“Emofilia e Sport”: il progetto di Vita al
servizio delle persone emofiliche in collaborazione con il Gaslini
Di Marco Callai -
Il Centro Polisportivo Vita, inaugurato a inizio anno all’interno dell’Istituto “Sorriso Francescano” di via Trento, in Albaro, lancia il progetto “Emofilia e sport” in collaborazione con l’Associazione Regionale Ligure Affiliata alla Federazione Emofilici (A.R.L.A.F.E) e il Centro Emofilia dell’Ospedale Gaslini di Genova.
Questo nuovo progetto darà la possibilità alle persone con emofilia di sviluppare le proprie capacità motorie in ottica di prevenzione e di praticare, con consapevolezza e in sicurezza, varie attività sportive. Il monitoraggio sarà effettuato dal Comitato Tecnico Scientifico composto da Claudio Molinari (Ospedale Gaslini), Gianluigi Pasta (Policlinico San Matteo di Pavia), Mauro Ferrari (ASL 3 Genovese) e Francesca Riccardi (San Martino).
Grazie alla fisioterapia e alla terapia sostitutiva, la qualità della vita
delle persone emofiliche è notevolmente migliorata permettendo loro il pieno
inserimento nel contesto sociale. Con il progetto “Emofilia e sport” si vuole
migliorare la qualità delle persone emofiliche attraverso la possibilità di
praticare un’attività fisica e sportiva quotidiana con i benefici di
prevenzione di complicanze a livello articolare, l’incremento della forza,
della resistenza e della capacità cardio-polmonare insieme a maggior benessere
psicologico.
Vita offrirà così gratuitamente la
possibilità di svolgere attività fisica e sportiva, completamente
personalizzata, per il benessere delle persone emofiliche con la supervisione e
il supporto di specialisti ematologi, ortopedici, fisioterapisti, medici dello
sport, trainer e psicologi e la fornitura delle adeguate attrezzature. Tra gli
obiettivi del progetto, anche la definizione di un protocollo finale per
l’esportazione di questo modello in altre realtà italiane affinché quella di
Vita, A.R.L.A.F.E. e Ospedale Gaslini possa diventare un punto di riferimento
per l’intera comunità dello sport e del mondo della riabilitazione sportiva.
“Vita ha queste iniziative nel suo DNA perché
nasce come startup con lo scopo di sviluppare innovazioni per migliorare la
qualità della vita delle persone – racconta Sergio Mori, presidente del Centro
Polisportivo Vita – Noi partecipiamo attivamente allo studio e alla ricerca
nell’ambito della riabilitazione sportiva portando avanti progetti scientifici
in collaborazione con altre figure professionali e sanitarie”.
“Individueremo obiettivi sportivi per ogni
partecipante e un percorso idoneo al raggiungimento – afferma prosegue Mori –
Lavoreremo sul miglioramento dello schema corporeo e acquisizione di abilità
motorie attraverso anche un’opera continua di motivazione e condivisione”.
“La struttura del Centro Polisportivo Vita è
polivalente, funzionale e con figure professionali qualificate e necessarie a
prendere in carico i circa 20 pazienti emofilici – afferma Anna Fragomeno,
presidente A.R.L.a.f.e. Onlus – Vogliamo anche realizzare un protocollo con
score e valutazioni affinché questo tipo di progetto possa esser esportato in
altre realtà italiane”.
“I pazienti emofilici hanno una malattia rara
e una vita normale passa anche attraverso lo sport – afferma il dottor Claudio
Molinari, responsabile del reparto Ematologia dell’Ospedale Gaslini – Oggi
abbiamo cura sicure ed efficaci, praticabili a livello domiciliare, e
l’obiettivo di questo progetto è educare i pazienti attraverso un percorso
individualizzato prima all’educazione motoria e poi a uno sport praticato in
sicurezza e con soddisfazione. Lo sport, infatti, è importante quanto la cura
con i farmaci, sostituzione del mancante fattore di coagulazione. Muscoli
robusti proteggono le articolazioni e avere articolazioni libere significa
muoversi bene”.
“Lo sport è elemento fondamentale in tema di
prevenzione dal punto di vista muscolo-scheletrico e articolare – afferma
Gianluigi Pasta, ortopedico del Policlinico San Matteo di Pavia – La
manifestazione clinica più frequente e invalidante è l’artropratia: la
chirurgia ortopedica fa parte ancora oggi delle persone emofiliche con
risultati miglioranti la loro qualità della vita ma rimane, comunque, una
chirurgia con rischi e complicanze. Pertanto è fondamentale l’opera di
prevenzione attraverso lo sport e progetti come quello che stiamo lanciando”.
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