Pesaro
e Misano unite: il felice esperimento della Cadetta che strapazza la prima in
classifica
La stagione 2016/2017
della Pesaro Rugby andrà gli archivi non solo come la prima stagione dei kiwi
giallorossi in serie A, ma anche come la prima stagione in cui Pesaro si è
“sdoppiata” in due prime squadre. Una che milita in serie A, l’altra in C2.
“Esperimento” della cosiddetta Cadetta che è stata assemblata attraverso
un’attraente unione di intenti. Quella che ha unito la realtà di Pesaro a
quella del Misano Rugby nella Cadetta Pesaro Rugby. Che milita in Serie C2
giocando nel campo di Misano in una proficua fusione che sta mescolando i
ragazzi del Misano Rugby, i tesserati pesaresi che faticano a trovare spazio in
una realtà del livello della serie A e i ragazzi dell’Under 18 che si cimentano
in una probante palestra per farsi le ossa.
Sette mesi dopo il via
all’esperimento, domenica scorsa, la Cadetta ha toccato il suo massimo
stagionale strapazzando 44-8 la capoclassifica Città di Castello.
“E’ una collaborazione in cui ci guadagnano tutti – spiega
l’allenatore (e all’occorrenza giocatore) Andrea Mancini che fu già giocatore e
viceallenatore a Pesaro di Ernesto Ballarini – Ci guadagna la realtà di Misano che da sola faticherebbe a reggere
questo tipo di impegno, ci guadagna Pesaro che ha una valvola di sfogo
aggiuntiva in cui impiegare i giocatori che non sono ancora pronti per la serie
A e ci guadagna lo sport in generale. Perché la Cadetta ha fatto tornare a
giocare a rugby chi aveva smesso, chi si era demotivato nel continuare e,
soprattutto tanti neofiti”.
Si sono dunque
ritrovati in mischia pezzi di storia del Misano Rugby come il capitano Matteo
Montanari, il presidente-giocatore del Misano Marco Orsini, giovani dell’U18
pesarese come Pierangeli e Gargamelli e tanti kiwi che hanno poi calcato la
serie A come Jaouhari, Martinelli, Danieli, Giunti o Biagetti. Il regolamento
prevede che alla quarta presenza in serie A i giocatori in questione non siano
più schierabili in C2.
In campo dunque c’è un
frizzante via-vai: “Per chi allena c’è da
tribolare nel costruire un gruppo – sorride Mancini – Ma i risultati sono molto confortanti”. La classifica dice infatti
che Pesaro è assieme a Foligno alle spalle della capolista Città di Castello.
Teoricamente in scia per il salto in serie C1. Che al momento non sarebbe
disputabile perché, da regolamento, è una categoria che obbliga ad un’attività
di settore giovanile che attualmente Misano non esercita. Ma c’è anche un
tentativo di attrezzarsi in tal senso: “Abbiamo
svolto un’attività importante nelle scuole di Misano e dintorni – ricorda
Mancini – Al momento abbiamo quasi venti
ragazzi romagnoli sotto i 14 anni che hanno cominciato a praticare il rugby”.
Insomma, per la Pesaro Rugby già riferimento della palla ovale marchigiana, il
bacino si allarga anche verso Nord.
Ufficio
Stampa Pesaro Rugby
Daniele
Sacchi
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