Amarcord: Mario Zanca, tra i fondatori del club, ripercorre la sua
carriera al Mantova: “Tutto è nato da un annuncio sul giornale nel 1974. Col
tempo, ottimo lavoro sul settore giovanile”
Inizia con l’intervista a Mario Zanca, giocatore del Rugby
Mantova tra il 1975 e il 1979, la nostra rubrica “Amarcord” dedicata ai nostri
ex biancorossi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del Club.
Com’è
nato il legame col Rugby Mantova?
“Era il novembre del 1974 , ed
io, allora sedicenne, insieme ad un ristrettissimo numero di ragazzi (ricordo
Roberto Fabbi, Marco Tarchini, Roberto Sarzi Puttini, Massimo Pittarello)
rispondemmo ad un breve appello di 3 righe comparso nelle pagine sportive della
Gazzetta di Mantova nel quale Massimo Mori, liceale allora diciottenne
(purtroppo prematuramente scomparso), fissava un appuntamento sul campetto da
calcio vicino alla curva Te dello stadio per raccogliere adesioni al fine di allestire
una squadra di rugby. Massimo Mori fino a pochi mesi prima aveva vissuto a Roma
dove aveva iniziato a giocare a rugby nelle giovanili della capitale e
desiderava pertanto continuare questo sport allora ancora mancante nella nostra
città. A questo appello rispose anche l’Avv. Giorgio Laurenti di origine
rodigina con un passato nel rugby Rovigo in gioventù. Fu lui a farci in pratica
da primo allenatore. Passammo tutto l’autunno e l’inverno ad imparare la
tecnica di base e le regole.
(nella foto MARIO ZANCA a Londra)
A questo ristretto gruppo
iniziale di ragazzi nel giro di qualche mese se ne aggiunsero molti altri
(almeno una trentina) fino al punto che si era pronti ad allestire una vera
squadra e a giocare le prime partitelle fra di noi e sull’onda dell’entusiasmo
nella primavera successiva (1975) si fondò il G.S. Rugby Mantova che come
simbolo aveva una tigre a strisce biancorosse.
Come primo Presidente fu eletto
il veterinario Dr. Paolo Sessi. Ricordo fra i primi dirigenti, oltre a Sessi e
Laurenti, il Dr. Gabriele Ghilardi, il Dr. Celestino Miserocchi (per diversi
anni anche medico della squadra, padre del giocatore Gigi Miserocchi che ha poi
ereditato dal padre questo ruolo fino a poco tempo fa), il Rag. Raul Fabbi
(padre dei giocatori Gianpaolo e Roberto), Fanti (padre di Alessandro e Massimo
entrambi anche loro fra i primi giocatori), il Rag. Giuseppe Biffi, il Dr.
Roberto Nardi.
La società in poco tempo raccolse
le risorse finanziarie sufficienti per affittare l’uso del campo di Valletta
Valsecchi per allenarsi e svolgere la partite casalinghe. Ricordo benissimo che
questo campo (vicinissimo al lago Inferiore) d’inverno era un vero e proprio
acquitrino pieno di acqua e fango ai limiti della praticabilità.
Si iscrisse nella stagione
1975-76 al suo primo campionato, denominato “riserve” (una vera e propria
quarta serie) così chiamato perché, tranne noi, era composto dalle riserve di
squadre blasonate come Rovigo, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Piacenza. Il
primo allenatore ufficiale (ma anche giocatore terza linea centro) fu Claudio Aroldi
di Viadana, ex giocatore del Parma in serie A.
Nella prima parte del campionato
perdemmo tutte le partite tranne 2, con punteggi spesso molto severi, mentre
nel girone di ritorno ne perdemmo solo un paio e con scarti ridottissimi ma
soprattutto pareggiammo in casa 4-4 una memorabile partita col Rovigo. Da
notare che all’andata si perse 62-8 e ciò a significare che nel giro di pochi
mesi la squadra era migliorata tantissimo.
Nella stagione 1976-77 la
squadra, già sufficientemente esperta, venne iscritta alla serie C nel cui
girone erano presenti squadre come Noceto, Pesaro, Cus Ferrara, Cento, Codogno,
ecc.”.
Che
ricordo ha della Sua esperienza da rugbista?
“Il sottoscritto ha giocato
sempre nel ruolo di mediano di mischia fino al campionato 1978-79 e fui
costretto con dispiacere a smettere soprattutto per ragioni di studio. Infatti
la frequenza all'università lontano da casa mi impediva di allenarmi nel giusto
modo.
Al mio periodo al rugby Mantova sono
legati dei bellissimi ricordi. E’ uno sport meraviglioso, anche se smetti di
giocarlo ti fa rimanere coinvolto in un modo che quasi nessun altro sport è in
grado di fare. Sebbene all’epoca non costumasse il terzo tempo con gli
avversari, mi ricordo che spesso dopo le nostre trasferte ci fermavamo coi ragazzi
in trattorie e ristoranti per mangiare e discutere della partita”.
Si
è tenuto informato in tutto questo tempo sulle vicende della Società?
“Ho il Rugby Mantova nel cuore e il
mio più grande rammarico è non aver potuto continuare e vivere momenti eccezionali
come la promozione in Serie B, arrivata a fine anni ’80. Devo dire che per
diverso tempo dopo il mio ritiro ho seguito le vicende biancorosse solo da
spettatore. Poi negli ultimi anni, grazie al vicepresidente Antonio Tellini e
all’ex presidente Paolo Pizzi, sono tornato ad interessarmi seriamente della
squadra. Ora faccio parte dell’associazione delle Tigri che è azionista di
maggioranza della Società”.
Cosa
ne pensa dell’attuale progetto del Rugby Mantova?
“Trova la mia approvazione il progetto
della Società di puntare sulla ‘mantovanità’, cioè sul fatto di avere un forte
settore giovanile, da cui la prima squadra può attingere, e delle strutture
importanti. In un contesto in cui è sempre più difficile trovare degli sponsor,
l’idea di avere un settore giovanile di questo tipo permette di ottimizzare le
risorse dando un futuro al club”.
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