mercoledì 30 maggio 2018



Il nuovo accordo tra la Rugby Udine Union Fvg e l'Università del capoluogo friulano per agevolare gli studenti rugbysti potrebbe rappresentare l'inizio di un nuovo corso verso il “rugby sostenibile” del futuro prossimo.

(Nella foto il team SEVEN DEL MAGNIFICO)


Mentre il Seven del Magnifico, ossia la rappresentativa di rugby a sette del Cus Udine, composta per la quasi totalità di atleti della Rugby Udine, ha sfiorato la vittoria degli ultimi campionati italiani universitari, tenutisi a Campobasso, superata in finale  (10 a 5) solo dalla “corazzata” Cus Parma, imbottita da giocatori del campionato d'Eccellenza, la Rugby Udine si è fatta parte diligente verso l’Università di Udine per rinnovare l’accordo di collaborazione di recente scaduto.

Il “rugby sostenibile” del futuro prossimo in Italia sarà fatto di studenti universitari che dovranno coniugare l'impegno agonistico ad alto livello con la continuazione di un percorso di studi e di formazione che consenta loro di crearsi uno sbocco professionale successivo o parallelo alla carriera sportiva.
Ne è convinto il vice presidente della Rugby Udine Union Fvg, Francesco Silvestri, che si è fatto promotore di un progetto di collaborazione con l'Università di Udine, in base al quale, in estrema sintesi, i rugbysti di interesse nazionale e non solo che verranno a giocare nel capoluogo friulano riceveranno una serie crescente di benefit, proporzionale al curriculum sportivo ed accademico, che andrà dalla riduzione delle tasse universitarie, alla gratuità delle stesse, dei libri di testo e dell'alloggio.
“Negli ultimi 7-8 anni – spiega Silvestri – si è diffuso in Italia, nei campionati di Eccellenza e Serie A, ossia le massime categorie nazionali, un modello di pseudo professionismo, con atleti che si allenano da professionisti, con un impegno totalizzante, a fronte di ingaggi che non consentono certamente di garantirsi una tranquillità economica futura e neppure il raggiungimento di una certa professionalità per il momento in cui avranno terminato di giocare. Non dimentichiamo che per uno sportivo la carriera agonistica difficilmente va oltre i 30-35 anni”.
L’Università di Udine dal canto suo vedrebbe iscritti studenti sportivi molto motivati e potrebbe sviluppare ricerche e stage in una realtà sportiva importante a livello nazionale come appunto la Rugby Udine.

 (PierGiorgio Grizzo)

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