mercoledì 5 gennaio 2022

RUGBY F.I.R. VENETO/ Da Camposanpiero la formula vincente contro la violenza sulle donne!

 









25.11 x 365, FORMULA VINCENTE BREVETTATA CHECCO

Contro la violenza sulle donne, la missione dei “Cavalieri” del Checco Camponsampiero Rugby

Dal 1999, come stabilito dall’ONU, il 25 novembre viene celebrato il tutto il mondo come la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne.

Dibattiti, iniziative pubbliche, manifestazioni, articoli sui giornali, programmi televisivi, scarpe rosse e foulard arancioni: per 24 ore il tema è sulla bocca di tutti, e per 24 ore il pianeta sembra un posto migliore, con la questione posta seriamente al centro del dibattito pubblico.

Peccato che poi i giorni dell’anno siano altri 364, e che proprio nel nostro Paese le notizie di femminicidi e violenze di vario tipo, oltre che il tema di una parità di genere ancora lontano dall’essere raggiunta, li riempiano abbondantemente.

A Camposampiero, cintura nord della provincia di Padova, tre anni fa nasce proprio su questo terreno una sorta di confraternita di Cavalieri votati alla difesa dei diritti delle donne, solo che invece dei cavalli usano tacchetti di alluminio sotto le scarpe, ed al posto dell’armatura maglie da rugby spesso infangate.

antonio cavallin, fondatore del Checco Camposampiero e… Primo Cavaliere

 

La mia esperienza rugbistica è piuttosto recente, dal 2007, e devo dire che in un ambiente che ho da subito trovato pieno di valori fantastici, non ho mai digerito invece certi stereotipi tendenzialmente maschilisti che spesso riscontravo tra campo e spogliatoio“, racconta Antonio “Toni” Cavallin, fondatore e anima del suo Checco l’Ovetto, ora ribattezzato Checco Camposampiero Rugby.

Ad esempio, il tipico coro post-partita anche delle nostre giovanili più grandi era HIP HIP PER LA F*GA, e la cosa mi disturbava moltissimo perché senza le donne del nostro ambiente, le mamme, le nonne, le sorelle, le mogli, le morose, semplicemente l’attività del nostro club non sarebbe stata possibile allora, né lo sarebbe nemmeno ora che siamo cresciuti non poco, e quel modo di festeggiare mi sembrava irrispettoso nei loro confronti e pericoloso per il percorso educativo e di crescita dei ragazzi”.

 

 

 

Così quel percorso educativo diventa un messaggio di rispetto e di parità che rapidamente si incarna come patrimonio comune di tutti i settori e di tutte le categorie del Club. Fino al 2018, quando la nascita della prima squadra Seniores allarga ulteriormente il suo perimetro: “Senza un secondo di indugio abbiamo deciso che fin dalla prima partita le nostre maglie da gioco dovessero portare quel messaggio in giro per tutti i campi da gioco. Così, sulla schiena, sopra il numero, è stato stabilito che da quel momento in poi avrebbe sempre trovato posto la scritta PLACCHIAMO LA VIOLENZA SULLE DONNE, accompagnato dalla mano insanguinata che è il simbolo mondiale di questa campagna”.


“Abbiamo pensato che i nostri giocatori erano come dei moderni cavalieri, duri durante la partita, ma nobili nell’applicare i valori del nostro sport, e quella nobiltà intrinseca non poteva e non doveva tralasciare la più nobile delle cause, quella per fermare l’abominio della violenza di genere. I ragazzi hanno reagito immediatamente con un SÌ assoluto e spontaneo, e da quel momento il Checco è orgogliosamente anche questo”.

 Con un vero e proprio codice di comportamento, che prevede il coinvolgimento della squadra avversaria: “Alla fine di ogni partita c’è un momento di condivisione sulla nostra battaglia culturale, dove spieghiamo il perché del messaggio sulla maglia e l’importanza di lasciar perdere usanze poco rispettose nei riti pre e post-gara“, prosegue il presidente Cavallin. “Dalla stagione 2019-2020 in tutte le club-house dove siamo ospiti lasciamo in dono la maglia rosa che produciamo appositamente, presentata ovviamente il 25 novembre del 2019, così il messaggio rimane anche dopo che ce ne siamo andati, e quando torniamo e la ritroviamo appesa, per noi è ogni volta un motivo di grande orgoglio“.

Il “Torneo Francesco” di minirugby, a calendario – covid permettendo – a metà ottobre, è dedicato oltre che alla memoria del figlio di Antonio, scomparso prematuramente ad aprile del 2007 (di qui il “Checco” nella denominazione del Club fondato in suo onore a giugno dello stesso anno) anche a questa causa, supportata tra le altre dal Centro Veneto Progetti Donna di Padova, “perché fin da bambini è giusto si cominci ad impiantare il seme del rispetto, ovviamente con il linguaggio ed i mezzi più corretti per quell’età“.

Tra i progetti collaterali, nasce così anche quello di un calendario, dodici scatti in collaborazione con la scuola di danza “Alla Sbarra” che mese dopo mese costruiscono un’azione di gioco conclusa con la meta, ovviamente segnata da una ragazza.

I modelli fotografati assieme alle danzatrici sono tutti nostri atleti, rigorosamente a petto nudo e vestiti con il kilt per rompere un altro schema culturale sbagliato, quello del maschio macho che mai indosserebbe una gonna. La meta segnata al dodicesimo scatto è il risultato della Gentilezza (interpretata dai maschi) messa al servizio della Forza (interpretata dalle donne), siamo super soddisfatti dell’esito finale e dei tanti concetti che animano questo calendario, il principale dei quali è che ogni singolo giorno dovrebbe essere un 25 novembre, fino a poterlo finalmente cancellare perché diventato inutile“.



Il Checco Camposampiero, nel frattempo, non smette di crescere: partito nel 2007 con cinque giocatori di minirugby (ora tutti e cinque nella rosa della prima squadra), attualmente il Club conta circa 200 tesserati spalmati tra tutte le categorie, dall’Under 5 ai Seniores in Serie C.

Ma poteva mancare il team femminile? “No, non poteva mancare“, conclude Toni, riconosciuto unanimemente come uno dei più grandi chef da club house del Veneto. “Da qualche mese abbiamo il nostro primo embrione di team femminile, 12 ragazze dai 14 ai 38 anni che hanno cominciato a sudare sui nostri campi. Spero che anche questo progetto cresca come è cresciuto negli anni tutto il resto, sarebbe di sicuro il nostro risultato più bello“.

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