Messina-Frascati 28-27 è il finale di un match tiratissimo e ottimamente giocato da entrambe le squadre.
Nella partita valida per la quinta giornata del campionato nazionale di serie B, in campo si è visto un Messina “operaio” che ha ben lavorato sulla fase difensiva soprattutto nel primo tempo e un Frascati in gran spolvero con i soliti gran ritmo e velocità nell’uscita del pallone dal raggruppamento: un vero e proprio notevole marchio di fabbrica della squadra tuscolana come le cinque mete testimoniano.
Di
contro la nostra
squadra è apparsa cinica e spartana ha colpito con
determinazione tutte le volte che l’occasione lo permetteva, andando avanti nel
punteggio e gestendo al meglio le poche energie rimaste nel finale.
Una
gran bella partita che
porta un’altra vittoria contro
una delle battistrada del campionato odierno e una delle
migliori formazioni dello scorso anno. Ragionamento analogo per la vittoria
ottenuta contro il Colleferro.
Quindi
lo spunto di riflessione è che il
Messina è squadra che in casa sa farsi rispettare, ma il bug di
sistema è in trasferta.
Un
trend che va invertito prima possibile, senza scuse e tentennamenti prima
possibile. A cominciare dal prossimo
match a Bari contro le Tigri.
Queste
le formazioni
Messina: Francesco Dejean, Christian
Doddis, Ismail Kese, Giovanni Ravaioli, Andrea Irrera, Alassio Solano, Mirko
Mastronardo, Gaetano Spadaro, Alberto Mangano, Luca Vinci, Gabriele Fracassi,
Eros Tornesi, Andrea Caffarelli, Giovanni Rizzo, Giuseppe Maggio. Roberto Lo
Re, Edoardo Tornesi, Meritan Hasanoviq, Riccardo Sina, Gabriele Spadaro,
Guglielmo Russo, Alberto Lo Giudice.
Frascati: Scairato, Ficoroni, Di Tizio S.,
Ilfi, Di Tizio, Blasi, Ilfi R., Capece, Pullerà, Bocci, Tarquini, Menicucci,
Drudi, Di Giulio, Caporilli. Reali, Mercuri, Garelli, Tarquini, Viscusi,
Gurgon, Federici.
Arbitro Gurrieri di Ragusa
Per
lo score finale Messina-Frascati 28-27 per i nostri colori due volte in meta
Andrea Irrera e una Alberto Mangano, arrotondano il punteggio 13 punti dalla piazzola
di Alessio Solano.
( Foto di Rosa Rizzo)
Storia di un Lupo metropolitano
Prima di parlare del
Lupo occorre una premessa.
La parola sacrificio
andrebbe bandita e vietata, con
la pena del taglio della mano per tutti coloro che la scrivono e la usano
quando si parla di sport. I
sacrifici li fa chi va in miniera a lavorare, chi sale su un ponteggio
al 10. piano, sole, acqua, neve e vento, senza alternativa perché la serenità
della propria famiglia dipende solo ed esclusivamente da lui. Gli sportivi, invece, fanno rinunce con
abnegazione certo, ma hanno sempre un’altra alternativa: semplicemente fare
anche altro.
Detto questo, lo sport è sicuramente fatica, ma
anche e soprattutto divertimento e
voglia di farlo e di esserci.
E quindi il Lupo al secolo Carmelo Foti from Sila with
Love. Una dedizione alla causa ovale che ci ha sempre colpito fin dalle prime
telefonate per organizzare le partite dei suoi ragazzi calabresi, alle sue
trasferte per gli allenamenti
infrasettimanali Cosenza-Messina andata e ritorno circa 200 Km nel
bel mezzo di quel deserto dei Tartari che sono i trasporti nel profondo Sud tra
treni, traghetti e bus. Giusto qualche dritta.
Partenza da casa
intorno alle 15.30/16,
1.
treno,
2.
messaggio sul
gruppo prima squadra su WhatsApp per
comunicare la presenza e l’arrivo al porto di Messina con l’aliscafo,
3.
richiesta di passaggio
verso lo stadio Sciavicco, che, zucchero non guasta bevanda, sono altri 12 Km,
4.
risposta del capitano
Giovanni Rizzo tallonatore numero 2 in campo ma numero 1 tra i macellai che
porterà il nostro eroe al campo
5.
riscaldamento, che
dopo un viaggio del genere si potrebbe anche saltare
6.
allenamento
7.
i punti dall’1 al 5
esattamente in ordine inverso
8.
ore 1 di notte circa e
non sempre, il sonno dei giusti
Sacrifici? Non
sappiamo come definire ciò che fa il Lupo. Fatica? Certamente tanta. Come
quella di chi certe volte è costretto a quadrare, tra le scuse, il numero che
non torna delle ruote bucate. Esempio?
Sicuro e per tutti
Grazie Lupo
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