mercoledì 17 febbraio 2021

RUGBY PORDENONE - Fabio Bottosso su due fronti. Atleta ed arbitro njelle giovanili.

 La storia della settimana - Fabio Bottosso

Nella cultura rugbistica l'arbitro non si contesta, si rispetta.

A partire dal minirugby gli allenatori sono molto severi su questo punto e i ragazzi che crescono in questo ambiente lo sanno bene. Eppure nella foga della partita ogni tanto capita che a qualcuno venga da arrabbiarsi per qualche decisione arbitrale.

Oggi possiamo dire che Fabio Bottosso, classe 2003, più difficilmente dei suoi compagni di squadra possa cadere nella tentazione di non rispettare l'arbitro.

Fabio ha cominciato a giocare nel Pordenone rugby nell'under 12, innamorandosi subito di questo sport e contagiando della stessa passione il Papà Francesco, ormai storico accompagnatore nelle giovanili del club, la mamma Emanuela, che ha cominciato a giocare con la femminile e ora gioca con gli old, ed il fratello Omar, oggi in under 16.

Nel 2019, anno del passaggio in Under 18, Fabio scopre di non avere più voglia di giocare a rugby. È la fascia di età con il maggiore drop out nello sport, può capitare che i ragazzi decidano di voler fare altro.

La famiglia rispetta la sua decisione, ma papà Francesco gli fa una strana proposta: "perché non fai l'arbitro? C'è un corso in partenza in questi giorni".

Fabio ci pensa qualche giorno e poi decide di accettare la sfida.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci come è andata.

" Il rugby continuava a piacermi, ma avevo perso lo stimolo che mi spingeva a giocare, mi mancava voglia e interesse. Fare l'arbitro non l'avevo mai considerato prima, ma visto che non stavo facendo nulla e che il rugby continuava a piacermi, ho pensato di provarci.

Ho arbitrato la mia prima partita il 23 novembre 2019, a Pasian di Prato, una partita di under 14.

La cosa più difficile nel ruolo dell'arbitro è l'attenzione. Rispetto al livello di attenzione richiesto come giocatore, devi averne molto di più, devi seguire tutto ciò che succede intorno alla palla e oltre.

Ho accettato la sfida ed è stato bello.

La cosa che mi piaceva è l'idea che i ragazzini che stavo arbitrando si stavano divertendo grazie anche a me che ero lì per fare rispettare le regole e, se serviva, per spiegargliele."

Ma poi è successo l'inaspettato: a Fabio è tornata la voglia di giocare. Così ha ricominciato ad allenarsi con le civette dell'under 18 del Pordenone. Il sabato in campo ad arbitrare le partite under 14 e la domenica dall'altro lato della divisa.

" Il mio rapporto con gli arbitri è cambiato. Oggi so che possono sbagliare, ma conosco anche la complessità che li porta all'errore," commenta Fabio.

L'under 18 ha ritrovato un pilastro storico del gruppo, tornato in campo con una accresciuta conoscenza del regolamento, della visione del gioco ed una diversa maturità, anche nell'assumersi responsabilità.

I giovani arbitri percepiscono un piccolo rimborso spese per l'attività che fanno. " Alla mia età quel piccolo rimborso spese è motivante. Non è la ragione che ti spinge a fare questo percorso, però sicuramente fa molto comodo e mi ha consentito di pagare da solo le mie piccole spese", dice Fabio.

Ora guarda alla fine della pandemia con due ragioni per scendere in campo e noi con lui, augurandoci che sia solo il primo e che altri ragazzi possano scegliere il suo stesso percorso.

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