25.11 x 365, FORMULA VINCENTE BREVETTATA CHECCO
Contro la violenza
sulle donne, la missione dei “Cavalieri” del Checco Camponsampiero Rugby
Dal 1999, come stabilito dall’ONU, il
25 novembre viene celebrato il tutto il mondo come la Giornata Internazionale
per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne.
Dibattiti,
iniziative pubbliche, manifestazioni, articoli sui giornali, programmi
televisivi, scarpe rosse e foulard arancioni: per 24 ore il tema è sulla bocca
di tutti, e per 24 ore il pianeta sembra un posto migliore, con la questione
posta seriamente al centro del dibattito pubblico.
Peccato che poi i giorni dell’anno
siano altri 364, e che proprio nel nostro Paese le notizie di femminicidi e
violenze di vario tipo, oltre che il tema di una parità di genere ancora
lontano dall’essere raggiunta, li riempiano abbondantemente.
A Camposampiero, cintura nord della provincia di Padova, tre anni fa nasce proprio su questo terreno una sorta di confraternita di Cavalieri votati alla difesa dei diritti delle donne, solo che invece dei cavalli usano tacchetti di alluminio sotto le scarpe, ed al posto dell’armatura maglie da rugby spesso infangate.
“La mia esperienza
rugbistica è piuttosto recente, dal 2007, e devo dire che in un ambiente che ho
da subito trovato pieno di valori fantastici, non ho mai digerito invece certi
stereotipi tendenzialmente maschilisti che spesso riscontravo tra campo e
spogliatoio“, racconta Antonio “Toni”
Cavallin, fondatore e anima del suo Checco l’Ovetto, ora
ribattezzato Checco Camposampiero Rugby.
“Ad esempio, il tipico coro post-partita anche delle nostre giovanili più grandi era HIP HIP PER LA F*GA, e la cosa mi disturbava moltissimo perché senza le donne del nostro ambiente, le mamme, le nonne, le sorelle, le mogli, le morose, semplicemente l’attività del nostro club non sarebbe stata possibile allora, né lo sarebbe nemmeno ora che siamo cresciuti non poco, e quel modo di festeggiare mi sembrava irrispettoso nei loro confronti e pericoloso per il percorso educativo e di crescita dei ragazzi”.
Così quel percorso educativo diventa un
messaggio di rispetto e di parità che rapidamente si incarna come patrimonio
comune di tutti i settori e di tutte le categorie del Club. Fino al 2018,
quando la nascita della prima squadra Seniores allarga ulteriormente il suo
perimetro: “Senza un secondo di indugio abbiamo deciso che fin dalla prima partita
le nostre maglie da gioco dovessero portare quel messaggio in giro per tutti i
campi da gioco. Così, sulla schiena, sopra il numero, è stato stabilito che da
quel momento in poi avrebbe sempre trovato posto la scritta PLACCHIAMO LA VIOLENZA SULLE DONNE, accompagnato
dalla mano insanguinata che è il simbolo mondiale di questa campagna”.
“Abbiamo pensato che i nostri giocatori erano come dei moderni
cavalieri, duri durante la partita, ma nobili nell’applicare i valori del
nostro sport, e quella nobiltà intrinseca non poteva e non doveva tralasciare
la più nobile delle cause, quella per fermare l’abominio della violenza di
genere. I ragazzi hanno reagito immediatamente con un SÌ assoluto e spontaneo,
e da quel momento il Checco è orgogliosamente anche questo”.
Con un vero e proprio codice di comportamento, che prevede il coinvolgimento della squadra avversaria: “Alla fine di ogni partita c’è un momento di condivisione sulla nostra battaglia culturale, dove spieghiamo il perché del messaggio sulla maglia e l’importanza di lasciar perdere usanze poco rispettose nei riti pre e post-gara“, prosegue il presidente Cavallin. “Dalla stagione 2019-2020 in tutte le club-house dove siamo ospiti lasciamo in dono la maglia rosa che produciamo appositamente, presentata ovviamente il 25 novembre del 2019, così il messaggio rimane anche dopo che ce ne siamo andati, e quando torniamo e la ritroviamo appesa, per noi è ogni volta un motivo di grande orgoglio“.
Il “Torneo Francesco” di minirugby, a calendario – covid permettendo – a metà ottobre, è dedicato oltre che alla memoria del figlio di Antonio, scomparso prematuramente ad aprile del 2007 (di qui il “Checco” nella denominazione del Club fondato in suo onore a giugno dello stesso anno) anche a questa causa, supportata tra le altre dal Centro Veneto Progetti Donna di Padova, “perché fin da bambini è giusto si cominci ad impiantare il seme del rispetto, ovviamente con il linguaggio ed i mezzi più corretti per quell’età“.
Tra i progetti collaterali, nasce così anche quello di un calendario, dodici scatti in collaborazione con la scuola di danza “Alla Sbarra” che mese dopo mese costruiscono un’azione di gioco conclusa con la meta, ovviamente segnata da una ragazza.
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