Medaglia di bronzo, a pari merito con il Canada, per l’Italian
Classic XV alla 37esima edizione del World Rugby Classic. Per la formazione azzurra il prestigioso
torneo dedicato alle selezioni internazionali over 35 di tutto il mondo si è chiuso con
due vittorie e una sconfitta.
Dopo la sconfitta per 12-0 all’esordio con l’Argentina Legends per
gli azzurri sono arrivati i successi con gli Usa Eagles 28-20 e Classic Lions 26-24.
«È stata un’esperienza emozionante, coinvolgente, ci siamo divertiti molto,
un’esperienza bellissima, in un posto fantastico». Tra i 23 italiani impegnati a
Bermuda dal 1 al 7 novembre i pesaresi Giacomo Cardellini, Smail Jaouhari e Carlo Villarosa.
«Essere chiamati per rappresentare la nazionale italiana è
bellissimo. Sono state giornate molto formative dal punto di vista rugbistico, ma abbiamo anche
stretto dei bei rapporti con tutto il gruppo».
«Ho realizzato quello che stava succedendo soltanto sull’aereo per
Bermuda, quando ho visto intorno a noi tutti i giocatori di alto livello ho percepito
davvero quello che stava succedendo. – Racconta Carlo Villarosa - A livello sportivo
abbiamo avuto partite molto dure sul piano fisico, un gioco un po’ più lento ma con impatti fisici di alto livello. Bellissimo giocare a fianco di rugbisti con tanta
esperienza, giocatori che militano in Eccellenza, che hanno vinto campionati e scudetti, è stato
qualcosa che sportivamente ci ha riempito, ci ha dato qualcosa in più».
«Si è creato subito un bellissimo rapporto con tutto il gruppo –
Aggiunge Giacomo Cardellini – Quando siamo partiti conoscevamo pochissime persone, ma si è
subito creato un bel legame. Credo sia stata la nostra arma vincente. Arrivare terzi,
vincendo 2 partite su 3, è stata una grande emozione; siamo partiti poco consapevoli del
nostro potenziale, ci siamo difesi molto bene e torniamo a casa con tanta grinta. Indossare
quella maglia è sempre un’emozione unica, un onore, oltre che un piacere rappresentare il
Paese, anche se con una selezione over 35».
«Siamo tornati solo con un piccolo rammarico per la partita contro
l’
Argentina, che con un po’ di allenamento e conoscenza in più avremmo
potuto giocare diversamente. – Commenta Smail Jaouhari - Il livello del torneo è molto alto, con
giocatori di livello internazionale che hanno giocato in varie Nazionali, che hanno
disputato il Sei Nazioni.
Anche a livello umano è stata una bellissima esperienza, lo sport
del rugby si fa vedere anche in queste occasioni, fuori dal campo c’è stato sempre modo
di parlare e confrontarsi con tutti, tutti allo stesso livello. Vivere questo torneo con due
compagni di squadra è stata la ciliegina sulla torta. Dopo molti anni di rugby insieme siamo
riusciti a coronare il nostro percorso, vestendo la maglia azzurra».
«A livello sportivo mi ha colpito molto il livello dei giocatori,
un livello molto alto, pur non essendo più giocatori giovani si vedeva che avevano tecnicamente
qualcosa in più. – Gli fa eco Villarosa – Mi ha colpito anche l’umiltà delle persone, abbiamo stretto delle
belle
amicizie anche con le squadre
avversarie. In più ho condiviso questa esperienza con due amici, due compagni di squadra che conosco da
anni, per me è stato il valore aggiunto di tutto questo. Sicuramente questa cosa ce la porteremo per tutta la
vita, la chiamata in Nazionale è stata un po’ la chiusura del nostro percorso fatto a
Pesaro».
«Questa esperienza ripaga tutti gli sforzi che abbiamo fatto negli
anni con il nostro club per scendere in campo la domenica, ci ripaga un po’ dei sacrifici che abbiamo fatto nell’arco del tempo. – Prosegue Cardellini - È stata un’emozione grande condividere questi giorni con altri due ragazzi di Pesaro, perché ci conosciamo
da una vita, abbiamo giocato insieme una
vita e siamo gli ultimi rimasti della nostra generazione che
continuano a giocare»
«Dobbiamo ringraziare il presidente dell’Italian Classic, Marcello Cutitta (FOTO), e tutto lo staff per averci dato la possibilità di partecipare a questo torneo. – Concludono i tre giocatori pesaresi – L’organizzazione italiana è stata molto curata e ci ha seguito in tutto e per tutto, dall’inizio alla fine».
(Tania Stocchi)
(Le foto 1 - 3 - 4 - 5 inserite da RUGBYTOTALE)






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