lunedì 11 luglio 2016


INTERVISTA A VALERIO BARDI, MANAGER DEL CDF PERMANENTE UNDER 18 DI PRATO.
“Il bilancio della stagione sportiva e scolastica dall’Accademia di Prato Under 18 oggi Centro di Formazione Permanente, è decisamente positivo. Un’annata scandita da ritmi serrati e lavoro intenso ma anche da grandi soddisfazioni. Parlare di successi ovviamente non è questione di risultati, bensì di processi di formazione che portano i ragazzi a migliorare sensibilmente sul piano sportivo e comportamentale.


A settembre 2015 ci siamo ritrovati un gruppo di 28 ragazzi, eterogeneo per esperienze sportive e umane. Altri provenienti da Toscana, Romagna, Marche ed uno staff completamente rinnovato. L’obiettivo era quello di costruire un’identità che consentisse di vivere la quotidianità con passione, senza snaturare l’appartenenza che ogni ragazzo deve mantenere con i club di origine. Al termine dei 12 mesi insieme possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro globale e della risposta dei ragazzi. L’aspetto che maggiormente mi ha colpito “degli accademici” è la voglia frenetica di vivere il rugby a 360°. Aiutati dalla diffusione mediatica del nostro sport e della loro sfrenata passione, la maggior parte dei ragazzi si sono dimostrati fortemente vogliosi di imparare ed emulare le gesta del rugby internazionale. Dovessi evidenziare un segno di discontinuità con il passato, direi che oggi ci stiamo avvicinando all’alto livello anche e soprattutto sul piano motivazionale. Ho visto ragazzi con un’etica del lavoro esemplare, da fare invidia a professionisti navigati. 

Logico che nell’arco di un biennio, specialmente per i ragazzi del secondo anno che vedono finire il progetto accademia, si possa assistere ad un calo motivazionale dovuto ad aspettative disattese. Siamo comunque convinti che i ragazzi possono comprendere, assistiti dallo staff, che il biennio del Centro di Formazione deve portare un arricchimento umano e sportivo a prescindere dagli scenari futuri del singolo atleta. Il desiderio di vestire la maglia azzurra è legittimo e comprensibile. Non per tutti pero’ si spalanca quella porta, ma molti di quei ragazzi possono diventare punti di riferimento per le proprie società di origine, esempi da seguire e in futuro profili chiave sul piano tecnico e dirigenziale capaci di lavorare per il movimento rugbistico del territorio.
Abbiamo lavorato in sinergia con gli staff delle nazionali juniores e portato a giocare dei test match juniores 12 ragazzi provenienti da Società ed esperienze molto differenti tra loro. Nelle prossime settimane altri 8 ragazzi del CdF di Prato saranno impegnati nei PAI under 18 e Under 20, a dimostrazione che anche il periodo estivo puo’ diventare un momento importante di crescita e non solo riposo passivo. La nostra settimana tipo prevede sempre quattro sedute pomeridiane sul campo, a cui si aggiungono almeno altre due sedute in palestra e test periodici di atletica in pista. Le finestre di studio pomeridiano e serale sono gestite quotidianamente da tre tutor professioniste che assistono i ragazzi nel post scuola. Nella scorsa stagione sportiva abbbiamo introdotto un tutoraggio psico-pedagogico al fine di sostenere i ragazzi nelle comprensibili difficoltà che nascono allontanandosi da casa. Nell’arco dei 12 mesi insieme abbiamo cercato di variare la routine, portando i ragazzi a vivere momenti di formazione sportiva differenti.
Abbiamo portato i nostri atleti a giocare il rugby in carcere a Sollicciano grazie ad Antonio Abussi, abbiamo condiviso il campo con gli Invictus grazie all’interessamento di Luciano Giusti e Alessandro Gori. Siamo passati dal trekking sul Monferrato alle serate di tandem linguistico proposte da Officina Giovani Prato.

Il Convitto Nazionale Cicognini che è la struttura dove viviamo, è stato pulito in tutte le aree esterne dai ragazzi. Tante le giornate in cui ci siamo uniti al Gispi Prato, ai Cavalieri Union e gli Allupins per convivialità e formazione sportiva.
La possibilità di lavorare con le Società e gli allenatori del territorio sono elementi che vogliamo implementare, nella speranza che il CDF Permanente diventi sempre piu’ un punto di riferimento toscano per la formazione di tecnici, dirigenti, giocatori.”


(di Edoardo Barcaglioni add/com. Cr toscano FIR)

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