Inclusione è uno dei valori fondamentali del nostro sport. È la chiave che rende il rugby unico. Perché è aperto a tutti, senza confini, barriere o ostacoli.
Del resto, solo passando la palla al compagno di squadra, indietro, è possibile andare avanti e giungere alla meta, tutti insieme. È naturale, quindi, e non poteva andare diversamente, che il progetto che ha legato il Ragusa Rugby e il Csr di Comiso fosse un grande successo.
Merito dei
ragazzi, innanzitutto, delle loro famiglie, che ci hanno creduto fin
dall'inizio, degli operatori del Csr, dei nostri tecnici e di tutti coloro che
hanno dato una mano perché tutto funzionasse. Grazie alla dottoressa Giovanna
Difalco, alla dottoressa Graziella Zitelli, ai terapisti Giovanni Guastella,
Greta Lo Monaco, Davide Piloto, Valentina Librio, Melania Sentino, Brunella La
Rosa. Un grazie ad Alessandra Rizza, neuropatia infantile, allo psicologo Luigi
Guastella, all'assistente sociale Valentina Battaglia, all'infermiera Dalila
Tolaro e agli operatori Oss Isabella Scifo, Francesco Perone, Sabrina Giannone
e Simone Latino. E un grazie da ultimo, ma non certo meno importante, alla
nostra Eleonora Cosentino, che ha seguito, come tecnico del Ragusa Rugby, il
progetto. Il gran finale? Ovviamente il Trofeo Cappello, dove i ragazzi del
progetto hanno giocato, in campo, a Rugby Tag, tutti insieme, insieme a tutti.
Divertendosi. Nelle foto, il momento della premiazione, che abbiamo voluto
celebrare al Csr di Comiso, per consegnare le medaglie anche a chi non ha
potuto essere presente al Trofeo Cappello. È stato bello, emozionante, unico.
In una parola? È stato rugby!
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