Nuovo
appuntamento con la rubrica “A tu x tu col Crc”, che arriva stavolta a pochi
giorni dalla nuova sfida di campionato della serie B, contro Arezzo in
trasferta. Oggi il faccia a faccia è con Alessio Moretti, tecnico dell’Under 18
biancorossa.
Allora Alessio, ci racconti la tua storia nel rugby?
“Sono
praticamente nato sul campo, ho vissuto il mio percorso nel rugby a
Civitavecchia. Ho avuto una piccola “pausa” calcistica, ma poi sono tornato
all’ovile e all’”ovale”. Il campo? Si, è intestato a mio padre, è stato
giocatore del Crc, ha poi intrapreso la carriera da allenatore, in pratica ha
fatto tutta la trafila delle giovanili. Ha portato la storia del Crc ad alti
livelli. Per questo la società ha deciso di dedicargli l’intitolazione del
campo.
(Alessio Moretti coach Under 18 CRC)
Come mai hai scelto questa disciplina sportiva? Non sarebbe stato più
semplice optare per un altro sport?
“Ho
conosciuto questo sport attraverso la mia famiglia. A 14 anni, come ho detto,
ho giocato anche a calcio, ma quello che trasmette il rugby gli altri sport non
te lo danno. Valori che ti fanno crescere davvero, come l’educazione e il
rispetto. Per me sono cose importanti. La frase “scuola di rugby scuola di
vita” è un qualcosa che ho fatto mio”.
Cosa vuol dire oggi allenatore i ragazzi del Crc?
“Vuole dire
impegno al 110%. Sono ragazzi che hanno necessità di imparare, di crescere e
conoscere. Sono 7/8 anni che faccio l’allenatore, le difficoltà maggiori sono
nei numeri. Combattiamo contro il calcio che è lo sport nazionale, noi siamo
purtroppo da secondo piano. E’ difficile tenere dei ragazzi per un anno intero,
la controparte è che danno tutti una grande risposta”.
Ieri, oggi, domani, il settore giovanile del Crc ha talenti che possono
giocare in serie B e, fatti i debiti scongiuri, anche in serie A?
“Ieri, oggi
domani? Ieri eravamo un rugby molto fisico, oggi siamo più atletici, domani
speriamo che i ragazzi capiscano quali sono le differenze con gli altri sport.
Abbiamo buoni giocatori con prospettive di crescita. Il lavoro che c’è da fare
è tanto. Alleno l’Under 18, lavoriamo anche con la serie B, ma il ritmo è
decisamente diverso. Però ci sono già 2/3 elementi in grado di far parte
dell’attuale serie B e in futuro, chissà, anche della massima serie”.
Infine una domanda sull’attualità della nostra squadra. Come hai visto il
Crc in questo primo scorcio di stagione?
“E’ un gruppo
ambizioso, i traguardi sono importanti. Ma la realtà è dura, faticosa, perché
per raggiungere un traguardo così importante per una società così piccola serve
un lavoro extra sul settore giovanile. E’ necessario per avere serbatoio
prezioso utile a sopperire tutte le fatiche di una stagione così dispendiosa”.
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