MA L’ITALIA DEL RUGBY
E’ MALATA SOLO DI COVID ?
A sentire Vittorio Munari, attualmente dirigente del Petrarca Padova, non è proprio così. Certo che la terribile pandemia, la quale continua imperterrita a complicare sia la vita sociale che lo sport in generale, compreso il rugby ovviamente, ha costretto in ogni modo ad incredibili sacrifici tutto il movimenti della palla ovale.
“ Ora come ora personalmente non mi piace parlare del rugby – esordisce un poco a sorpresa MUNARI – in quanto questo nostro sport è talmente messo male che non vorrei dare giudizi singoli. Sai in pratica è come quando si ha il letto talmente disfatto che conviene rifare tutto cominciando da capo iniziando dal materasso! Per il rugby italiano credo bisognerebbe fare così!”
Drastico e pungente il
dirigente patavino, che indubbiamente di primavere ne ha trascorse in seno a
questa attività, sia come atleta ma pure anche come tecnico e dirigente, ed anche al giorno
d’oggi occupa un posto dirigenziale nel club del Petrarca, il club che guida la
Peroni Top 10, oltre che un girone della Coppa Italia.
(una immagine da un derby fra le Zebre e Benetton/ph Stefano Delfrate)
“ E’ inutile tirare la coperta di qua o di la – prosegue metaforicamente – e questo problema non è certo di adesso per l’avvento del Covid, sono ormai vent’anni di disastri. La realtà è che gli errori gravi sono stati fatti all’inizio degli anni 2000. Intanto si è lasciato emigrare molti nostri bravi atleti a giocare all’estero, e invece bisognava rallentare quel flusso. Si è poi distrutto il nostro campionato di rugby, togliendo legittimazione alle Società nella costruzione dei giocatori. In pratica si è ammazzato il tessuto del nostro rugby! I risultati, a sentire alcuni tecnici, definiti ottimi nelle categorie giovanili, erano i risultati che si riusciva ad ottenere anche negli anni 90. I giocatori delle giovanili degli anni 90 pero’ ricostruivano materialmente i club, quindi non esiste nessun reale miglioramento per presunto merito delle Accademie. Ma il grosso problema, che ancora molta gente non prende atto, è motivato dalle tante persone che venti anni fa non si interessavano proprio del rugby. Questa è la distruzione del tessuto dei club. Insomma è il problema tipico di chi riesce ad avere le risorse economiche centralizzate. “
(una immagine di Pino D'Amico dal test della Peroni Top 10 fra Transvecta Calvisano e ARGOS Petrarca Padova)
E questo problema non è
solo italiano.... “ Lo hanno avuto anche in Galles – ribadisce VITTORIO MUNARI
– e nelle altre nazioni, ma da noi lo subiamo maggiormente in quanto il nostro
sport prima era valorizzato dai giocatori del nostro campionato, ma se questo
torneo lo svilisci, è il crollo. Quando si parla delle Franchigie devi dire il
perchè sono state fatte?”
Per poter gareggiare
decorosamente o almeno alla pari con le forze straniere!
“ Giusto ma anche di essere d’aiuto alla Nazionale Azzurra – afferma MUNARI – fondamentalmente è questo lo scopo, e in cambio di cio’ hai distrutto il massimo campionato, togliendogli una ottantina di giocatori, una quarantina per club (Zebre Parma e Benetton Treviso n.d.r.) e il campionato diventa quasi una nullita’.”
(Vittorio Munari, il primo in alto da sin. durante un momento di relax con il club del Petrarca Padova)
In quel periodo lo stesso Munari era Direttore Tecnico nella Benetton e lui non era troppo favorevole a questo programma... “ Infatti ero piuttosto tiepido in questo frangente e asserivo che tutto questo movimento non era collegato alle altre Società di categoria. In ogni modo il risultato maggiormente probante che si è verificato dal 2008, da quando è iniziata la Champions al 2020, è stato quando la Nazionale ha vinto tre partite nel Sei Nazioni, e la Benetton raggiunse il settimo posto in classifica. Fu Campionato credibile, dove le altre squadre riuscivano ad inserire i propri atleti nel XV nazionale.”
(una immagine dal test di Firenze del novembre 2018 fra l'Italia e la Georgia foto RR)
Ed in quel periodo si giocava contro Connor, Driscoll, insomma ci si confrontava con grandi campioni del rugby!
“ Dal 2007 non ci sono
stati piu’ risultati eclatanti a nostro favore, l’Italia non ha quasi piu’
vinto nulla, e le Franchigie non hanno certo espresso esaltanti risultati.
Questo è il prodotto offerto agli appassionati del rugby nostrano, pertanto
anche i neofiti non possono certo essere invogliati ad avvicinarsi a questo sport. “
(lo stadio del Plebiscito di Padova)
Lo stesso Vittorio
Munari, in conclusione, ha voluto sottolineare che il rugby... “ E’ in chiara
trasformazione, il risultato finale ovviamente è solo nelle mani del destino e nel futuro. Di solito i
risultati definitivi dei veri stravolgimenti epocali come quello del 1995, con il passaggio dal
dilettantismo al professionismo, sono la
somma delle esperienze, inclusi anche gli errori. Ora la situazione è alquanto
complicata, ed è evidente che il rugby non gode certo di una buona salute, e
così logicamente è anche per tutte le Union, penalizzate da bilanci negativi. “
Siamo nelle mani del
futuro e la pandemia senza dubbio ci sta facendo ansimare! Se si vuole salvare
il rugby c’è bisogno di rimboccarsi le maniche, tutti, atleti, dirigenti,
tecnici, media etc. etc. (rr)
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