Nella cultura rugbistica l'arbitro non si
contesta, si rispetta.
A partire dal minirugby gli allenatori sono
molto severi su questo punto e i ragazzi che crescono in questo ambiente lo
sanno bene. Eppure nella foga della partita ogni tanto capita che a qualcuno
venga da arrabbiarsi per qualche decisione arbitrale.
Oggi possiamo dire che Fabio Bottosso, classe 2003, più difficilmente dei suoi compagni di squadra possa cadere nella tentazione di non rispettare l'arbitro.
Fabio ha cominciato a giocare nel Pordenone
rugby nell'under 12, innamorandosi subito di questo sport e contagiando della
stessa passione il Papà Francesco, ormai storico accompagnatore nelle giovanili
del club, la mamma Emanuela, che ha cominciato a giocare con la femminile e ora
gioca con gli old, ed il fratello Omar, oggi in under 16.
Nel 2019, anno del passaggio in Under 18, Fabio scopre di non avere più voglia di giocare a rugby. È la fascia di età con il maggiore drop out nello sport, può capitare che i ragazzi decidano di voler fare altro.
La famiglia rispetta la sua decisione, ma
papà Francesco gli fa una strana proposta: "perché non fai l'arbitro? C'è
un corso in partenza in questi giorni".
Fabio ci pensa qualche giorno e poi decide
di accettare la sfida.
Gli abbiamo chiesto di raccontarci come è andata.
" Il rugby continuava a piacermi, ma
avevo perso lo stimolo che mi spingeva a giocare, mi mancava voglia e
interesse. Fare l'arbitro non l'avevo mai considerato prima, ma visto che non
stavo facendo nulla e che il rugby continuava a piacermi, ho pensato di
provarci.
Ho arbitrato la mia prima partita il 23
novembre 2019, a Pasian di Prato, una partita di under 14.
La cosa più difficile nel ruolo
dell'arbitro è l'attenzione. Rispetto al livello di attenzione richiesto come
giocatore, devi averne molto di più, devi seguire tutto ciò che succede intorno
alla palla e oltre.
Ho accettato la sfida ed è stato bello.
La cosa che mi piaceva è l'idea che i
ragazzini che stavo arbitrando si stavano divertendo grazie anche a me che ero
lì per fare rispettare le regole e, se serviva, per spiegargliele."
Ma poi è successo l'inaspettato: a Fabio è
tornata la voglia di giocare. Così ha ricominciato ad allenarsi con le civette
dell'under 18 del Pordenone. Il sabato in campo ad arbitrare le partite under
14 e la domenica dall'altro lato della divisa.
" Il mio rapporto con gli arbitri è
cambiato. Oggi so che possono sbagliare, ma conosco anche la complessità che li
porta all'errore," commenta Fabio.
L'under 18 ha ritrovato un pilastro storico
del gruppo, tornato in campo con una accresciuta conoscenza del regolamento,
della visione del gioco ed una diversa maturità, anche nell'assumersi
responsabilità.
I giovani arbitri percepiscono un piccolo rimborso spese per l'attività che fanno. " Alla mia età quel piccolo rimborso spese è motivante. Non è la ragione che ti spinge a fare questo percorso, però sicuramente fa molto comodo e mi ha consentito di pagare da solo le mie piccole spese", dice Fabio.
Ora guarda alla fine della pandemia con due
ragioni per scendere in campo e noi con lui, augurandoci che sia solo il primo
e che altri ragazzi possano scegliere il suo stesso percorso.
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