LA BASILICATA non è
terra di confine, ma praticare rugby non è mai stato certo facile per numerose
ragioni. Le distanze che separano i principali centri urbani regionali dalle
altre città del meridione non possono che penalizzare questa realtà. Certo che
Michele Sabìa, delegato FIR per la Basicilicata, non sembra proprio demordere e
lavora per il futuro.
“Il rugby lucano non
attraversa un buon periodo – dice, infatti, Sabìa – del resto il rugby è una
disciplina nuova per questa regione, tutta da crescere, da far conoscere alla
gente, ai giovani. Il rugby è arrivato da non molti anni, poi purtroppo abbiamo
anche una serie difficoltà dovute al calo demografico, con molti giovani che
per ragioni di studio o di lavoro, sono costretti a lasciare la Lucania, e questi
problemi hanno accentuato le difficoltà.”
La Basilicata, stretta
tra Puglia, Campania e Calabria, è l’ultima delegazione ufficialmente
riconosciuta dalla Federugby, ed il delegato regionale è attualmente, appunto,
Michele Sabìa, ex mediano di mischia del CUS Potenza e del disciolto Padre
Minozzi Rugby.
(nella foto Michele Sabìa, delegato FIR per Basilicata)
“Certo che non
demordiamo – afferma lo stesso dirigente – questa è una fase dove si attua la
promozione, soprattutto negli istituti scolastici. Il nostro progetto UN
PALLONE OGNI SCUOLA, organizzato insieme al CONI, dedicato alle scuole primarie
di secondo grado, e al quale hanno aderito 23 istituti, è stato seguito da un
logico corso di formazione per gli insegnanti di educazione fisica delle
stesse. Dopo una costruttiva annata dei docenti stessi che hanno operato nelle
palestre all’interno delle scuole, a giugno abbiamo potuto organizzare una
festa finale sul nuovo campo di Tito (cittadina di 7.000 residenti a 10 km da
Potenza n.d.r.) con la partecipazione di piu’ di duecento giovanissimi. Un vero
successo che mi auguro porterà, nel tempo, buoni frutti al rugby lucano.”
Potenza, Oppido Lucano,
Bernalda, Matera sono i principali centri della regione dove si pratica
attività rugbistica a vari livelli e categorie, con il CUS Potenza impegnato
nel Campionato di Serie C2 nel girone apulolucano.
(Il club del CUS Potenza ha aderito alla campagna della Lega Italiana Fibrosi Cistica, qui una folta rappresentanza rugbistica è in visita all'Ospedale San Carlo di Potenza)
“C’è costante impegno
di alcuni tecnici e dirigenti – afferma MICHELE SABIA – così che anche a
Lavello e a Genzano di Lucania, l’attività della propaganda è nei principali
programmi di questi due club. Si lavora
con volontà e coraggio in una regione dove il rugby non ha certo grandi
tradizioni. Nel panorama rugbistico nazionale fondamentalmente noi siamo ancora
alla prima generazione di rugbisti. Abbiamo pochi tecnici e dirigenti a
disposizione che possano promuovere il rugby sul territorio, e tecnicamente non
riusciamo a crescere in quanto molti ragazzi Under 18, alcuni molto promettenti,
per ragioni di studio o lavoro sono costretti a recarsi fuori regione. Quindi
la nostra promozione si fa sempre maggiormente impegnativa. Ma non per questo
ci arrendiamo.”
La Basilicata è
tagliata fuori dalle principali direttrici, e gareggiando con altre realtà
regionali, soprattutto a livello giovanile, le difficoltà che s’incontrano
durante l’attività sono piuttosto pesanti, anche a livello di costi.
(sempre il CUS Potenza ha appoggiato l'opera dell'Associazione Italiana Persone Down)
(sempre il CUS Potenza ha appoggiato l'opera dell'Associazione Italiana Persone Down)
“ Come detto prima –
riprende il delegato FIR per la Basilicata – continuiamo senza timore il nostro
lavoro. Siamo un gruppo ben rodato e motivato, e sappiamo che per ottenere dei
risultati maggiormente concreti ci vuole piu’ tempo. La prima squadra nata nel
1983 in Basilicata fu opera di Padre Minozzi, un sacerdote aquilano impegnato
in un collegio che porta il suo stesso nome. Per il nuovo club Istituì i colori
neroverdi ovviamente, come il famoso club abruzzese piu’ volte Campione d’Italia,
ma quella bella storia di rugby termino’ dopo quattro anni, e dopo un grande
vuoto, solo nel 2003 alcuni ragazzi universitari ebbero la volontà di esordire
con una squadra seniores appoggiandosi al CUS Potenza.”
Senza alcuna tradizione
alle spalle, cun avventurosi confronti su campi da gioco spesso sabbiosi, poco
indicati per la pratica della palla ovale, il movimento lucano ha in ogni modo
mosso le proprie pedine, merito della giusta mentalità di chi lo ha praticato e
diffuso.
(una immagine dal test di C2 tra CUS Potenza e i pugliesi della Keyron Academy)
(una immagine dal test di C2 tra CUS Potenza e i pugliesi della Keyron Academy)
“ Il nostro principale
obiettivo – conferma SABIA – è sempre come quello iniziale: vogliamo divertirci
giocando a rugby, e da tempo abbiamo avuto anche l’occasione di creare varie
iniziative si stampo sociale, per avvicinarsi alla popolazione, per far
conoscere le nostre intenzioni, la nostra serietà. A Potenza abbiamo agevolato
le attività giovanili anche coinvolgendo giovani autistici e down, e così si è andato avanti facendoli partecipare ai nostri allenamenti
dei ragazzi della giovanile, ed organizzando un progetto con una scuola media,
dove loro giocavano con i proprio compagni di classe e, dopo un paio d’anni di
questa attività, abbiamo potuto riscontrare che questi ragazzi sono molto
migliorati, sotto tutti gli aspetti, dimostrando maggiore attenzione e responsabilità,
e mettendo in mostra pure buoni miglioramenti nel gioco del rugby.”
La delegazione della Basilicata è l’ultima in
ordine di tempo ad essere stata ufficialmente istituita dalla F.I.R., e lo
stesso delegato Michele Sabìa conserva serie intenzioni di portare avanti
importanti impegni sul territorio.
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