mercoledì 9 agosto 2017

Amarcord: Mario Zanca, tra i fondatori del club, ripercorre la sua carriera al Mantova: “Tutto è nato da un annuncio sul giornale nel 1974. Col tempo, ottimo lavoro sul settore giovanile”

Inizia con l’intervista a Mario Zanca, giocatore del Rugby Mantova tra il 1975 e il 1979, la nostra rubrica “Amarcord” dedicata ai nostri ex biancorossi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del Club.
Com’è nato il legame col Rugby Mantova?
“Era il novembre del 1974 , ed io, allora sedicenne, insieme ad un ristrettissimo numero di ragazzi (ricordo Roberto Fabbi, Marco Tarchini, Roberto Sarzi Puttini, Massimo Pittarello) rispondemmo ad un breve appello di 3 righe comparso nelle pagine sportive della Gazzetta di Mantova nel quale Massimo Mori, liceale allora diciottenne (purtroppo prematuramente scomparso), fissava un appuntamento sul campetto da calcio vicino alla curva Te dello stadio per raccogliere adesioni al fine di allestire una squadra di rugby. Massimo Mori fino a pochi mesi prima aveva vissuto a Roma dove aveva iniziato a giocare a rugby nelle giovanili della capitale e desiderava pertanto continuare questo sport allora ancora mancante nella nostra città. A questo appello rispose anche l’Avv. Giorgio Laurenti di origine rodigina con un passato nel rugby Rovigo in gioventù. Fu lui a farci in pratica da primo allenatore. Passammo tutto l’autunno e l’inverno ad imparare la tecnica di base e le regole.

(nella foto MARIO ZANCA a Londra)

A questo ristretto gruppo iniziale di ragazzi nel giro di qualche mese se ne aggiunsero molti altri (almeno una trentina) fino al punto che si era pronti ad allestire una vera squadra e a giocare le prime partitelle fra di noi e sull’onda dell’entusiasmo nella primavera successiva (1975) si fondò il G.S. Rugby Mantova che come simbolo aveva una tigre a strisce biancorosse.
Come primo Presidente fu eletto il veterinario Dr. Paolo Sessi. Ricordo fra i primi dirigenti, oltre a Sessi e Laurenti, il Dr. Gabriele Ghilardi, il Dr. Celestino Miserocchi (per diversi anni anche medico della squadra, padre del giocatore Gigi Miserocchi che ha poi ereditato dal padre questo ruolo fino a poco tempo fa), il Rag. Raul Fabbi (padre dei giocatori Gianpaolo e Roberto), Fanti (padre di Alessandro e Massimo entrambi anche loro fra i primi giocatori), il Rag. Giuseppe Biffi, il Dr. Roberto Nardi.
La società in poco tempo raccolse le risorse finanziarie sufficienti per affittare l’uso del campo di Valletta Valsecchi per allenarsi e svolgere la partite casalinghe. Ricordo benissimo che questo campo (vicinissimo al lago Inferiore) d’inverno era un vero e proprio acquitrino pieno di acqua e fango ai limiti della praticabilità.
Si iscrisse nella stagione 1975-76 al suo primo campionato, denominato “riserve” (una vera e propria quarta serie) così chiamato perché, tranne noi, era composto dalle riserve di squadre blasonate come Rovigo, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Piacenza. Il primo allenatore ufficiale (ma anche giocatore terza linea centro) fu Claudio Aroldi di Viadana, ex giocatore del Parma in serie A.
Nella prima parte del campionato perdemmo tutte le partite tranne 2, con punteggi spesso molto severi, mentre nel girone di ritorno ne perdemmo solo un paio e con scarti ridottissimi ma soprattutto pareggiammo in casa 4-4 una memorabile partita col Rovigo. Da notare che all’andata si perse 62-8 e ciò a significare che nel giro di pochi mesi la squadra era migliorata tantissimo.
Nella stagione 1976-77 la squadra, già sufficientemente esperta, venne iscritta alla serie C nel cui girone erano presenti squadre come Noceto, Pesaro, Cus Ferrara, Cento, Codogno, ecc.”.

Che ricordo ha della Sua esperienza da rugbista?
“Il sottoscritto ha giocato sempre nel ruolo di mediano di mischia fino al campionato 1978-79 e fui costretto con dispiacere a smettere soprattutto per ragioni di studio. Infatti la frequenza all'università lontano da casa mi impediva di allenarmi nel giusto modo.
Al mio periodo al rugby Mantova sono legati dei bellissimi ricordi. E’ uno sport meraviglioso, anche se smetti di giocarlo ti fa rimanere coinvolto in un modo che quasi nessun altro sport è in grado di fare. Sebbene all’epoca non costumasse il terzo tempo con gli avversari, mi ricordo che spesso dopo le nostre trasferte ci fermavamo coi ragazzi in trattorie e ristoranti per mangiare e discutere della partita”.

Si è tenuto informato in tutto questo tempo sulle vicende della Società?
“Ho il Rugby Mantova nel cuore e il mio più grande rammarico è non aver potuto continuare e vivere momenti eccezionali come la promozione in Serie B, arrivata a fine anni ’80. Devo dire che per diverso tempo dopo il mio ritiro ho seguito le vicende biancorosse solo da spettatore. Poi negli ultimi anni, grazie al vicepresidente Antonio Tellini e all’ex presidente Paolo Pizzi, sono tornato ad interessarmi seriamente della squadra. Ora faccio parte dell’associazione delle Tigri che è azionista di maggioranza della Società”.

Cosa ne pensa dell’attuale progetto del Rugby Mantova?

“Trova la mia approvazione il progetto della Società di puntare sulla ‘mantovanità’, cioè sul fatto di avere un forte settore giovanile, da cui la prima squadra può attingere, e delle strutture importanti. In un contesto in cui è sempre più difficile trovare degli sponsor, l’idea di avere un settore giovanile di questo tipo permette di ottimizzare le risorse dando un futuro al club”.

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