“Ma io sono
un uomo che preferisce perdere, piuttosto che vincere con modi sleali e
spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la
sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtu’.”
PIER PAOLO PASOLINI
“Ho rubato le parole
del maestro P.P.Pasolini – afferma
MAX, uno dei tecnici/educatori della categoria minirugby
dell’Amatori Genova - per dirvi che:
avremmo potuto vincere ieri se avessimo tolto qualche minuto di gioco per darlo
ad altri, tanto il regolamento ti dice che devi farli giocare tutti ma mica
t’impone per quanto tempo e come lo devi fare, avremmo potuto gestire i
prestiti alle altre squadre in maniera calcolata e munuziosa in modo da
presentare sempre la formazione migliore, avremmo così scalato qualche gradino
di quella classifica, per poi pavomeggiarci dicendo che noi siamo tecnici seri
e preparati e che la nostra mano si vede.
Non lo abbiamo fatto per scelta,
perchè a noi il nostro lavoro ci piace pesarlo tra di noi, forse perchè prima
ci sentiamo educatori e poi allenatori, magari perchè le nostre mète piu’ belle
son quelle di vedere i piccoli progressi di chi sta in coda e non i progressi
scontati di chi sta in testa, che tanto poi in testa ci sta comunque grazie a
noi. Siamo stati bambini anche noi e abbiamo calcato i campi fangosi ormai
tante primavere fà, e ci ricordiamo bene cosa vuol dire dare tutto a noi stessi
e a volte non riuscire ad arrivare, perchè l’infanzia non è una gara a chi
arriva primo, ma è una fase della vita in cui ognuno cresce con i suoi tempi e
al passo con le proprie capacità. Il nostro compito – prosegue MAX – è prima ancora di insegnargli a giocare è quello di insegnargli
l’autostima, forte di questa convinzione cito le testuali parole che FELICE
BISIO mi ha pronunciato ieri – Il
nostro compito è quello di far crescere i bravi e di portare i meno bravi il
piu’ possibile vicino al loro livello, anche se dopo saranno di nuovo costretti
ad inseguirli, ma in fondo poi Max questa è la vita, mica solo il rugby
funziona così. – e’ già come sempre noi rugbisti
diciamo che – il rugby è scuola di vita – ma come si puo’ avere un’esistenza
appagante senza autostima?
Quindi, convinti di questo sacrifichiamo volentieri
qualche risultato se questo serve per lavorare sull’autostima dei nostri ragazzi,
e lo facciamo convinti che questa alla loro età è la cosa migliore.Da qui
scaturisce la mia decisione di non pubblicare piu’ su questa pagina i risultati
dei concentramenti, vi posso solo dire che io e Felice ieri a fine
concentramento abbiamo convenuto sul fatto che i bravi sono cresciuti e i meno
bravi sono migliorati ognuno con le sue capacità e questo ci è sempre bastato e
continua a bastarci.”
Per NON SOLO RUGBY ecco una foto di Gian Fruccio di Genova/Pegli
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