzi. Vorrei dare loro una grinta maggiore, una più grande voglia di vincere e di combattere fino all’ultimo anche se si è stremati. Mi piacerebbe fargli provare le stesse emozioni che ho provato in passato, e che provo anche oggi”.
Da R. Sposi, giocatore di grande esperienza, diamo la parola all’appena diciottenne Giorgio Ferretti: “Il campionato è andato come è andato, la squadra deve crescere e su questo non c’è dubbio. Lo si è potuto notare soprattutto perché alcune partite ci sono risultate particolarmente difficili. Dal canto mio sono contento, sia del mio inserimento nella squadra sia di come gli altri mi hanno trattato. I giocatori con maggiore esperienza per esempio, mi sono stati molto dietro, dandomi consigli e standomi vicino”.
Alla loro voce si aggiunge quella di Mario Guarna, tornato in campo dopo tanto, il quale sicuramente non contesta le opinioni del resto della squadra ma aggiunge anche un fattore importante, il divertimento; perché senza quello non esisterebbe il vero sport, quello sano e che fa crescere. “Era da molto che non giocavo, e dopo tutto devo dire che mi sono divertito, credo che questo sia un punto rilevante all’interno del Rugby. Per quanto riguarda il gioco, miglioreremo”.
All’interno della squadra le mie domande non hanno scaturito solamente autocritiche, ma anche tratti positivi. Luciano Centi dice “Nonostante tutto siamo riusciti a sfruttare con intelligenza i nostri punti forti, ovvero la mischia ordinata che si è rivelata essere a un livello superiore di squadre che lottavano per la serie B. Come giocatore invece, posso affermare che avrei potuto dare di più, ma non mi è stato possibile causa lavoro e causa infortunio”. A questo punto occorre fare un grande augurio di pronta guarigione a Centi Luciano che da poco è stato operato!!
Gli atleti sono molti, per cui pazientate ancora un poco e proseguite nella lettura se almeno un po’ di curiosità vi ha attanagliati.
Passiamo alla testimonianza di Walid Moustaquime, entrato l’anno scorso a far parte dei nostri, ragazzo volenteroso e determinato. Anche lui si trova sulla stessa barca dei compagni riguardo l’idea generale del campionato, ma aggiunge che “Nonostante tutto, giocatori che purtroppo sono mancati, infortuni eccetera, siamo rimasti uniti, siamo stati motivati, in particolar modo da Claudio Maciocia”.
I commenti degli atleti non finiscono qui, ne sono rimasti ancora alcuni, che verranno citati per ultimi ma ciò non gli conferisce meno importanza.
Grande veterano della squadra è Roberto Sposi, denominato da tutti Pitt (il significato di tale soprannome è pressoché immaginabile) al quale è stata riservata una domanda speciale, un po’ diversa dalle altre. Gli è stato chiesto se gli sarebbe piaciuto allenare quelli che ora sono ancora i suoi compagni, e la risposta è stata molto esaustiva: “Sì, mi piacerebbe allenare i ragazzi, sarebbe una grande opportunità sia per me che per loro. Il Rugby mi ha dato tanto, porto un gran carico di grinta e emozioni dentro di me, e mi piacerebbe tirarlo fuori ma non solo, vorrei trasmetterlo anche ai ragazzi. Vorrei dare loro una grinta maggiore, una più grande voglia di vincere e di combattere fino all’ultimo anche se si è stremati. Mi piacerebbe fargli provare le stesse emozioni che ho provato in passato, e che provo anche oggi”.
Da R. Sposi, giocatore di grande esperienza, diamo la parola all’appena diciottenne Giorgio Ferretti: “Il campionato è andato come è andato, la squadra deve crescere e su questo non c’è dubbio. Lo si è potuto notare soprattutto perché alcune partite ci sono risultate particolarmente difficili. Dal canto mio sono contento, sia del mio inserimento nella squadra sia di come gli altri mi hanno trattato. I giocatori con maggiore esperienza per esempio, mi sono stati molto dietro, dandomi consigli e standomi vicino”.
Ancora commenti vengono dalla voce di Raimondi Fabio, l’uomo dai due lavori:
“Quest’anno rispetto agli altri ho dato un contributo minore causa lavoro, quel
che ho potuto fare però l’ho fatto. La squadra è andata bene nella prima fase
eccetto nelle prime tre partite, siamo andati nei play off, ma la seconda parte
del campionato, per via di giocatori andati via, compreso me, è andata un po’
male anche perché subentrando giovani il livello si è abbassato, ma c’è tempo
per crescere, possiamo essere solo positivi”.
Ultimo a parlare è Francesco Fagnani , l’unico che effettivamente ha dichiarato di essersi sentito sotto pressione durante gli allenamenti. Perché? Ovviamente perché essendo il più avanzato in età e il più esperto ha avuto un carico maggiore sulle proprie spalle. “Essendo il più anziano dovevo rincuorare i miei compagni ogni qual volta si buttavano giù, e non è accaduto così di rasento purtroppo. Il mio errore però è stato l’essere una persona molto impulsiva, perciò a volte mi rendo conto d’aver detto cose in determinati momenti di pressione che non pensavo davvero. Per quel che riguarda il campionato, è stato normale, se dovessi dare dei voti darei un sei a me stesso e un sei più per la squadra.”
Che dire allora, vediamo di migliorare questa pagella per il prossimo campionato, no?
Veniamo ora ai commenti del team di tecnici della nostra squadra. Essendo stati tutti molto cordiali e disponibili, anche se a tratti un po’ vergognosi, ho avuto modo di raccogliere le loro dichiarazioni, ed eccole qui riportate.
Primo commento è quello del Presidente dell’associazione Augusto Priori.
“Il campionato non è andato come sperato, non in parte almeno. Purtroppo la seconda fase è andata in declino rispetto alla prima, ma conto che il prossimo anno potremo prenderci una rivincita e migliorare laddove quest’anno abbiamo fallito. Mi auguro che questi ragazzi riusciranno a incarnare i valori che la maglia del Segni ha intrisi in essa e che diventino dei veri e propri atleti, guidati dallo spirito e dalla voglia di fare e andare oltre. Auguro al Rugby Segni di risorgere, e che i ragazzi possano imparare tanto rispetto alle tecniche di gioco ma anche formarsi come atleti e giocatori”.
Dopo il Presidente torniamo ancora al direttore sportivo Andrea Graziosi, che dopo aver fatto commenti sul campionato si fonda su alcuni ringraziamenti e buoni propositi. “Vorrei tener conto di quei ragazzi che sono saliti al campo sportivo allenandosi pur sapendo di non poter giocare. Per quel che riguarda il futuro, sono fiducioso il gruppo è buono e si stanno fondando delle basi solide”.
Un altro direttore prende la parola, non quello sportivo ma il tecnico, Roberto Vari, allenatore dei ragazzi fino allo scorso anno. “Oltre ad aver consolidato pienamente i risultati dello scorso anno, o sia salvezza in prima fase, abbiamo creato un gruppo di giocatori molto affiatati, inoltre abbiamo aggiunto nello staff tecnico un altro allenatore che si è inserito nel migliore dei modi nell’ambiente (C. Maciocia). Sostanzialmente Claudio e Tiziano hanno rappresentato una coppia di allenatori complementare, principalmente per il carattere e il loro modo di affrontare le problematiche; ciò ha fatto sì che i giocatori abbiano conosciuto e sentito gli argomenti proposti in modi del tutto differenti ma entrambi efficaci.
Per il prossimo anno metteremo in pratica nuove idee che faranno ulteriormente crescere il nostro ambiente. Entrerà, infatti, a far parte della rosa del 1° XV un copioso gruppo dell’under 18/19”
E gli allenatori? Loro insieme ai giocatori sono stati i veri protagonisti della stagione, per cui non ci resta che ascoltare, o meglio leggere, cosa hanno da dire.
Claudio Maciocia, new entry al Paparozzi, amato dalla squadra per le sue doti da motivatore e per le innovazioni portate in campo: “Sono soddisfatto che siamo riusciti a finire il campionato nonostante infortuni e allontanamenti dal campo da parte di alcuni giocatori. Potevamo fare di meglio, questo è certo, ma restare in 23 essendo partiti da 28 giocatori non è stato semplice. Tuttavia, posso affermare che in un momento difficile come quello attraversato il vero gruppo è venuto fuori. A proposito di gruppi ci tengo a sottolineare che ne abbiamo avuti tre durante l’anno, e l’ultimo è quello sopravvissuto, punto focale dal quale dovremo ripartire l’anno prossimo. I risultati non sono stati quelli sperati, per nulla soddisfacenti devo dire ma ci rifaremo quando sarà, non ho dubbi. I ragazzi rispondono positivamente ai miei stimoli e a quelli di Tiziano, il che mi rende felice e speranzoso per il futuro. Mi auguro un numero maggiore di ragazzi, una grinta spropositata, un grande campionato. Mi auguro inoltre che i ragazzi abbiano modo di crescere dalle esperienze passate e da quelle future”.
Tiziano Perugini, allenatore che ha anche indossato gli scarpini amalgamandosi con la squadra che allenava dice: “Il lavoro è partito in maniera buona ma è regredito per mancanza di giocatori, sfortunatamente. Sono soddisfatto per la prima parte del campionato ma affatto per la seconda, poiché è chiaro che si sarebbe potuto fare di meglio e di più.
Sono una persona difficile da gestire, lo so, tuttavia sono contento che i ragazzi mi abbiano sopportato durante questa stagione, e che abbiano risposto agli stimoli a loro mandati. Hanno dato il massimo negli allenamenti e lo riconosco, nelle performances c’è stato qualche intoppo.
Non so se allenerò la squadra l’anno prossimo ma sono sicuro di voler dare il mio contributo nell’allenamento della mischia ordinata qualora mi venisse proposto e se servisse. Mi auguro che i ragazzi crescano in ogni ambito, e soprattutto che arrivi un pilone sinistro! Se dovessi scegliere io il mio sostituto, qualora lasciassi poi, nominerei Roberto Vari. Per me lui è l’unico che ha le competenze e le capacità per questo ruolo, ed è l’unica persona che incarna effettivamente i valori che la maglia della nostra squadra ha in sé intrisi.”
Un ultima parola va spesa per un elemento di vitale importanza del Rugby Segni, la nostra dottoressa Daniela Caporilli.
Chirurgo affermato, Daniela si è sempre presentata in campo per le partite in casa, è stata sempre pronta, reattiva in caso qualcuno si fosse infortunato. Senza la sua presenza le Domeniche non sarebbero state le stesse, ci sarebbe stato un elemento mancante, senza di lei non avremmo avuto un medico, perdonate il francesismo, con le palle.
I giocatori si fidano della Caporilli, si confidano, scherzano, è parte integrante della famiglia.
L’ultima Domenica di campionato le è stata data la possibilità di parlare ai giocatori durante la consegna delle maglie, e probabilmente sono state proprio le sue parole, dirette, semplici e toccanti, a emozionare gli atleti e a mandarli in campo carichi.
Daniela corre in campo, soccorre chi di dovuto, visita, medica all’istante. Ecco come ci spiega la sua visione tecnica delle due fasi di campionato: “Nella prima fase sono intervenuta in maniera minore, poiché i ragazzi erano coperti dalla grande preparazione atletica che c’era dietro ai loro allenamenti, fatta da Simone e Mattia, nella seconda invece, essendo la preparazione scemata sono dovuta intervenire di più poiché il numero di infortuni è aumentato, oltretutto anche per via della grande capacità fisica degli avversari.
Tuttavia, sono fiduciosa per il prossimo anno!”.
Come commento finale di questo lunghissimo articolo vorrei rivolgermi direttamente agli atleti che compongono la rosa del 1° XV.
Ultimo a parlare è Francesco Fagnani , l’unico che effettivamente ha dichiarato di essersi sentito sotto pressione durante gli allenamenti. Perché? Ovviamente perché essendo il più avanzato in età e il più esperto ha avuto un carico maggiore sulle proprie spalle. “Essendo il più anziano dovevo rincuorare i miei compagni ogni qual volta si buttavano giù, e non è accaduto così di rasento purtroppo. Il mio errore però è stato l’essere una persona molto impulsiva, perciò a volte mi rendo conto d’aver detto cose in determinati momenti di pressione che non pensavo davvero. Per quel che riguarda il campionato, è stato normale, se dovessi dare dei voti darei un sei a me stesso e un sei più per la squadra.”
Che dire allora, vediamo di migliorare questa pagella per il prossimo campionato, no?
Veniamo ora ai commenti del team di tecnici della nostra squadra. Essendo stati tutti molto cordiali e disponibili, anche se a tratti un po’ vergognosi, ho avuto modo di raccogliere le loro dichiarazioni, ed eccole qui riportate.
Primo commento è quello del Presidente dell’associazione Augusto Priori.
“Il campionato non è andato come sperato, non in parte almeno. Purtroppo la seconda fase è andata in declino rispetto alla prima, ma conto che il prossimo anno potremo prenderci una rivincita e migliorare laddove quest’anno abbiamo fallito. Mi auguro che questi ragazzi riusciranno a incarnare i valori che la maglia del Segni ha intrisi in essa e che diventino dei veri e propri atleti, guidati dallo spirito e dalla voglia di fare e andare oltre. Auguro al Rugby Segni di risorgere, e che i ragazzi possano imparare tanto rispetto alle tecniche di gioco ma anche formarsi come atleti e giocatori”.
Dopo il Presidente torniamo ancora al direttore sportivo Andrea Graziosi, che dopo aver fatto commenti sul campionato si fonda su alcuni ringraziamenti e buoni propositi. “Vorrei tener conto di quei ragazzi che sono saliti al campo sportivo allenandosi pur sapendo di non poter giocare. Per quel che riguarda il futuro, sono fiducioso il gruppo è buono e si stanno fondando delle basi solide”.
Un altro direttore prende la parola, non quello sportivo ma il tecnico, Roberto Vari, allenatore dei ragazzi fino allo scorso anno. “Oltre ad aver consolidato pienamente i risultati dello scorso anno, o sia salvezza in prima fase, abbiamo creato un gruppo di giocatori molto affiatati, inoltre abbiamo aggiunto nello staff tecnico un altro allenatore che si è inserito nel migliore dei modi nell’ambiente (C. Maciocia). Sostanzialmente Claudio e Tiziano hanno rappresentato una coppia di allenatori complementare, principalmente per il carattere e il loro modo di affrontare le problematiche; ciò ha fatto sì che i giocatori abbiano conosciuto e sentito gli argomenti proposti in modi del tutto differenti ma entrambi efficaci.
Per il prossimo anno metteremo in pratica nuove idee che faranno ulteriormente crescere il nostro ambiente. Entrerà, infatti, a far parte della rosa del 1° XV un copioso gruppo dell’under 18/19”
E gli allenatori? Loro insieme ai giocatori sono stati i veri protagonisti della stagione, per cui non ci resta che ascoltare, o meglio leggere, cosa hanno da dire.
Claudio Maciocia, new entry al Paparozzi, amato dalla squadra per le sue doti da motivatore e per le innovazioni portate in campo: “Sono soddisfatto che siamo riusciti a finire il campionato nonostante infortuni e allontanamenti dal campo da parte di alcuni giocatori. Potevamo fare di meglio, questo è certo, ma restare in 23 essendo partiti da 28 giocatori non è stato semplice. Tuttavia, posso affermare che in un momento difficile come quello attraversato il vero gruppo è venuto fuori. A proposito di gruppi ci tengo a sottolineare che ne abbiamo avuti tre durante l’anno, e l’ultimo è quello sopravvissuto, punto focale dal quale dovremo ripartire l’anno prossimo. I risultati non sono stati quelli sperati, per nulla soddisfacenti devo dire ma ci rifaremo quando sarà, non ho dubbi. I ragazzi rispondono positivamente ai miei stimoli e a quelli di Tiziano, il che mi rende felice e speranzoso per il futuro. Mi auguro un numero maggiore di ragazzi, una grinta spropositata, un grande campionato. Mi auguro inoltre che i ragazzi abbiano modo di crescere dalle esperienze passate e da quelle future”.
Tiziano Perugini, allenatore che ha anche indossato gli scarpini amalgamandosi con la squadra che allenava dice: “Il lavoro è partito in maniera buona ma è regredito per mancanza di giocatori, sfortunatamente. Sono soddisfatto per la prima parte del campionato ma affatto per la seconda, poiché è chiaro che si sarebbe potuto fare di meglio e di più.
Sono una persona difficile da gestire, lo so, tuttavia sono contento che i ragazzi mi abbiano sopportato durante questa stagione, e che abbiano risposto agli stimoli a loro mandati. Hanno dato il massimo negli allenamenti e lo riconosco, nelle performances c’è stato qualche intoppo.
Non so se allenerò la squadra l’anno prossimo ma sono sicuro di voler dare il mio contributo nell’allenamento della mischia ordinata qualora mi venisse proposto e se servisse. Mi auguro che i ragazzi crescano in ogni ambito, e soprattutto che arrivi un pilone sinistro! Se dovessi scegliere io il mio sostituto, qualora lasciassi poi, nominerei Roberto Vari. Per me lui è l’unico che ha le competenze e le capacità per questo ruolo, ed è l’unica persona che incarna effettivamente i valori che la maglia della nostra squadra ha in sé intrisi.”
Un ultima parola va spesa per un elemento di vitale importanza del Rugby Segni, la nostra dottoressa Daniela Caporilli.
Chirurgo affermato, Daniela si è sempre presentata in campo per le partite in casa, è stata sempre pronta, reattiva in caso qualcuno si fosse infortunato. Senza la sua presenza le Domeniche non sarebbero state le stesse, ci sarebbe stato un elemento mancante, senza di lei non avremmo avuto un medico, perdonate il francesismo, con le palle.
I giocatori si fidano della Caporilli, si confidano, scherzano, è parte integrante della famiglia.
L’ultima Domenica di campionato le è stata data la possibilità di parlare ai giocatori durante la consegna delle maglie, e probabilmente sono state proprio le sue parole, dirette, semplici e toccanti, a emozionare gli atleti e a mandarli in campo carichi.
Daniela corre in campo, soccorre chi di dovuto, visita, medica all’istante. Ecco come ci spiega la sua visione tecnica delle due fasi di campionato: “Nella prima fase sono intervenuta in maniera minore, poiché i ragazzi erano coperti dalla grande preparazione atletica che c’era dietro ai loro allenamenti, fatta da Simone e Mattia, nella seconda invece, essendo la preparazione scemata sono dovuta intervenire di più poiché il numero di infortuni è aumentato, oltretutto anche per via della grande capacità fisica degli avversari.
Tuttavia, sono fiduciosa per il prossimo anno!”.
Come commento finale di questo lunghissimo articolo vorrei rivolgermi direttamente agli atleti che compongono la rosa del 1° XV.
Quest’anno mi è stato dato il ruolo di addetta stampa, ho riportato per
iscritto gli alti e bassi della squadra, ho imparato i vostri nomi osservandovi
giocare in campo e vedendovi gioire o borbottare durante i terzi tempi, ho
cercato di captare le vostre emozioni durante le fasi di gioco in modo tale da
riportarle, per così dire, su carta in modo da renderle permanenti.
Quello che spesso vi viene detto è ricordare di come il Rugby Segni fosse un tempo, vi vengono inculcati nella mente dei ricordi che spesso, per la vostra giovane età, non vi appartengono. Siete motivati attraverso lo sguardo di chi prima di voi ha calpestato il suolo del Paparozzi con gli scarpini, di chi ci ha versato sudore, lacrime d’amarezza e di gioia. Siete motivati attraverso le parole di chi ha vissuto, ha sentito e assaporato ogni singola emozione che anche voi avete avuto il piacere di provare. Questi “Old” cercano di motivarvi, di spingere a dare di più, di dare una nuova tinta al Rugby Segni portandolo di nuovo all’apice, vi spingono a credere in questo sport più che in ogni altra cosa, a creare legami che non rappresentano solo amicizie ma una famiglia, vi invitano a guardare il passato per migliorare voi stessi. Oggi vorrei darvi un consiglio diverso e da non esperta, quello non di voltare lo sguardo indietro e osservare i grandi che ci sono stati prima di voi, ma di lavorare sì sulla loro scia però guardando avanti, posando gli occhi sui posteri, perché un giorno sarete voi quelli che avranno da insegnare qualcosa a qualcuno di più inesperto. Sarete probabilmente voi ad avere un fischietto al collo e a fare convocazioni, a programmare gli allenamenti e ad avvelenarvi se le cose non vanno perché ci terrete troppo e ne sarete coinvolti emotivamente, e se non imparate ora ad essere migliori, cosa potrete loro trasmettere?
Abbiate coscienza del passato, vivete, apprezzate, sfruttate il presente e, infine, guardate al futuro per insegnare quanto appreso. Imparate a mantenere viva una tradizione che vige ormai da anni.
Auguro a tutti voi un’ottima carriera sportiva, ricca di successi , povera di infortuni e, come ultimo, un campionato da paura per il prossimo anno!
FORZA SEGNI!!
Luisa Vari.
PH: Daniele Barni
Quello che spesso vi viene detto è ricordare di come il Rugby Segni fosse un tempo, vi vengono inculcati nella mente dei ricordi che spesso, per la vostra giovane età, non vi appartengono. Siete motivati attraverso lo sguardo di chi prima di voi ha calpestato il suolo del Paparozzi con gli scarpini, di chi ci ha versato sudore, lacrime d’amarezza e di gioia. Siete motivati attraverso le parole di chi ha vissuto, ha sentito e assaporato ogni singola emozione che anche voi avete avuto il piacere di provare. Questi “Old” cercano di motivarvi, di spingere a dare di più, di dare una nuova tinta al Rugby Segni portandolo di nuovo all’apice, vi spingono a credere in questo sport più che in ogni altra cosa, a creare legami che non rappresentano solo amicizie ma una famiglia, vi invitano a guardare il passato per migliorare voi stessi. Oggi vorrei darvi un consiglio diverso e da non esperta, quello non di voltare lo sguardo indietro e osservare i grandi che ci sono stati prima di voi, ma di lavorare sì sulla loro scia però guardando avanti, posando gli occhi sui posteri, perché un giorno sarete voi quelli che avranno da insegnare qualcosa a qualcuno di più inesperto. Sarete probabilmente voi ad avere un fischietto al collo e a fare convocazioni, a programmare gli allenamenti e ad avvelenarvi se le cose non vanno perché ci terrete troppo e ne sarete coinvolti emotivamente, e se non imparate ora ad essere migliori, cosa potrete loro trasmettere?
Abbiate coscienza del passato, vivete, apprezzate, sfruttate il presente e, infine, guardate al futuro per insegnare quanto appreso. Imparate a mantenere viva una tradizione che vige ormai da anni.
Auguro a tutti voi un’ottima carriera sportiva, ricca di successi , povera di infortuni e, come ultimo, un campionato da paura per il prossimo anno!
FORZA SEGNI!!
Luisa Vari.
PH: Daniele Barni
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