LORENZO MICHELINI DOPO ANDRA’
ALL’ACCADEMIA U20 IVAN FRANCESCATO
Il sogno di entrare nell’Accademia U20 Ivan
Francescato di Remedello (Bs), l’unica per ora in Italia dedicata alla
categoria, da pochi giorni per l’atleta gialloverde Lorenzo Michelini, è
diventato realtà. Dopo l’Accademia U18 di Torino e Milano, e la maglia azzurra
recentemente indossata, con l’ultima convocazione Lorenzo entrerà a far parte a
pieno titolo di quel circuito di atleti di élite, monitorati e seguiti dalla
Federazione, quella rosa ristrettissima, dalla quale i tecnici federali
attingono per formare la Nazionale Under 20.
Lui non ci crede ancora e rimane con i piedi
ben piantati a terra e concentrato sulle ultime due partite che ancora dovrà
disputare con la maglia gialloverde del Biella Rugby. La prima domenica a
Biella contro Cus Torino, semifinale di ritorno, che se vinta sopra break lo
porterà a concludere il ciclo con l’ultima gara secca nella finalissima giocata
su campo neutro, che potrebbe portare la U18 biellese nel campionato di Élite
per la prossima stagione. Poi per lui, la Serie A, ma con la casacca della
Francescato, lontano da Biella e il miraggio di un luminoso e brillante futuro.
Lorenzo Michelini: “Questo a Milano, sarebbe
stato il mio ultimo anno in Accademia Under 18, era chiaro, poi il mio futuro
poteva prendere due sole direzioni: la Francescato, o il ritorno al club. La
prima ipotesi non la tenevo quasi in considerazione, nel mio ruolo si liberava
un solo posto, ambito peraltro da molti…non potevo essere io. Invece la mail di
martedì mi ha cambiato la vita. Con il mio ingresso nell’Accademia U20, il mio
cartellino diventerà della Federazione e con loro dovrò disputare il prossimo
campionato di Serie A. Potrà essere per un anno o due se verrò confermato,
successivamente lo sbocco naturale è l’Eccellenza. Mi dispiace lasciare il
Biella Rugby, che si è occupato della mia formazione con grandi allenatori, i
miei compagni, il mio presidente, che ringrazio di cuore, ma penso allo stesso
tempo che quella che mi è capitata, è una grande opportunità per crescere, per
migliorare come giocatore, puntando dritto alla Nazionale Under 20, che si
forma proprio da quelli che saranno i miei compagni ogni domenica. Pensiamo al
presente: ho una distorsione alla caviglia destra, ma da ieri ho sperimentato
che con un’opportuna fasciatura, posso giocare senza sentire male, quindi
domenica sarò in campo a Biella, e speriamo anche la domenica successiva,
significherebbe che siamo in finale. I miei prossimi impegni saranno: con
l’Accademia di Milano, un torneo di beach rugby a Livorno a metà del mese di
giugno, dai primi di luglio, inizierà l’avventura a Remedello”.
Vittorio Musso, presidente Biella Rugby Club:
“Innanzitutto sono davvero molto contento per Lollo perché se lo merita ed è
giusto che faccia questo importante passaggio e prosegua nella sua carriera di
giocatore. Come presidente di un club che ha cresciuto un atleta di questo
livello, però, devo dire che il sistema adottato dalla Federazione non mi piace
molto. Le società vengono messe di fronte a un fatto compiuto, senza essere
coinvolte nella decisione, soprattutto nel caso in cui, come il nostro, salendo
in Serie A, avremmo garantito al ragazzo di giocare ad un livello adeguato. Al
di là di questo, trovo giusto che un giocatore prosegua la sua carriera verso
la Nazionale, non sono solo d’accordo con questo sistema dove si esclude
completamente il club da ogni decisione. Mi chiedo: le società che vogliono
crescere con i propri giocatori dove possono arrivare se, quando ne hanno uno
bravo, sono costrette a perderlo perché o gioca con l’Accademia oppure non può
andare in Nazionale? Tra l’altro sembra che si metta in discussione la qualità
degli allenatori del club. Capisco che andare in Accademia significa fare
gruppo e giocare con tutti gli atleti che presumibilmente faranno parte della
Nazionale, ma credo che il sistema di allenamento condiviso con quello della
società da cui i ragazzi provengono, possa essere un’alternativa, soprattutto
quando anche le società crescono di livello come abbiamo fatto noi”. (Paola Giacchetti)
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