martedì 22 settembre 2020

RAGUSA RUGBY - Samuele Sapuppo, siciliano di Ragusa, nell'Elite del rugby con il Colorno!

 


UN RAGUSANO NELLA TOP 10

E' Samuele Sapuppo, cresciuto nelle nostre giovanili e ora al Rugby Colorno

Classe 1997, terza linea, colonna del Colorno, a partire dalla stagione sportiva ormai prossima all'avvio, nel massimo campionato italiano di Rugby, la Top 12.

E, particolare importante, è cresciuto nel nostro vivaio.

Sì, parliamo proprio di Samuele Sapuppo, ragusano orgoglioso di esserlo "Ragusa, oltre ad essere casa mia, è la mia città preferita. Quando torno a casa, in famiglia, sto benissimo, e la pena più grande è ripartire (ci confessa sorridendo, n.d.r.)".

Cresciuto nella nostra realtà, "ho iniziato con la prof.ssa Giummarra, - sottolinea Samuele - il rugby della passione, dell'entusiasmo e, perchè no, della spensieratezza", poi il passaggio all'Under 16 e infine i due anni di Accademia Under 18 a Catania, e con il Cus nell'Elite. Poi il passaggio in Serie B, con l'Amatori, la Serie A con la stessa formazione, e, da oggi, l'avventura con il Rugby Colorno, da n° 8 Flanker.

"Una chiamata inattesa - ci spiega con voce pacata ma al tempo stesso decisa ed entusiasta - in una società che, come ho potuto verificare sin dai primi momenti, ha in cantiere obiettivi importanti, con uno staff di livello eccezionale. Sarà una bella sfida, per me e per il gruppo".

Vale la pena di ricordare che la Top 12 equivale alla Serie A del Calcio. Un ragusano, cresciuto nel nostro vivaio, a questo livello, dovrebbe smuovere, mediaticamente, "mari e monti". E invece...

"E invece - ci spiega Samuele, con ironia e senza recriminazioni - magari tutto questo passa sotto silenzio. Forse perchè non si considera che il rugby, a tutti i livelli e a questo in particolare, è soprattutto sacrificio e impegno. Allenamenti 7 giorni su 7, fatica ed evoluzione costante. Siamo professionisti a tutti gli effetti".

Ovviamente resta, strettissimo, il legame con la nostra società. E, in futuro, "non mi dispiacerebbe, un giorno, dare il mio piccolo o grande contributo, in termini di esperienza, ai tanti ragazzi che vivono, come me, le prime esperienze rugbistiche. D'altronde, è questa la caratteristica fondamentale, e più bella, del nostro sport".

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