E’ morto un re, viva il re
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Club in lutto per la scomparsa di Sidio
Corradi all’età di 80 anni
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Bandiera del Genoa da giocatore e poi nelle
giovanili vari ruoli
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Nella Hall of Fame del club e tra migliori
marcatori nella storia
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In campo 129 presenze e 36 gol in campionato e
Coppa Italia
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Emblema e icona della genoanità lui che non
era nato genoano
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Il ruolo di ala accarezzato dall’estro e una
folle vena creativa
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Vincitore della classifica cannonieri nella
stagione 1972/73
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Per 4 volte capo-cannoniere del team con la
maglia del Grifone
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Unico calciatore con Marco Rossi ad aver
segnato in A, B e C
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Una ‘chioccia’ per centinaia di talenti
allevati nelle giovanili
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Minuto di raccoglimento oggi allo stadio
autorizzato dalla Lega
Il Genoa CFC si stringe a
tutti i famigliari nel ricordo di Sidio e nella riconoscenza a un uomo che ha
dato tutto per i nostri colori.
Addio al nostro eroe – Ci
sono giorni in cui tocca salutare i nostri eroi, farsi il segno della croce e
pescare dal pozzo dei ricordi abbeverandosi alla fonte. “Il Genoa è la mia
vita, il Genoa è il Genoa…”. Gli piaceva dirla così a Sidio, 7 anni con la
maglia foderata a quarti, nel viaggio delle sonate andanti delle promozioni e
di una retrocessione. Una quarantina di stagioni contando quelli da maestro nelle
giovanili. Zazzera bionda da cavallo di razza e calzettoni alle caviglie,
basette alla George Best, la maglia fuori dai pantaloncini e dagli schemi.
Negli anni post ’68 Sidio fece innamorare i genoani. Eh, già, i colpi di
fulmine che atterrano annunciati dalla magia di un lampo. Quando percorse la
sopraelevata la prima volta, un pensiero frullò nella sua testa: “questa
diventerà la mia città”. Così andò. Andò a firmare il contratto nella sede di
Via XII Ottobre.
Colpo di fulmine – Dalla
piazzetta col pallone e gli stracci. Dalla lampara di papà, a Porto Ercole,
quando uscivano in mare per portare a casa il pane. Al porto di un amore che i
tifosi gli hanno dimostrato vita natural durante, nella legge non scritta che
chi dà, riceve tanto quanto. Dietro a un palo della Nord, c’è in “Fame di
Pallone”, conficcava l’amuleto di una faccia d’angelo e due ali. Ali per volare
con i compagni che adesso lo piangono e han fatto la storia d’un Genoa d’altri
tempi. Un Genoa forse povero, ma bello, su cui fluttuava come una litania il
soffio, oggi come allora, di una passione non commentabile. Questione di Dna.
La fibra delle tradizioni. “Il Genoa è il Genoa, dà emozioni particolari”. La
tuta rossoblù come seconda pelle. Campione in disponibilità e non solo coi
giovani che ronzavano intorno. “Pronto, Sidio, puoi andare a rappresentarci?”.
“Dove e quando, io ci sarò”.


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