Nick Scott: dall’Inghilterra a Pesaro, il Direttore Tecnico della Fiorini Pesaro Rugby si racconta.
La Fiorini Rugby Pesaro scalda i motori in vista della ripresa del campionato.
Per i kiwi giallorossi ultimo fine settimana senza partite, dopo i due mesi di
stop per covid. Il ritorno in campo è, infatti, in programma il 20 febbraio, a
Cesena. Nell’attesa la squadra pesarese si è confrontata, in un allenamento
congiunto, con Gubbio, formazione di serie C.
«Una bella occasione, un allenamento molto utile per noi.» Il Direttore
Tecnico della Fiorini Pesaro Rugby, Nick Scott, commenta così l’allenamento con
Gubbio, utile a riprendere il ritmo e a verificare la preparazione. «Alcuni
aspetti hanno bisogno di essere provati contro altre squadre per essere
perfezionati. Ringrazio Gubbio per quest’opportunità di testare la preparazione
in vista della ripresa del campionato. È stato un allenamento molto utile per
gli avanti, non abbiamo potuto provare la mischia e la touche per quasi due
mesi, era importante confrontarsi con un’altra squadra prima della partita con
il Romagna. Sono felice anche di quello che hanno fatto vedere i trequarti.» Un
allenamento che ha dato ai tecnici giallorossi la possibilità di vedere in
azione tutta la formazione. «Per tutti i ragazzi è stato importante mettersi
alla prova con degli avversari. – Prosegue Scott - Nelle prossime settimane
avremo 10 partite, non abbiamo una rosa molto ampia, dovremo dosare bene le
forze, e l’allenamento di oggi è stato importante anche per verificare la
situazione e sperimentare schieramenti diversi. Siamo pronti per la ripresa del
campionato.»
Campionato ai nastri di partenza, dopo oltre 2 mesi di stop tra pausa
natalizia e problematiche legate al covid. Una pausa che non ha però solo
aspetti negativi. «Prima della pausa abbiamo avuto alcuni infortuni che hanno
interessato giocatori importanti, in questo senso la pausa è stata positiva,
abbiamo avuto la possibilità di recuperare i giocatori. – L’analisi di Nick
Scott - Il covid rende difficile avere continuità negli allenamenti, solo da
poco abbiamo riavuto tutta la squadra disponibile. Penso che siamo pronti a
ricominciare contro il Romagna. Il calendario è molto strano, adesso abbiamo
molte partite in casa (7 su 10), nel nostro campo, con il sostegno dei nostri
tifosi, ci darà una marcia in più. Nella prima parte di campionato abbiamo
avuto la possibilità di far giocare in prima squadra alcuni ragazzi
dell’under19, hanno fatto buone prestazioni e per loro è stata una bella
esperienza. L’anno prossimo saranno giocatori migliori. Questo campionato ci ha
consentito di sperimentare e vedere tra i più giovani chi ha potenziale per
giocare in serie A. Anche per i giocatori è una bella esperienza e ci aiuta a
capire come farli crescere.»
A Pesaro già da qualche mese, l’ex responsabile della National Coaching
Development Manager England Rugby illustra gli obiettivi del suo lavoro
pesarese. «Credo che dopo questi 2 anni di difficoltà sia importante riuscire a
ricreare un senso di attaccamento. Il rugby non è solo uno sport, è uno stile
di vita. Dobbiamo ritrovare divertimento, attitudine, etica del lavoro, voglia
di crescita del movimento. Questo è il mio progetto a Pesaro. Per quanto riguarda
le Formiche stiamo lavorando per riorganizzare il torneo di beach rugby in
estate e tutti gli eventi cui eravamo abituati. Vogliamo mostrare che il rugby
è tornato. Questa stagione servirà a ritornare alla normalità e a riabituarci.»
Un impatto molto positivo per il Direttore Tecnico della Fiorini Rugby
Pesaro, con la città e il movimento rugbistico locale. «Mi sono subito
innamorato della città di Pesaro, del suo clima, del mare, della cucina. La
Pesaro Rugby è una grande famiglia. – Dice sui suoi primi mesi pesaresi - Sono
molto contento della situazione che ho trovato. Mi piace l’etica di lavoro di
tutti. Il covid negli ultimi due mesi ci ha complicato le cose ma siamo
riusciti a tenerlo lontano dal campo. Vorrei creare dei giocatori che capiscono
il gioco tatticamente. Il gruppo è molto bravo a livello tecnico, ma, a partire
dai più piccoli, vorrei incrementare la comprensione del gioco.»
Un ruolo molto diverso per Nick Scott che in Inghilterra formava gli
allenatori per la Rugby Football Union, la federazione inglese. «In sostanza
ero l’allenatore degli allenatori della federazione nazionale. – Spiega - Nel
mio nuovo ruolo sono molto più vicino ai giocatori, oltre che agli allenatori.
Mi piace molto perché posso vedere il sorriso sui volti dei giocatori.»
Un lavoro che guarda al futuro, a contatto anche con i settori giovanili.
«L’anno prossimo, quando non ci saranno più le restrizioni per il covid,
abbiamo grandi piani per i giovani pesaresi. Vorrei poter portare al rugby
italiano un modo diverso di allenare. Qui gli allenatori sono molto bravi sulla
parte tecnica ma non sulla comprensione del gioco. L’allenatore non dovrebbe
fornire tutte le risposte ma insegnare ai giocatori a risolvere i problemi e le
situazioni che si trovano di fronte sul campo. Vorrei creare dei giocatori
autonomi che pensino per se stessi. Su questo stiamo lavorando con gli
allenatori a Pesaro.»
Ha sostenuto la sua Inghilterra allo stadio Olimpico nella partita del
‘6Nazioni’ contro l’Italia. «Sono stato a Roma il 13 febbraio per Italia-Inghilterra,
a tifare il mio paese natale. Penso che a contendersi i primi due posti saranno
Francia e Inghilterra, seguiranno Irlanda, Scozia, Galles e Italia. L’Italia ha
una squadra giovane, che non ambisce alla vittoria, ma a fare buone prestazioni». (Tania Stocchi)
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