“Il bilancio della
stagione sportiva e scolastica dall’Accademia di
Prato Under 18 oggi Centro di Formazione
Permanente, è decisamente positivo. Un’annata scandita da ritmi serrati
e lavoro intenso ma anche da grandi soddisfazioni. Parlare di successi
ovviamente non è questione di risultati, bensì di processi di formazione che
portano i ragazzi a migliorare sensibilmente sul piano sportivo e
comportamentale.
A settembre 2015 ci
siamo ritrovati un gruppo di 28 ragazzi, eterogeneo per esperienze sportive e
umane. Altri provenienti da Toscana, Romagna, Marche ed uno staff completamente
rinnovato. L’obiettivo era quello di costruire
un’identità che consentisse di vivere la quotidianità con passione, senza snaturare l’appartenenza che ogni
ragazzo deve mantenere con i club di origine. Al termine dei 12 mesi insieme
possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro globale e della risposta dei ragazzi.
L’aspetto che maggiormente mi ha colpito “degli accademici” è la voglia
frenetica di vivere il rugby a 360°. Aiutati dalla diffusione mediatica del
nostro sport e della loro sfrenata passione, la maggior parte dei ragazzi si
sono dimostrati fortemente vogliosi di imparare ed emulare le gesta del rugby internazionale.
Dovessi evidenziare un segno di discontinuità con il passato, direi che oggi ci
stiamo avvicinando all’alto livello anche e soprattutto sul piano
motivazionale. Ho visto ragazzi con un’etica del lavoro esemplare, da fare
invidia a professionisti navigati.
Logico che nell’arco di un biennio,
specialmente per i ragazzi del secondo anno che vedono finire il progetto
accademia, si possa assistere ad un calo motivazionale dovuto ad aspettative
disattese. Siamo comunque convinti che i ragazzi possono comprendere, assistiti
dallo staff, che il biennio del Centro di Formazione deve portare un arricchimento umano e sportivo a prescindere dagli
scenari futuri del singolo atleta. Il desiderio di vestire la maglia azzurra è
legittimo e comprensibile. Non per tutti pero’ si spalanca quella porta, ma
molti di quei ragazzi possono diventare punti di riferimento per le proprie
società di origine, esempi da seguire e in futuro profili chiave sul piano
tecnico e dirigenziale capaci di lavorare per il movimento rugbistico del
territorio.
Abbiamo lavorato in
sinergia con gli staff delle nazionali juniores e portato a giocare dei test
match juniores 12 ragazzi provenienti da Società ed esperienze molto
differenti tra loro. Nelle prossime settimane altri 8 ragazzi del CdF di Prato
saranno impegnati nei PAI under 18 e Under 20, a
dimostrazione che anche il periodo estivo puo’ diventare un momento importante
di crescita e non solo riposo passivo. La nostra settimana tipo prevede sempre
quattro sedute pomeridiane sul campo, a cui si aggiungono almeno altre due
sedute in palestra e test periodici di atletica in pista. Le finestre di studio
pomeridiano e serale sono gestite quotidianamente da tre tutor professioniste
che assistono i ragazzi nel post scuola. Nella scorsa stagione sportiva
abbbiamo introdotto un tutoraggio psico-pedagogico al fine di sostenere i
ragazzi nelle comprensibili difficoltà che nascono allontanandosi da casa.
Nell’arco dei 12 mesi insieme abbiamo cercato di variare la routine, portando i
ragazzi a vivere momenti di formazione sportiva differenti.
Abbiamo portato i
nostri atleti a giocare il rugby in carcere
a Sollicciano grazie ad Antonio Abussi, abbiamo condiviso il campo con gli
Invictus grazie all’interessamento di Luciano Giusti e Alessandro Gori. Siamo
passati dal trekking sul Monferrato alle
serate di tandem linguistico proposte da
Officina Giovani Prato.
Il Convitto
Nazionale Cicognini che è la struttura dove
viviamo, è stato pulito in tutte le aree esterne dai ragazzi. Tante le giornate
in cui ci siamo uniti al Gispi Prato, ai Cavalieri Union e gli Allupins per
convivialità e formazione sportiva.
La possibilità di lavorare con le Società e gli allenatori del
territorio sono elementi che vogliamo implementare, nella speranza che il CDF
Permanente diventi sempre piu’ un punto di riferimento toscano per la
formazione di tecnici, dirigenti, giocatori.”
(di
Edoardo Barcaglioni add/com. Cr toscano FIR)
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