sabato 3 novembre 2018



Nuovo appuntamento con la rubrica “A tu x tu col Crc”, che arriva stavolta a pochi giorni dalla nuova sfida di campionato della serie B, contro Arezzo in trasferta. Oggi il faccia a faccia è con Alessio Moretti, tecnico dell’Under 18 biancorossa.
Allora Alessio, ci racconti la tua storia nel rugby?
“Sono praticamente nato sul campo, ho vissuto il mio percorso nel rugby a Civitavecchia. Ho avuto una piccola “pausa” calcistica, ma poi sono tornato all’ovile e all’”ovale”. Il campo? Si, è intestato a mio padre, è stato giocatore del Crc, ha poi intrapreso la carriera da allenatore, in pratica ha fatto tutta la trafila delle giovanili. Ha portato la storia del Crc ad alti livelli. Per questo la società ha deciso di dedicargli l’intitolazione del campo.


(Alessio Moretti coach Under 18 CRC)


Come mai hai scelto questa disciplina sportiva? Non sarebbe stato più semplice optare per un altro sport?
“Ho conosciuto questo sport attraverso la mia famiglia. A 14 anni, come ho detto, ho giocato anche a calcio, ma quello che trasmette il rugby gli altri sport non te lo danno. Valori che ti fanno crescere davvero, come l’educazione e il rispetto. Per me sono cose importanti. La frase “scuola di rugby scuola di vita” è un qualcosa che ho fatto mio”.    
Cosa vuol dire oggi allenatore i ragazzi del Crc?
“Vuole dire impegno al 110%. Sono ragazzi che hanno necessità di imparare, di crescere e conoscere. Sono 7/8 anni che faccio l’allenatore, le difficoltà maggiori sono nei numeri. Combattiamo contro il calcio che è lo sport nazionale, noi siamo purtroppo da secondo piano. E’ difficile tenere dei ragazzi per un anno intero, la controparte è che danno tutti una grande risposta”.  
Ieri, oggi, domani, il settore giovanile del Crc ha talenti che possono giocare in serie B e, fatti i debiti scongiuri, anche in serie A?
“Ieri, oggi domani? Ieri eravamo un rugby molto fisico, oggi siamo più atletici, domani speriamo che i ragazzi capiscano quali sono le differenze con gli altri sport. Abbiamo buoni giocatori con prospettive di crescita. Il lavoro che c’è da fare è tanto. Alleno l’Under 18, lavoriamo anche con la serie B, ma il ritmo è decisamente diverso. Però ci sono già 2/3 elementi in grado di far parte dell’attuale serie B e in futuro, chissà, anche della massima serie”.
Infine una domanda sull’attualità della nostra squadra. Come hai visto il Crc in questo primo scorcio di stagione?
“E’ un gruppo ambizioso, i traguardi sono importanti. Ma la realtà è dura, faticosa, perché per raggiungere un traguardo così importante per una società così piccola serve un lavoro extra sul settore giovanile. E’ necessario per avere serbatoio prezioso utile a sopperire tutte le fatiche di una stagione così dispendiosa”.

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