FEDERICO MORI LAVORA OGNI GIORNO PER
CONFERMARSI NELL’ALTO LIVELLO “LA FIDUCIA DI COACH BRADLEY È UNO STIMOLO IN
PIÙ A FAR BENE” “STIAMO PREPARANDO BENE LA SFIDA CON I
CARDIFF BLUES, VOGLIAMO PORTARE A CASA IL RISULTATO!” Parma, Saranno i Cardiff Blues i
primi avversari delle Zebre Rugby nel Guinness PRO14 2020/21,
il prestigioso torneo internazionale che vede la franchigia con sede a Parma
competere dal 2012. Ieri
pomeriggio il comitato organizzatore del campionato celtico ha ufficializzato
i primi 11 turni della nuova imminente stagione che vedrà Bisegni e compagni
tornare in azione venerdì 2
ottobre allo Stadio Lanfranchi di Parma nel
match inaugurale della competizione. La
sfida, in onda in diretta su Dazn con calcio d’inizio
alle ore 19:00, offrirà al XV di coach
Bradley la chance di centrare il 5° successo di sempre con i Gallesi,
sconfitti 26-24 nella loro ultima visita nella città ducale, risalente al 15
settembre 2018. Della
partita, ed in generale del suo percorso di crescita ed esperienza nel rugby
internazionale, ha parlato questa mattina Federico Mori,
intervistato per i microfoni del club a margine dell’allenamento odierno. Il
centro del Rugby Calvisano è
uno dei permit player delle Zebre Rugby di quest’anno e vanta già cinque
presenze ufficiali con i multicolor collezionate nel corso della stagione
2019/20.
Per il prodotto del Livorno Rugby e del Granducato Rugby fu un esordio memorabile quello con la franchigia federale: il 28 settembre 2019 il duttile trequarti nato a Cecina volava infatti in meta a Murrafield al 70’ della gara contro l’Edinburgh Rugby, dopo essere subentrato dalla panchina nel secondo tempo. Notevole
anche la precocità del 19enne toscano che lo scorso luglio ha ricevuto la sua
prima chiamata ad un raduno della nazionale maggiore, dopo aver indossato la
maglia degli Azzurrini al Mondiale di categoria nel 2019 e al Sei Nazioni
2019 e 2020, quest’ultimo interrottosi a marzo con la sopraggiunta emergenza
“coronavirus”. A che età ti sei avvicinato al rugby e cosa
ti ha fatto innamorare di questo sport? “Mi sono avvicinato al rugby all’età di 9
anni; frequentavo la terza elementare e con la classe ci fecero partecipare
ad una giornata alternativa al campo. Da quel momento è stato amore a prima
vista e mi sono subito lasciato coinvolgere da questo sport”. Chi è stato importante nel tuo percorso di
crescita? “Ci
sono tante persone! Inizierei ringraziando i fratelli Brancoli e Saccà che
sono stati i miei allenatori, ma aggiungo anche mio zio Fabrizio Mori e mio
padre con cui mi allenavo separatamente ogni qual volta eravamo fermi con la
squadra”. Un anno fa, proprio in questo periodo,
debuttavi in gara ufficiale con le Zebre e volavi in meta a Murrayfield nel
tuo match d’esordio in PRO14. Cosa ricordi di quella giornata e che emozioni
hai provato in campo? “E’ stato come vivere un sogno! Mi sono trovato in campo nella
prima giornata di PRO14 con e contro campioni che prima vedevo soltanto in
tv. Il fatto poi di segnare la mia prima meta all’esordio è stato un’emozione
indescrivibile”. Il PRO14 aveva subito candidato la tua meta
tra le più belle della stagione. Ci racconti l’azione da cui è nata e qualche
aneddoto sul post partita. “E’ stata un’azione molto studiata durante la settimana: un lancio
di gioco provato diverse volte in allenamento. C’è stato un bel guizzo di
Pierre Bruno che mi ha pescato con un offload da paura e in quel momento ho
pensato solo a correre”. Con le Zebre sei poi sceso in campo nelle due
gare successive contro Dragons e Scarlets, per poi tornare a Calvisano con
cui hai giocato nel massimo campionato italiano ed in Challenge Cup prima
dello stop per via del Covid. Che stagione è stata la tua fino alla
pausa? “Seppur
breve, anche la stagione col Rugby Calvisano è stata emozionante. Con Massimo
Brunello ho trovato molto spazio e mi sono subito messo in gioco nel ruolo di
ala, che è una posizione diversa da quella solita mia di centro. Ho trovato
un gran bel gruppo, molto accogliente e mi è dispiaciuto non poter concludere
il campionato, dato che avevamo un obiettivo chiaro che era quello di
raggiungere le finali e di riconfermarci campioni di Italia”. Lo scorso febbraio hai anche indossato la
maglia degli Azzurrini al Sei Nazioni U20 e sei stato tra i protagonisti del
successo in Galles del 31 gennaio. Che aspettative avevate per questo Sei
Nazioni che si è purtroppo interrotto a marzo con l’istituzione della
quarantena? “Avevamo
grandi aspettative ed eravamo un bellissimo gruppo molto affiatato dentro e
fuori dal campo. I neoentrati in U20 hanno grandi qualità e puntavamo a
stupire nel Sei Nazioni 2020 e soprattutto nel Mondiale in Italia di fronte
ai nostri tifosi. E’ stato un peccato che entrambe le competizioni siano
state sospese, avevamo grandi ambizioni e volevamo centrare dei risultati
importanti”. Altro appuntamento importante, purtroppo
saltato, era quello del Mondiale U20 in Italia quest’estate. Tu comunque a
luglio ti sei guadagnato la tua prima convocazione al raduno della nazionale
maggiore. Ti aspettavi questa chiamata e qual è stata la tua prima reazione
quando l’hai scoperto? “Non mi aspettavo assolutamente la chiamata e la prima reazione è
stata dirlo alla mia famiglia. E’ stata un’emozione assurda, spero di avere
altre occasioni di questo tipo e di continuare a potermi confrontare con il
rugby Azzurro”. Che gruppo hai trovato? Cosa ti ha
impressionato maggiormente di questa tua prima esperienza in Azzurro? “Ho trovato un gruppo molto giovane, uno
staff molto preparato con dei grandi obiettivi che crede molto in noi. Mi ha
impressionato il fatto di lavorare molto duramente in qualsiasi momento
dell’allenamento: dal campo, alle skills, alla palestra ci era sempre
richiesto il 110 %”. Cosa hai tratto di positivo? “Il fatto di essere stato a contatto con
giocatori che poco tempo fa guardavo solamente in tv al Sei Nazioni. Cerco di
apprendere molto da loro e di far propria quella mentalità professionale che
li caratterizza da ogni punto di vista”. Nel frattempo hai continuato ad allenarti con
le Zebre. Come valuti il livello della rosa di quest’anno? “E’ un livello molto alto, siamo un gruppo
molto giovane con delle grandi aspettative! Il fatto che ci sia molta
gioventù italiana in squadra è un motivo in più per far bene e per alzare
l’asticella dei nostri standard e del nostro gioco”. Ad agosto sei entrato in campo nel secondo tempo del derby di andata a Treviso e sei partito titolare nella gara di ritorno a Parma. Ti aspettavi un impiego così importante già da queste prime sfide di fine stagione? “Sinceramente no. Sono contento che coach Bradley mi stia dando così fiducia, significa che crede in me e nel lavoro che sto facendo. Da parte mia cerco di lavorare duro ogni giorno, di migliorare e di essere sempre disponibile per la squadra”. Venerdì 2 ottobre le Zebre apriranno la
stagione 2020/21 ospitando a Parma i Cardiff Blues. Che partita sarà e come
vi state preparando a questa prima di campionato? “Sarà sicuramente emozionante il fatto di
ripartire con la nuova stagione dopo il lungo stop. Da parte nostra ci sarà
grande attenzione, stiamo preparando molto bene la sfida e studiando il
sistema offensivo e difensivo dei Blues. Stiamo anche elaborando una nostra
strategia per metterli in difficoltà e per portare a casa la partita”. Giochi principalmente centro, ma puoi
ricoprire anche altre posizioni sulla linea dei trequarti. In che ruolo pensi
di essere più performante e quale pensi che sia la tua principale
qualità? “Ultimamente
sto giocando come primo o secondo centro, ma anche come ala. Per me è
indifferente, sono tutti ruoli in cui devi attaccare la linea in maniera
performante e cercare di velocizzare il gioco. Come principale qualità mi
ritengo un giocatore veloce che può far valere il fisico per mettere in
difficoltà la linea avversaria”. C’è qualche aspetto del tuo gioco che ti
piacerebbe invece approfondire maggiormente e migliorare? “Nel rugby di adesso, che è molto veloce e
viene cercato l’offload, voglio essere sempre più performante nell’attaccare
la linea avversaria, velocizzare il gioco e smarcare i compagni di squadra
con un riciclo. Sto lavorando molto con i coach su questo aspetto,
soprattutto con l’allenatore dei trequarti delle Zebre Fabio Roselli. Dal
punto di vista difensivo vorrei invece migliorare nelle letture e negli
appoggi prima del placcaggio”. Quali sono gli obiettivi personali di
Federico Mori con le Zebre Rugby? “Sicuramente cercare di avere più spazio
possibile alle Zebre e di fare quanti più minuti possibile in PRO14.
Continuerò a dare il massimo poi per vedere se riuscirò ad essere presente
anche in altri raduni della nazionale maggiore”. La scheda di Federico Mori: Nome: Federico Cognome: Mori Nato a: Cecina (LI) Il: 13/10/2000 Altezza: 188 cm Peso: 106 kg Ruolo: centro Honours: Italia U16, U18, U20 Caps: 0 Presenze in Guinness PRO14: 5 Presenze in EPCR Champions Cup: 0 Presenze in EPCR Challenge Cup: 2 Club precedenti: Rugby Calvisano, Accademia Nazionale “Ivan
Francescato”, Granducato Rugby, Livorno Rugby Instagram: @chico_mori |
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Simone Del Latte |
RUGBY E SOCIALE di Roberto Roncallo (O.D.G. 170599 roncallo.roberto488@gmail.com ) creato da Dino Fruccio
giovedì 24 settembre 2020
ZEBRE RUGBY CLUB - L'intervista a Federico Mori.
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