ALLARME! Quale futuro per l’attività motoria
a Scuola?
Stelle nello
Sport e il suo partner MIUR. Un rapporto ancor più stretto nel 2020, con la
necessità di tenere impegnati gli alunni a casa nel lungo periodo di lock
down. “Una Classe
di Valori” in videoconferenza, la sessione online “Alimentazione&Sport”, il
concorso “Il
Bello dello Sport”, il premio fotografico “Nicali-Iren”.
Ci
fa davvero molto piacere ospitare l’intervento di Pierpaolo Varaldo,
coordinatore regionale di Educazione Fisica e nostro alleato nella
diffusione dei valori dello Sport per la formazione e crescita degli studenti.
“Siamo quasi a giugno
e si parla di quale Scuola sarà possibile fare. In realtà non ci sono ancora
linee guida affinché si possa programmare l’attività motoria scolastica a tutti
i livelli. Bisogna essere onesti e capire che la Scuola in tutte le sue parti e
componenti dovrà subire un cambiamento, ma in questo cambiamento l’attività
motoria dove sarà collocata?”
Quali sono i problemi dello sport studentesco?
“Se dopo mesi di
discussioni non si è ancora capito bene come verrà fatta la prossima maturità
possiamo immaginare come sarà difficile attrezzare gli spazi interni agli
istituti.
Dato che il mese di giugno
sarà occupato nello svolgimento della parte finale dell’anno scolastico, per
ricavare nuovi spazi resteranno soltanto luglio e agosto. Se qualche istituto
ospiterà anche campi estivi è difficile immaginare che i promessi cantieri per
l’adeguamento delle strutture siano in funzione”.
Quindi a settembre le scuole come si
presenteranno?
“Quasi certamente a
settembre ogni plesso sarà esattamente come oggi e dobbiamo vivere nella
speranza che tutti abbiano il proprio vaccino o che il virus si sia debellato
da solo.
Da quanto si riesce a
capire oggi sulla futura futuribile organizzazione scolastica il pessimismo
totale è assolutamente d’obbligo e, come sappiamo, la materia che incrocia il
mondo esterno più di tutte altre è proprio l’educazione fisica dati gli spazi
che occupa abitualmente”.
Ci sono diversi aspetti da cambiare?
“C’è la necessità di
rivedere completamente il modello sportivo nazionale, fatto doveroso perché non
si tratta solo di trovare denaro per chi è occupato. Contemporaneamente,
non solo per la questione del movimento ma soprattutto, per la necessità di aggregazione
dei bambini e per aiutare le famiglie in difficoltà, dovrebbe partire anche il
piano relativo ai Centri
estivi. In
realtà, se a settembre fossero validi i protocolli che in questi giorni
leggiamo in ordine agli sport individuali e a quelli di squadra, a scuola non ripartirebbe assolutamente quasi
nulla”.
Ci faccia una fotografia della
situazione e delle sue più grandi preoccupazioni.
“Ci troveremo davanti ad
un’assoluta minoranza di atleti che continueranno, per quanto possibile, ad
alimentare giustamente i propri sogni, ma la grandissima massa della
popolazione scolastica cosa potrà fare?
In realtà è già molto grave che
emergano, speriamo non siano confermate in futuro, le ipotesi di utilizzare le
palestre come aula ordinaria. Esisterà
ancora un’attività più di base che coinvolgerà milioni di studenti nei
campionati studenteschi in tutte le sue fasi?”
Quali sarebbero, quindi, gli
interventi più urgenti?
“Gli riassumo in punti:
– rivedere la
programmazione dell’educazione fisica e verificare, forti della Legge di agosto
sullo sport scolastico, se il Governo ed il Parlamento intendono utilizzare la
materia anche come rilancio della crisi sportiva;
– dare il via ad una fase
di vera e propria concertazione nazionale con le Organizzazioni Sindacali, il Comitato
Olimpico, le Federazioni Sportive solamente se la questione potesse essere
risolta positivamente, quindi nel caso in cui il Ministero
dell’Istruzione si presenti con un proprio piano senza aspettare, come troppe
volte accaduto, che altri suggeriscano iniziative;
– chiarire in modo
assoluto la questione degli spazi scolastici , degli spogliatoi, dell’attività
da poter svolgere
– coinvolgere i
Coordinatori Regionali e i Referenti Provinciali in un lavoro capillare di
monitoraggio delle scuole, dando loro compiti specifici per provare ad
organizzare attività sul territorio”.
Come si svilupperà la questione
dell’utilizzo delle palestre scolastiche?
“Le disposizioni del
Ministero dello Sport, in ordine all’utilizzo di una palestra, sono
estremamente rigorose e praticamente non applicabili in una scuola. Basti
pensare alla sanificazione di tutti gli attrezzi e degli interi locali, a
seguito di un uso misto interno ed esterno agli istituti. La questione
dell’ingresso in un istituto scolastico, da parte delle società sportive con le
relative responsabilità dei capi d’istituto, si porrà certamente.
Sappiamo bene che negli
anni non sono mancati problemi tra i fruitori della palestra e le scuole, in
particolare in ordine alle pulizie serali, ma oggi il tema non riguarda una
semplice pulizia bensì la sanificazione delle strutture. Poiché il responsabile
anche per quanto riguarda la sicurezza degli studenti e dei docenti sarà il
Capo d’Istituto, è difficile immaginare una concessione verso esterni dei
locali scolastici”. E quindi, almeno finché durerà il distanziamento tra gli
studenti nelle classi, saranno off-limits anche le strutture fuori orario
curricolare”.
La necessità di tutelare sia gli
studenti sia il mondo sportivo giovanile deve quindi molto urgentemente essere
analizzata.
“Si, per evitare scontri tra la Scuola e l’extra scuola
sul territorio e serrate altamente dannose, ma inevitabili probabilmente, delle
strutture scolastiche.
E anche davvero difficile
oggi pensare che possono sopravvivere iniziative come sport di classe o scuole aperte allo sport soprattutto si dovranno
continuare le logiche dei piccoli gruppi di studenti. Se non sarà sconfitta la pandemia
verosimilmente nessun esterno alla scuola potrà entrare in contatto con gli
studenti”.
Una situazione drammatica.
“Penalizzerà molto il
personale e ridurrà drasticamente le possibilità di lavoro ai nuovi colleghi
laureati, che non potranno fare tirocinio ed esperienza nelle scuole. Una
situazione pronta a esplodere e a far venire a galla problemi a cui non si
vuole mettere mano. La scuola e l’educazione motoria e fisica ora
ritorneranno di moda per fini di consenso popolare, ma chissà se verranno in
parte risolti a causa di questa epidemia o finiremo per parlarne tutti ancora
una volta fino a che servirà per poi dimenticare tutte le promesse
fatte. In Italia c’erano 54 milioni di commissari tecnici, poi 54 milioni
di virologi, ora ci saranno 54 milioni di insegnanti pronti a dare le loro
soluzioni a volte molto bizzarre. E ricordiamoci che lo sport nella scuola
è un mezzo, uno strumento per raggiungere il vero obiettivo che deve essere
quello di insegnare a muoversi correttamente ed avere uno stile corretto di
vita”.