mercoledì 23 agosto 2017

Amarcord: Vincenzo Traldi, ex giocatore ed ex dirigente racconta i suoi anni al Rugby Mantova: “E’ uno sport di sofferenza, ma gli sforzi sono sempre ripagati. Settore giovanile il futuro del movimento”

Prosegue la rubrica dedicata agli ex biancorossi. Questa settimana il focus è su Vincenzo Traldi, ex biancorosso ed ex dirigente del Rugby Mantova.

Com’è nato il legame col Rugby Mantova?
“Sono uno dei soci fondatori, ho partecipato al primissimo gruppo sportivo del 1975. Ho giocato poi dal 1975 al 1980, prima che mi infortunassi seriamente a due vertebre a seguito di un forte scontro di gioco. A 24 fui costretto a smettere di giocare, poi qualche anno dopo rifeci le analisi alle vertebre che dimostrò che non correvo più grandi rischi. Preso dalla grande voglia di tornare a giocare, ho ripreso per qualche anno fino a quando ho compiuto 39 anni riuscendo a togliermi buone soddisfazioni, tra cui la promozione in Serie B. Il Rugby Mantova è stata l’unica squadra della mia carriera, in cui ho giocato come estremo o mediano d’apertura. Nel mio primo periodo al Rugby Mantova sono stato anche allenatore dell’Under 17. Avrei potuto anche allenare le formazioni più adulte, ma per motivi di lavoro non sono riuscito ad avviare la burocrazia per ottenere il patentino da allenatore.
Una volta ritirato definitivamente dal rugby giocato ho rivestito alcuni incarichi dirigenziali sotto l’egida delle precedenti presidenze. Anche adesso che non ricopro più nessun ruolo ufficiale, ho mantenuto un ottimo rapporto con l’attuale Società, tra cui il vicepresidente Antonio Tellini, che è stato mio compagno di squadre tempo fa. Quando posso vengo sempre volentieri a vedermi una partita al Migliaretto perché questa Società mi è veramente rimasta nel cuore”.
Cosa Le ha trasmesso il rugby?
“Questo sport mi ha lasciato tanti legami d’amicizia con tanti ex giocatori. All’epoca il clima totalmente dilettantistico in cui si svolgevano gli allenamenti creava delle relazioni forti tra i compagni di squadra, uniti tra loro dal grande amore che provavano per questa disciplina. Mi ha trasmesso l’attitudine al sacrificio e alla fatica e la lealtà verso i propri amici e compagni. Indimenticabili poi i tanti terzi tempi dopo le partite, importanti per condividere impressioni sulla partita e…per fare massa “muscolare”!”.

Cosa ne pensa dell’attuale progetto del Rugby Mantova?

“Investire nel settore giovanile garantisce un futuro e una continuità in questo sport. Quanti più ragazzi sono “prodotti” in casa tanto più si riesce ad ottimizzare le risorse e a dare un sogno a tanti giovani praticanti di questo sport”.

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